Facebook usa i dati di WhatsApp: primo stop

Facebook e WhatsApp non scambieranno più i dati degli utenti. Almeno per il momento e solo nel Regno Unito.

Facebook e WhatsApp non scambieranno più i dati degli utenti. Almeno per il momento e solo nel Regno Unito.
Il social network di Mark Zuckerberg ha infatti accettato di sospendere l’acquisizione dei dati degli utenti di WhatsApp, società ormai di proprietà di Facebook, evitando quindi “l’incrocio” delle informazioni con quelle contenute nei suoi database.

La richiesta di congelare questo tipo di comportamento era stata indirizzata a Facebook dal Garante Privacy inglese che adesso si dice soddisfatto della scelta operata dall’azienda di Menlo Park.

Facebook usa i dati di WhatsApp: primo stop
Il caso era “scoppiato” ad agosto quando Facebook e WhatsApp annunciarono una modifica delle loro policy sulla privacy informando gli utenti dell’app di messaggistica che i loro dati (numero di telefono in primis) sarebbero stati utilizzati per mostrare loro messaggi pubblicitari più pertinenti, su Facebook, e per migliorare il servizio.

A stretto giro avevamo pubblicato la notizia di un caso eclatante: lo scambio di dati tra WhatsApp e Facebook ha portato a situazioni spiacevoli come quella che ha visto coinvolti i pazienti di uno stesso medico. Il social network, infatti, ha cominciato a segnalare nuovi amicizie tra pazienti del dottore permettendo ai vari assistiti di risalire ai nomi delle altre persone seguite dal medesimo professionista.
Tutti i dettagli della vicenda sono illustrati nell’articolo Numeri di telefono su Facebook e WhatsApp: un caso eclatante insieme con qualche valutazione/consiglio.

I rappresentanti dell’autorità inglese per la tutela dei dati personali hanno rilevato che, allo stato attuale, gli utenti non sembrano adeguatamente protetti. Lo stesso Garante d’Oltremanica avrebbe tentato di rompere il fil rouge che collega WhatsApp con Facebook negando l’accettazione delle nuove condizioni sulla privacy.
Purtuttavia, sembra che Facebook abbia continuato ad utilizzare i dati raccolti attingendo a WhatsApp.

La “tesi dell’accusa” è che il consenso richiesto agli utenti di WhatsApp non sia sufficiente, almeno nella forma che è stata utilizzata (vedere Evitare la condivisione dei dati da parte di WhatsApp).

Si tratta della prima “sospensione” dopo la levata di scudi non solo del Regno Unito ma anche delle autorità competenti in Germania, Francia e Italia: Facebook non acceda ai dati di WhatsApp.

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