Alleanza per Internet, per spingere sul digitale in Italia

Alleanza per Internet è nata appena qualche giorno fa, il 22 gennaio, e già può contare sul supporto di nomi eccellenti dello scenario IT italiano.
Alleanza per Internet, per spingere sul digitale in Italia

Alleanza per Internet è nata appena qualche giorno fa, il 22 gennaio, e già può contare sul supporto di nomi eccellenti dello scenario IT italiano. L’obiettivo è quello di mettere in campo una serie di azioni che permettano di far progredire l’Italia per ciò che riguarda la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie digitali. “Troppo spesso le classi dirigenti e la politica sottovalutano l’impatto di Internet sulla vita dei cittadini e delle imprese. E questo atteggiamento rischia di porre l’Italia in coda alle classifiche dei Paesi avanzati, con conseguente impoverimento economico e di competenze“, si legge sul sito web di Alleanza per Internet. “Occorrono una nuova mentalità, nuovi modi di leggere il presente e nuovi strumenti per programmare lo sviluppo del futuro“.

A presiedere Alleanza per Internet c’è un nome molto noto: si tratta del professor Francesco Pizzetti, ex Garante Privacy italiano che appena qualche giorno fa ha inviato una lettera ai principali leader politici. C’è bisogno di un chiaro impegno della classe dirigente sui temi legati alla società dell’informazione, scrive Pizzetti, che – dopo le elezioni – auspica la nomina di un “Ministro per la società digitale” (“dotato di competenze e risorse finanziarie adeguate alla sfida
dell’innovazione, secondo le indicazioni della Commissione Europea e sull’esempio di analoghe figure presenti nei governi dei principali Paesi dell’Unione
), l’approvazione di una legge che preveda di rendere disponibile l’accesso e l’uso del Wi-Fi in tutti gli esercizi commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti, un provvedimento che funga da volano per lo sviluppo dei pagamenti in mobilità e la diffusione dei coupon elettronici nelle transazioni commerciali.

Alleanza per Internet, insomma, desidera che i primi passati compiuti dal governo uscente in materia di Agenda Digitale non siano lettera morta ma che anzi rappresentino solamente un punto di partenza, suscettibile di un gran numero di migliorie da apportarsi nel breve termine.

Tra i promotori dell’iniziativa ci sono numerose figure di fama nazionale ed internazionale: docenti, manager, imprenditori, rappresentanti dei consumatori, di società di consulenza, degli operatori di rete, degli industriali. Non si contano sostenitori e sottoscrittori. Che sia davvero la volta buona per il digitale tricolore?

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