Gli Italiani e il rapporto con tecnologia e banda larga

E' un quadro a tinte fosche quello che emerge prendendo esame di alcuni documenti prodotti dall'Unione Europea e pubblicati sul web in seno all'iniziativa "i2010" - Digital Competitiveness Report.
Gli Italiani e il rapporto con tecnologia e banda larga

E’ un quadro a tinte fosche quello che emerge prendendo esame di alcuni documenti prodotti dall’Unione Europea e pubblicati sul web in seno all’iniziativa “i2010” – Digital Competitiveness Report.
Secondo lo studio pubblicato dall’Unione Europea, solamente una minoranza dei cittadini italiani utilizza la rete Internet con regolarità (il 37% almeno una volta alla settimana; il 35% tutti i giorni o quasi) ed addirittura metà della popolazione non ne avrebbe mai fatto uso. Il nostro Paese si posiziona, inoltre, tra quelli meno all’avanguardia per quanto riguarda le attività online. L’indagine promuove i servizi eGovernment ed eBusiness recentemente lanciati ma registra ancora uno scarso interesse da parte dei cittadini nel farne impiego.

Per quanto concerne l’importanza dell’eCommerce nell’economia “nostrana” è, secondo l’Unione Europea, per il momento trascurabile. Nel complesso, però, il settore ICT contribuisce a far crescere il prodotto interno lordo ed il numero di impieghi seguendo più o meno la media europea. Si spenderebbe però ancora davvero molto poco in termini di ricerca e sviluppo.

La penetrazione della banda larga sul territorio italiano è buona, grazie anche ai progressi degli ultimi due anni: circa il 70% degli utenti si collega ad oltre 2 Mbit/s sebbene la percentuale delle abitazioni connesse alla Rete resti una delle più basse in assoluto in ambito europeo. Nonostante il numero di utenti domestici sia raddoppiato in due anni, meno di un’utenza residenziale su tre dispone di una connessione a banda larga. Sul versante aziendale, il tasso di penetrazione è paragonabile alla media delle altre nazioni europee.
Secondo i dati resi noti, le connessioni DSL arriverebbero a coprire il 95,3% della popolazione mentre nelle zone rurali il dato si ferma all’82%.

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