Facebook sfidato da Diaspora e corteggiato da Bing

Si chiama Diaspora ed ha già sventolato il guanto di sfida. L'avversario ha un nome oggi altisonante: Facebook.

Si chiama Diaspora ed ha già sventolato il guanto di sfida. L’avversario ha un nome oggi altisonante: Facebook. Il progetto Diaspora ha grandi ambizioni: come Davide contro Golia, l’obiettivo è quello di competere col social network ideato da Mark Zuckerberg iniziando a raccogliere utenti e magari cominciare ad attrarne di nuovi proprio da Facebook. A differenza del “rivale”, Diaspora vuole essere una piattaforma il più possibile “aperta”, rispettosissima della privacy dell’utente. Due punti che sono espressamente dichiarati nella home page temporanea del progetto (ved. questa pagina).

Diaspora sembra nato sotto una buona stella avendo già accumulato più di 200.000 dollari sotto forma di sovvenzioni libere, a partire dalla scorsa primavera. L’idea potrebbe convincere soprattutto coloro che hanno mostrato qualche “allergia” nei confronti dei social network così come sono oggi concepiti: Diaspora, infatti, poggia su una piattaforma peer-to-peer, dotata di regolazioni molto dettagliate in tema di privacy (a differenza di Facebook e simili che sono gestiti da un provider “centralizzato”).

Il codice sorgente di Diaspora è stato già pubblicato su Github ed è disponibile a beneficio di tutti gli interessati.

Intanto Microsoft sarebbe in trattativa proprio con Facebook per attingere alle informazioni conservate nei database della società. Il fine è quello di migliorare le abilità di indicizzazione del motore di ricerca Bing ed i contenuti proposti agli utenti. Bing potrebbe infatti sfruttare il meccanismo dei pulsanti “Mi piace” di Facebook per migliorare i risultati proposti in risposta alle interrogazioni dell’utente.
A suo tempo Microsoft investì circa 240 milioni di dollari su Facebook ed oggi potrebbe voler far sentire la sua voce per siglare accordi che avvantaggino anche la società guidata da Steve Ballmer.

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