Differenze tra WiFi 6E e WiFi 6

WiFi 6 e WiFi 6E non sono la stessa cosa: ecco le principali differenze tra le due specifiche e come possono aiutare ad estendere la larghezza di banda disponibile per i dispositivi wireless collegati.
Differenze tra WiFi 6E e WiFi 6

Con l’arrivo sul mercato dei nuovi dispositivi di rete sempre più prestazionali è cosa piuttosto comune leggere la sigla AX nel nome del modello di ciascun prodotto compatibile WiFi.
La sigla AX nel WiFi si riferisce al supporto delle specifiche 802.11ax ovvero al wireless di quinta generazione, anche noto come WiFi 6. La tecnologia WiFi 6 rappresenta un’evoluzione del precedente protocollo WiFi 802.11ac (WiFi 5) ed è stata progettata per offrire una maggiore larghezza di banda, migliore efficienza energetica e una più efficace gestione delle situazioni di congestione.

Le caratteristiche comuni tra WiFi 6 e WiFi 6E

Lo standard 802.11ac (WiFi 5) è stato rilasciato nel 2013, ormai un decennio fa, e da allora sono cambiate tante cose.
WiFi 6 ha debuttato nel 2019 e dal 2020 WiFi 6E è stato rilasciato come estensione tecnica dello standard WiFi 6 (802.11ax).

Uno stream o “flusso”, come abbiamo visto nell’articolo sulle differenze tra bande, frequenze, canali e stream nel WiFi, determina la velocità base su una banda di frequenza WiFi. Più flussi possono essere gestiti su una banda (ad esempio 2,4 e 5 GHz), più elevate saranno le velocità di trasferimento dati raggiungibili.
WiFi 6 aumenta il numero di stream a un nuovo massimo di 12 sulle bande da 2,4 e 5 GHz mentre WiFi 5 ha un limite di 8 in configurazione dual band.

La tecnologia WiFi 6 (e anche WiFi 6E) utilizza diverse tecnologie per migliorare le prestazioni della connessione wireless, come ad esempio la modulazione OFDMA (Orthogonal Frequency-Division Multiple Access), che consente di utilizzare in modo più efficiente le frequenze radio disponibili e MU-MIMO (Multi-User Multiple Input Multiple Output), che consente ai dispositivi di inviare e ricevere dati contemporaneamente.

Ricordiamo inoltre il supporto per la modulazione 1024-QAM (Quadrature Amplitude Modulation), per il beamforming che aiuta a direzionare il segnale verso la posizione fisica dei client wireless migliorando la copertura e la qualità del segnale, per i canali larghi fino a 160 MHz, per il protocollo WPA3 che nell’implementazione iniziale rendeva comunque le reti WiFi insicure, come con WPA2 (è fondamentale installare le versioni del firmware aggiornate sui dispositivi di rete e usare credenziali di accesso solide).
Entrambi gli standard possono inoltre usare Target Wake Time (TWT) che consente ai dispositivi di determinare quando si riattivano per inviare e ricevere dati. Ciò riduce il consumo energetico e aumenta la durata della batteria dei dispositivi wireless.

Quali sono le differenze tra WiFi 6E e WiFi 6

WiFi 6E è una tecnologia di connessione wireless che rappresenta una versione migliorata di WiFi 6.
La differenza più importante è che per la prima volta dopo tanti anni WiFi 6E introduce la possibilità di usare per le comunicazioni wireless nuove frequenze sulla banda dei 6 GHz: accanto alle storiche banche sui 2,4 e 5 GHz ne viene portata al debutto una terza che offre una maggiore larghezza di banda e assicura minore congestione rispetto alle configurazioni classiche.
Utilizzando le frequenze sui 6 GHz, il raggio di copertura della WiFi ovviamente scende ma di contro le prestazioni risultano massimizzate. Ovviamente i dispositivi possono fare fallback su 5 e 2,4 GHz in presenza di ostacoli e all’aumentare della distanza dal router, dall’access point o dal range extender in modo da beneficiare di una connessione wireless stabile.

Va detto che in Europa non sono disponibili tutti i canali per WiFi 6E il cui utilizzo è stato autorizzato negli Stati Uniti. È ad esempio possibile utilizzare solo uno dei nuovi canali larghi 320 MHz sui 6 GHz mentre negli USA se ne possono adoperare simultaneamente ben 3.

La scelta di non liberalizzare l’utilizzo di uno spettro più ampio avrà ripercussioni anche con WiFi 7, a meno che l’Europa non decida di aprire all’impiego di una banda di frequenze ancora più ampia.

Più canali WiFi disponibili grazie a WiFi 6E significano più banda, più capacità per applicazioni come lo streaming 4K e 8K, la realtà virtuale e aumentata, il trasferimento di dati tra filiali di un’azienda e collaboratori remoti, le videoconferenze in alta definizione e meno sovrapposizioni tra le reti in aree affollate.

A differenza dei canali a 160 MHz sulla banda dei 5 GHz, i dispositivi che operano a 6 GHz non condividono lo spettro con dispositivi radar. Di conseguenza, gli utenti che non possono sfruttare i canali a 160 MHz sui 65 GHz perché vivono vicino a luoghi come aeroporti o stazioni meteorologiche possono beneficiare di una maggiore larghezza di banda sui 6 GHz.

La banda a 6 GHz è esclusiva per i dispositivi WiFi 6E: questo implica che la rete wireless non deve rallentare per adattarsi ai trasferimenti dati più lenti e ai requisiti dei dispositivi client meno recenti. I device che supportano WiFi 6E possono sfruttare appieno i miglioramenti in termini di larghezza di banda, spettro e velocità senza competere con dispositivi “non-6E“.

La maggior parte dei dispositivi attualmente in commercio supporta solo WiFi 5 o al limite WiFi 6: potrebbero volerci alcuni anni prima che la tecnologia WiFi 6E sia adottata su larga scala. Come abbiamo visto, le velocità WiFi realisticamente ottenibili dipendono da molteplici fattori e le velocità teoriche in Mbps indicate dai produttori nei nomi dei modelli dei loro dispositivi derivano dalla somma delle prestazioni massime ottenibili sommando tutte le bande supportate.

L’immagine usata per le miniature dell’articolo è stata realizzata da “cottonbro studio” e pubblicata su Pexels.

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