Divampa la protesta e la Libia censura Internet

Anche la Libia ha scelto di applicare una misura simile a quella adottata, nelle scorse settimane, in Egitto.
Divampa la protesta e la Libia censura Internet

Anche la Libia ha scelto di applicare una misura simile a quella adottata, nelle scorse settimane, in Egitto. La situazione nel Paese di Gheddafi sembra ricordare da vicino quanto accaduto di recente nella nazione delle Piramidi. E’ già guerra civile, con la sede del governo – a Tripoli – data alle fiamme e centinaia di morti per le strade.

Secondo quanto riporta Google nel suo “Transparency Report“, la Libia avrebbe completamente staccato la spina alla rete Internet, a più riprese, già da venerdì scorso. Consultando questo grafico, continuamente aggiornato, è facile rendersi conto di come il traffico dati, da e verso la nazione africana, si sia notevolmente ridotto fino ad azzerarsi in almeno due momenti, per diverse ore.
Nel suo “Transparency report“, Google indica – per ciascuna nazione – quante richieste di rimozione dei contenuti sono pervenute al “quartier generale” dell’azienda ed a quali servizi (motore di ricerca, YouTube, pagine su Blogger, gruppi, GMail,…) si riferiscono tali istanze. Va comunque detto che alcune richieste di eliminazione dei contenuti sono da considerarsi assolutamente legittime: non si tratta di censura quando, ad esempio, un tribunale abbia disposto la cancellazione di informazioni pubblicate in violazione di norme vigenti. La sezione “Traffic” del sito mostra, in forma grafica, l’andamento dell’utilizzo di ciascun servizio targato Google: analizzando pazientemente il quadro riferito a ciascuna nazione, è possibile stabilire se siano in atto azioni di censura o se comunque vi siano problemi di raggiungibilità dei servizi del colosso di Mountain View.

I primi “ragguagli” provenienti dalla Libia fanno riferimento ad un ordine governativo che avrebbe imposto ai provider Internet il blocco immediato di gran parte degli accessi alla Rete. Al solito, l’azione messa in atto in Libia per inbire ai cittadini la possibilità di comunicare con il mondo, attraverso la Rete, ed alimentare ulteriormente le proteste, ha subito impattato negativamente sullo smistamento dei pacchetti dati attraverso la rete di Telecom Italia Sparkle che collega la Sicilia e l’Europa ai Paesi nordafricani (ved. questa pagina).

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