Cina: Ubuntu diventa il sistema operativo ufficiale

Canonical gioca la carta cinese e comunica di aver stretto un accordo col governo di Pechino affinché Ubuntu possa diventare il sistema operativo ufficialmente supportato nell'immensa nazione asiatica.

Canonical gioca la carta cinese e comunica di aver stretto un accordo col governo di Pechino affinché Ubuntu possa diventare il sistema operativo ufficialmente supportato nell’immensa nazione asiatica. L’intesa è storica perché, col l’appoggio del governo cinese, Ubuntu sarà direttamente offerto ad una vastissima base di potenziali nuovi utenti: verrà sviluppata una speciale versione della distribuzione, già battezzata con l’appellativo Kylin.
Ubuntu Kylin, stando a quanto dichiarato dai portavoce di Canonical, sarà ben più di un’edizione del sistema operativo contenente, semplicemente, i language pack per il supporto delle lingue scritte e parlate sul territorio cinese: la distribuzione, infatti, si integrerà con alcuni popolari servizi di ricerca utilizzati dagli utenti cinesi (viene espressamente citato il supporto, nella Dash di Ubuntu, dei più popolari strumenti per il download di brani musicali).
Verranno poi aggiunte le mappe di Baidu (il principale motore di ricerca in lingua cinese), un famoso sito per lo shopping online (Taobao), il supporto dei sistemi di pagamento utilizzati dagli istituti di credito cinesi, informazioni sul traffico, sui mezzi pubblici, sui voli aerei e sui treni.
Il team di Canonical sta lavorando con gli autori di una popolare suite office cinese (WPS) in modo tale da gettare le basi per una rapida integrazione all’interno di Kylin.

La Cina vuole così discostarsi sempre più dalle multinazionali americane inducendo gli utenti ad allontanarsi da Microsoft Windows e passare, il più velocemente possibile, ad un sistema operativo supportato dal governo. Il Paese asiatico deve aver visto in Ubuntu un’importante leva per innovare, partendo da una piattaforma distribuita sotto forma di software libero (licenza GNU GPL) che, evidentemente, viene considerata molto promettente. Una valida base per l’adozione non solo sui sistemi desktop e notebook ma anche per la realizzazione di nuovi progetti in ambito “mobile”.

Difficile pensare ad Ubuntu come uno strumento che possa aiutare il governo cinese a controllare ancor più nel dettaglio il comportamento della popolazione, evidenziando attività contro il regime: la sua stessa natura di prodotto opensource permetterebbe la semplice individuazione di componenti sviluppati per monitorare gli utenti. Basti pensare al polverone sollevatosi dopo la decisione di Canonical di inserire uno strumento per la visualizzazione di informazioni commerciali (Richard Stallman contro Ubuntu: disinstallatelo!): immediatamente si è diffusa la notizia sul nome del pacchetto da disinstallare.

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