Le app per gestire Bitcoin tornano sullo store di Apple

Apple non poteva usare due pesi e due misure così, dopo l'apertura a "Coin Pocket" delle scorse settimane, l'app store del colosso di Cupertino torna a popolarsi di applicazioni per la gestione di portafogli Bitcoin e per l'effettuazione di tr...

Apple non poteva usare due pesi e due misure così, dopo l’apertura a “Coin Pocket” delle scorse settimane, l’app store del colosso di Cupertino torna a popolarsi di applicazioni per la gestione di portafogli Bitcoin e per l’effettuazione di transazioni online.
La Mela era fra le poche aziende che ancora, evidentemente, nutrivano dubbi sulla legalità degli strumenti software che permettono di gestire monete Bitcoin: Come funziona Bitcoin e perché Apple non lo vuole.
Come chiarito a metà giugno scorso (Apple apre le porte del suo store a Bitcoin), Apple approverà la pubblicazione di app aventi a che fare con la crittovaluta più famosa al mondo a patto che queste rispettino le leggi in vigore in tutti gli Stati nei quali esse possono essere impiegate.

Anche l’app Blockchain torna quindi oggi nello store di Apple dopo essere stata cacciata mesi fa.

Apple, come da sempre accaduto su Google Play, riconosce quindi lo status legale di Bitcoin. La crittovaluta Bitcoin è un “mezzo”, uno strumento, che può essere utilizzato per fare business. È bene semmai essere consapevoli dei rischi connessi (in primis la volatilità della valuta) e delle problematiche legate alla gestione del proprio portafoglio virtuale. Si sono registrati casi di portali di trading dissoltisi improvvisamente insieme con i Bitcoin degli utenti e tentativi di attacco nei confronti di chi semplicemente dispone di un portafoglio contentente monete.

Blockchain, ad esempio, precisa di non memorizzare mai dati in forma non cifrata e di non mantenere alcun controllo sui Bitcoin degli utenti. “Abbiamo sempre consigliato caldamente agli utenti di conservare i Bitcoin in modo tale da controllare sempre la proprietà delle chiavi. Account che custodiscono le chiavi per conto dell’utente, come quelli di Mt.Gox, sono da considerarsi rischiosi“. Nel caso di Blockchain e di exchange similari, le chiavi dell’utente vengono decodificate da parte del browser e non sono stivate lato server. “In alternativa“, proseguono gli esperti di Blockchain, “l’utente può creare un portafoglio in locale servendosi di un software desktop come Armory, Bitcoin-Qt, Multibit o Electrum“.

Per sapere come funziona Bitcoin vi suggeriamo la lettura dell’articolo Come funziona Bitcoin e perché Apple non lo vuole.

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