Apple: "i dati degli utenti non ci interessano"

Apple è la prima società che produce e commercializza prodotti elettronici a rendere pubblico il numero di richieste di accesso ai dati ricevute da governi, agenzie governative ed autorità di tutto il mondo.
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Apple è la prima società che produce e commercializza prodotti elettronici a rendere pubblico il numero di richieste di accesso ai dati ricevute da governi, agenzie governative ed autorità di tutto il mondo. Google, com’è noto, ha fatto da apripista con il suo “Transparency report” (Google: i governi vogliono accedere ai dati degli utenti). L’esempio del colosso di Mountain View è stato poi seguito da Microsoft, Twitter, Facebook e Yahoo.

Nel documento appena diffuso, Apple scrive: “il nostro business non si basa sulla raccolta dei dati degli utenti“. Un’evidente stoccata, in primis, a Google e Facebook. “Non abbiamo alcun interesse ad ammassare informazioni relative alla nostra clientela. Proteggiamo le comunicazioni personali fornendo un sistema di crittografia end-to-end su iMessage e FaceTime. Non memorizziamo i dati sulla posizione geografica degli utenti, le ricerche operate con il servizio Maps o le richieste inviate a Siri in maniera che esse possano essere correlate a clienti specifici“.

La società della Mela ha suddiviso le richieste ricevute dai governi di tutto il mondo in due tabelle: nella prima sono contenuti riferimenti alle richieste di accesso ai dati degli account mentre nella seconda alle informazioni sui singoli device. Con la prima tipologia di richiesta, le autorità governative richiedono generalmente le informazioni personali dell’utente che ha registrato un account Apple e, talvolta, il contenuto dello stesso. Nel secondo caso, invece, viene chiesta collaborazione ad Apple in seguito al furto od allo smarrimento di un dispositivo mobile (si tratta di procedure generalmente avviate dal proprietario di un device a marchio Apple).

Il maggior numero di richieste di accesso ai dati degli utenti Apple è arrivato dal governo degli Stati Uniti. In questo caso, però, spiega Apple, il governo vieta di diffondere dati precisi: la società guidata da Tim Cook, si è quindi limitata a dichiarare di aver ricevuto tra 1.000 e 2.000 richieste, relative ad un numero compreso tra 2.000 e 3.000 account. Dall’Italia sono arrivate 60 richieste: Apple ha ritenuto di doverne soddisfare solo il 37%.
Molto più elevato il numero di contatti relativamente a dispositivi persi o sottratti: il nostro Paese è addirittura in quarta posizione dopo Stati Uniti, Brasile e Germania con un numero richieste che, complessivamente, ha riguardato più di 4.000 device Apple.

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