Altolà all'AGCOM in materia di copyright. L'Agenda digitale.

L'AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dovrebbe astenersi da qualunque intervento in materia di pirateria e tutela del diritto d'autore.

L’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dovrebbe astenersi da qualunque intervento in materia di pirateria e tutela del diritto d’autore. Almeno per il momento. E’ quanto sostengono i promotori di un’iniziativa parlamentare bipartizan sottoscritta da 45 deputati Pdl, Lega Nord, Pd, Fli e Udc. L’On. Roberto Cassinelli, che ha presentato l’interpellanza, ha dichiarato – riferendosi all’attuale normativa a tutela del copyright – che questa sarebbe “obsoleta e non si concilia con le nuove esigenze poste dalla rete. I provvedimenti ai quali sta lavorando l’AGCOM non sono perciò in linea con l’evoluzione tecnologica e rischiano di minare la libertà di comunicazione ed espressione del pensiero affidando ad un ente amministrativo la possibilità di oscurare interi siti web“. Il riferimento è al testo che AGCOM ha elaborato e presentato a ridosso delle festività natalizie (ved., a tal proposito, questo nostro articolo) avviando poi, sul tema, una consultazione pubblica.

Cassinelli, insieme con gli altri firmatari dell’interpellanza urgente, contestano i “lineamenti di provvedimento” dell’AGCOM osservando come vengano ipotizzate “modalità di contrasto alla pirateria che consentirebbero all’AGCOM di oscurare i siti web allocati su server stranieri, senza alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria“. Le eccezioni di Cassinelli puntano il dito sul presunto tentativo di regolare in modo arbitrario una materia estremamente delicata: ogni decisione va ad incidere su diritti costituzionalmente garantiti come la libertà di comunicazione e di espressione del pensiero.

L’iniziativa ha quindi come obiettivo quello di richiedere una sospensione dei “lineamenti di provvedimento” prodotti dall’AGCOM e di aprire, contestualmente, una discussione parlamentare sulla riforma del diritto d’autore.

Per dovere di cronaca, diamo conto dei nominativi dei deputati che hanno deciso di sottoscrivere l’interpellanza: Cassinelli, Abrignani, Ascierto, Baccini, Bergamini, Bernini Bovicelli, Biasotti, Bonino, Calearo Ciman, Castiello, Ceccacci Rubino, Ciccioli, Concia, Costa, Della Vedova, Di Caterina, Di Centa, Di Staso, Faenzi, Gregorio Fontana, Frassinetti, Garofalo, La Loggia, Laboccetta, Landolfi, Malgieri, Mannucci, Marinello, Muro, Nicolucci, Orsini, Palmieri, Paniz, Papa, Parisi, Pecorella, Pescante, Pianetta, Rao, Russo, Savino, Scandroglio, Taddei, Torrisi, Vitali e Zacchera.

L’avvocato Fulvio Sarzana ha fatto presente come l’interpellanza Cassinelli abbia avuto origine dall’iniziativa “Sitononraggiungibile” che ha coinvolto cinque associazioni e 4.000 cittadini italiani.
Eloquente il contenuto del video pubblicato sul sito: “l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni da marzo si attribuirà il potere di censurare automaticamente contenuti ed interi siti web sospettati di violare il diritto d’autore. Niente giudici. Nessuna decisione del Parlamento“. I promotori e gli aderenti all’iniziativa Sitononraggiungibile hanno così voluto catalizzare su un argomento spinoso che rischia, molto probabilmente, di non essere sottoposto al processo di attenta analisi ed approfondimento che esso merita.

Proprio nelle scorse ore era stata divulgata una proposta a firma di Paolo Gentiloni per la costituzione di una sorta di “Agenda digitale“. Quattro i punti “portanti”: garantire il diritto all’accesso al digitale a tutti i cittadini, investire sulle reti per assicurare a tutti i cittadini un’offerta digitale adeguata e competitiva con gli altri paesi europei, sviluppare i contenuti digitali e contribuire a ridurre il divario della nostra domanda rispetto agli altri paesi europei ed infine aggiornare il quadro normativo e regolatorio per salvaguardare la neutralità della Rete, semplificare il sistema e accrescere la competitività delle imprese.
Facendo un breve sunto di quanto osservato dall’ex ministro Gentiloni, l’accento viene posto, in primis, sulla necessità di rendere e considerare l’accesso ad Internet un “servizio universale”. Entro il 2013, poi, si dovrebbe garantire a tutti gli italiani la possibilità di accedere alla Rete con un taglio di banda minimo (pur parlando di “banda larga”) in modo tale da superare completamente il problema del “digital divide“. L’obiettivo può essere raggiunto, secondo quanto si legge nella proposta, “rilanciando gli investimenti anti digital divide, definendo una via italiana per le Ngn e liberando una parte dello spettro radio ormai indispensabile allo sviluppo delle reti mobili (…) Almeno una parte delle risorse promesse nel Piano Romani va effettivamente investita, sapendo che si tratta di interventi che producono comunque un positivo effetto anticiclico sull’economia“.
Nel documento di Gentiloni si fa riferimento anche ad una mappatura della reale offerta sul territorio (tecnologie di accesso fisse e wireless), all’istituzione di un “modello”, replicabile localmente, che consenta di diluire gli investimenti ed aumentare il numero degli investitori che possono trarre un immediato beneficio. “In una prima fase, per consentire rapidamente l’avvio di un flusso di investimenti significativo potrebbe essere prevista una forma di coinvestimento pubblico-privato, che spinga verso la realizzazione di reti innovative anche sul piano tecnologico“, si legge.

L'”Agenda digitale” punta anche sull’asta statale per l’assegnazione dei diritti d’impiego della banda a 800 MHz, liberata con il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale. Grazie a tale manovra si farà spazio per le trasmissioni dati con tecnologia LTE ma, spiega Gentiloni, non si dovranno regalare altri multiplex alle TV (Rai e Mediaset). “Una parte significativa dei proventi dell’asta dovranno essere usati per investimenti nell’innovazione e nel digitale, come ha chiesto di recente anche la Commissaria Kroes“.

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