Apple chiede 2 miliardi di risarcimento a Samsung

Apple e Samsung tornano a fronteggiarsi nelle aule di tribunale. La società della Mela ha infatti richiesto 2 miliardi di dollari di risarcimento a Samsung che, secondo la tesi dell'accusa, avrebbe violato diversi brevetti di proprietà ...

Apple e Samsung tornano a fronteggiarsi nelle aule di tribunale. La società della Mela ha infatti richiesto 2 miliardi di dollari di risarcimento a Samsung che, secondo la tesi dell’accusa, avrebbe violato diversi brevetti di proprietà dell’azieda fondata da Steve Jobs.
La più recente battaglia della “guerra sui brevetti” che vede contrapposte Apple e Samsung era stata vinta dalla Mela: Samsung deve versare oltre 1 miliardo di dollari ad Apple. La decisione presa dal giudice statunitense Lucy Koh, che ha condannato Samsung al pagamento di 1 miliardo di dollari, è al momento oggetto di appello da parte del colosso coreano.

Oggi, però, si apre un nuovo capitolo di quella guerra termonucleare” che Steve Jobs dichiarò di voler far scoppiare per contrastare l’ascesa di Google Android: Steve Jobs: Android un prodotto rubato da abbattere.

Ancora una volta, Apple non bussa direttamente alla porta di Google ma preferisce orientare i suoi legali sulla società che, almeno fino ad ora, è stata considerata portabandiera dei colori di Android: Samsung.
Ma quali sono i nuovi cinque brevetti che Apple contesta a Samsung e che il produttore coreano avrebbe utilizzato indebitamente?

Traducendo dal “legalese”, spulciano gli atti della causa “Apple vs. Samsung”, ci si accorge che sono cinque i brevetti oggetto del contendere.

1) Trasformazione di indirizzi, numeri telefonici, date ed orari come link. Il primo dei cinque brevetti che Apple sventola dinanzi ai consulenti legali di Samsung è stato registrato nel 1999 è quello che descrive il meccanismo in grado di trasformare indirizzi, numeri telefonici, date ed orari in link cliccabili, direttamente all’interno dei messaggi. Quando si invia un messaggio ad un collega chiedendo la possibilità di incontrarsi alle ore 16, toccando il link il sistema operativo chiede se creare un evento od aprire il calendario per annotare l’appuntamento.
Analogamente, scrivendo un indirizzo in un messaggio, Apple iOS lo traduce in un link che, a sua volta, provoca l’apertura di Maps.
Dal momento che un meccanismo simile è utilizzato nei prodotti Samsung, Apple ha deciso di contestare l’utilizzo del brevetto alla società asiatica. La medesima funzionalità, comunque, è presente anche in altri prodotti: l’LG G2, ad esempio, è dotato di “TextLink”, strumento che si comporta in modo del tutto analogo.

2) Sincronizzazione dati in background. Il secondo brevetto descrive una metodologia che consente ad un’applicazione di sincronizzare le informazioni tra vari dispositivi mentre è in esecuzione. Si tratta di una funzionalità da tempo disponibile anche in Android che permette, ad esempio, di intervenire sugli appuntamenti memorizzati (app Calendario) sullo smartphone e fare in modo che tutti gli eventi siano automaticamente sincronizzati su desktop, notebook e tablet.

3) Ricerca universale. Con il termine Universal search Apple fa riferimento alla funzionalità che permette di ricercare comodamente le informazioni da iPhone ed iPad attingendo non soltanto ai dati conservati in locale ma anche su quelli reperibili online, sul web. Una casella “intelligente” che consente di effettuare ricerche a larghissimo spettro oppure concentrate su determinate risorse (locali o remote). Il brevetto di Apple è stato registrato nel 2005.
Android utilizza un sistema simile dal momento del lancio della versione 3.0 “Honeycomb“, nel 2011.

4) Slide to unlock. È chiamata “slide to unlock” l’operazione che si compie per sbloccare lo smartphone portando il polpastrello dell’indice della mano dal lato sinistro dello schermo verso quello destro. Il sistema implementato da Samsung per lo sblocco dei suoi device è evidentemente considerato troppo vicino a quello adottato da Apple sui suoi prodotti.

5) Autocompletamento dei testi. La funzionalità predittiva che suggerisce all’utente i termini che, con maggior probabilità, questi è in procinto di digitare sul suo tablet o sul suo smartphone è adoperata ormai da molto tempo sui dispositivi a cuore Apple iOS così come sui device Android.
Secondo i legali di Apple, la soluzione usata in Android e, quindi, nei prodotti Samsung, sarebbe troppo simile a quella brevettata dalla Mela.

Quale dei due contentendenti riesca a spuntarla è però ancora tutto da verificare. In particolare, i giudici dovranno stabilire se i brevetti citati da Apple possano essere ritenuti effettivamente validi. Nel caso della funzionalità “slide to unlock“, ad esempio, un tribunale tedesco ha stabilito che il brevetto Apple mancava di quelle caratteristiche di innovazione tecnica necessarie per dichiararlo pienamente valido.

Nel frattempo, però, i legali di Samsung hanno pubblicamente dichiarato che nel corso dell’udienza mostreranno dei documenti, mai diffusi prima, che mostrano quanto i responsabili di Apple fossero preoccupati della crescente concorrenza di Android ed in particolare di Samsung. Anche le provocatorie campagne pubblicitarie di Samsung che mettono alla berlina il comportamento di alcuni “fan” di casa Apple, disposti a rimanere in coda per ore così da acquistare per primi i nuovi modelli di device, sempre secondo la società coreana avrebbero letteralmente “fatto impazzire” i responsabili marketing della Mela. Phil Schiller, in un’e-mail diffusa in queste ore, si sarebbe dimostrato molto preoccupato: “Apple ha perso il suo appeal rispetto a Samsung? Dobbiamo lavorare per risolvere questo problema“.
Lo stesso Steve Jobs, con un’ulteriore comunicazione, avrebbe esortato i tecnici a mettersi all’inseguimento di Android per ciò che riguarda le aree nell’ambito delle quali il robottino verde stava facendo meglio: riconoscimento vocale, gestione delle connessioni wireless e delle note.

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