Linux Foundation: ecco chi "nutre" il pinguino

Linux Foundation, l'organizzazione senza scopo di lucro che sostiene lo sviluppo del kernel Linux, ha appena pubblicato il resoconto annuale sullo stato del "pinguino".
Linux Foundation: ecco chi

Linux Foundation, l’organizzazione senza scopo di lucro che sostiene lo sviluppo del kernel Linux, ha appena pubblicato il resoconto annuale sullo stato del “pinguino”. Quanto velocemente sta crescendo Linux? Che cosa si è fatto e si sta fecendo per migliorarlo? Quali sono i suoi principali “sponsor”? Sono queste le domande a cui Linux Foundation ha offerto una risposta aggiornata.

L’aspetto più interessante riguarda sicuramente i nomi delle società che hanno più attivamente contribuito allo sviluppo del sistema operativo del pinguino. Nell’ultimo rilevamento, ad aprile 2012, in 17esima posizione c’era anche Microsoft. “L’azienda che una volta aveva definito Linux “un cancro” ha oggi abbracciato il modello di sviluppo collaborativo supportando gli sforzi sul versante virtualizzazione“, aveva scritto Linux Foundation nel precedente report.
I contributi di Microsoft in termini di “righe di codice” derivavano soprattutto dalla distribuzione sotto forma di prodotto opensource dei driver Hyper-V, il componente utilizzato dal colosso di Redmond per la gestione delle sue macchine virtuali.
Nell’ultima release del resoconto della fondazione, il nome di Microsoft non figura più nella lista dei 30 sviluppatori più attivi.

In testa alla classifica, leader indiscussi sono i programmatori autonomi che hanno fatto crescere Linux di propria sponte, senza lavorare per alcuna azienda. Nelle posizioni successive Red Hat, Intel, Texas Instruments, Linaro e SuSE.

Ci sono due nomi altisonanti, quelli di Samsung e Google, che rispetto al precedente periodo di rilevazione hanno fatto un deciso balzo avanti in classifica (adesso, rispettivamente, in nona e decima posizione). Secondo Greg Kroah-Hartman, coautore del documento distribuito dalla Linux Foundation, Android c’entrerebbe ben poco. Sarebbero infatti complessivamente solo 7.000 le righe di codice relative ad Android a livello kernel (molto meno del driver che fa funzionare la porta seriale del computer). Il lavoro di Samsung e di Google si sarebbe invece concentrato su tutta una serie di migliorie sul kernel Linux.

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