Apple supera Google: il suo marchio vale 153 miliardi

Apple spodesta Google in termini di valore del suo "brand". Lo ha stabilito l'agenzia Millward Brown, specializzata nell'analizzare l'impatto - a livello planetario - dei marchi d'azienda.

Apple spodesta Google in termini di valore del suo “brand”. Lo ha stabilito l’agenzia Millward Brown, specializzata nell’analizzare l’impatto – a livello planetario – dei marchi d’azienda. L'”insegna” Apple è valutata nell’ordine dei 153 miliardi di dollari, valore che è pari a circa la metà della capitalizzazione azionaria della società di Steve Jobs. Il direttore di Millward Brown, Peter Walshe, ha motivato la posizione di leadership di Apple riferendosi, in particolare, all’attenzione per i particolari mostrata nel corso del tempo dalla società della mela.
Delle prime dieci aziende citate nel resoconto appena pubblicato, sei sono realtà attive nel settore dell’IT e delle telecomunicazioni. Dietro Apple, infatti, ci sono Google ed IBM, rispettivamente al secondo ed al terzo posto. La quinta piazza è occupata da Microsoft mentre AT&T e China Mobile sono accreditate del settimo e del nono posto in classifica. Secondo Millward Brown, RIM avrebbe perso un quinto del valore del suo brand, rispetto al 2010. Solamente Nokia avrebbe evidenziato una falessione ancor più netta (-28%). Facebook, al 35esimo posto, avrebbe accresciuto il valore legato al suo marchio addirittura del 246%.

Walshe ha motivato la medaglia d’oro ottenuta da Apple anche con la sempre più vasta presenza dei prodotti della società negli ambienti aziendali e nel mondo enterprise in generale.

L’indagine di Millward Brown, consultabile prelevando questo documento, è il risultato delle opinioni rese da più di 2 milioni di consumatori in alcuni tra i più rilevanti mercati del mondo combinate con le proiezioni future stimate dall’azienda.

All’inizio del mese, Harris Interactive – famosa azienda che si occupa di indagini di mercato – aveva invece assegnato la palma d’oro a Google relegando Apple al quinto posto con Intel al sesto. Lo studio di Harris, diversamente da quello pubblicato oggi da Millward Brown, tiene conto anche della reputazione e del numero delle vendite fatte registrare dalle varie società citate.

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