Facebook condivide i dati degli utenti per una nobile causa: di che si tratta

La nuova Disaster Map, appena presentata dai vertici di Facebook, permetterà alle organizzazioni di volontariato di portare i soccorsi laddove più serve.

Facebook ha comunicato che condividerà i dati dei suoi utenti con alcune “terze parti selezionate” per una nobile causa.
Il social network di Mark Zuckerberg, presentando il nuovo strumento Disaster Map, ha spiegato che alcune informazioni – come la posizione istantanea degli iscritti – sarà messa a disposizione di associazioni benefiche e di volontariato: vengono citate la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, UNICEF, Il Programma Alimentare Mondiale ed altre organizzazioni simili.


I portavoce di Facebook spiega che i dati saranno raccolti e trasmessi in forma anonima, in modo tale che non sia mai possibile risalire all’identità dei partecipanti al social network.

Nel caso in cui si dovesse verificare un disastro naturale o comunque un’emergenza nazionale od internazionale, però, le organizzazioni che offrono sostegno alle popolazioni potranno intervenire in maniera molto più efficace.

La Disaster Map permetterà di capire istantaneamente quante persone erano presenti sul luogo ove risulta necessario portare soccorso e verificarne i movimenti in tempo (quasi) reale.
Grazie ai dati raccolti da Facebook (in particolare dall’app installata sui dispositivi mobili), le organizzazioni potranno così capire come si sta comportando la popolazione in seguito al verificarsi di un disastro.
Le informazioni rese da Facebook andranno ad affiancarsi al sistema Safety Check che prova ad interagire subito con gli iscritti al social network che si trovano in un’area in cui è stata registrata un’emergenza.
Safety Check permette di “fare la conta” e fornire subito a parenti e amici un riscontro sulle proprie condizioni di salute.

In questo video Facebook spiega come la condivisione delle informazioni, nelle situazioni critiche, aiuti a salvare delle vite e presenta come “caso di studio” quanto accaduto a marzo in Perù. Dopo le terribili inondazioni che hanno interessato la nazione sudamericana (intere cittadine e villaggi sono rimasti completamente isolati), gli strumenti di Facebook hanno permesso di comporre un’istantanea piuttosto precisa della situazione e capire i movimenti della popolazione.

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