Google Screenwise: vi paghiamo per navigare sul web

Nonostante Google abbia gettato acqua sul fuoco a proposito delle recenti modifiche applicate alle politiche sulla privacy dell'azienda (consigliamo, a tal proposito, di fare riferimento a questi nostri articoli), in queste ore si fa un gran parlare ...

Nonostante Google abbia gettato acqua sul fuoco a proposito delle recenti modifiche applicate alle politiche sulla privacy dell’azienda (consigliamo, a tal proposito, di fare riferimento a questi nostri articoli), in queste ore si fa un gran parlare di un’iniziativa che vede nuovamente coinvolta la società di Mountain View.
Google sta costruendo un nuovo strumento per meglio comprendere come, ogni giorno, le persone utilizzano la rete Internet“, si legge sul sito del progetto battezzato “Screenwise“. Installando una particolare estensione all’interno del browser web, chiunque lo vorrà contribuirà alle indagini di Google che, dal canto suo, traccerà i siti visitati e tutti gli “spostamenti” online dell’utente. E’ tutto spiegato sulla pagina di presentazione dell’iniziativaScreenwise“: a fronte dell’adesione al progetto, il colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin offrirà un buono di 5 dollari da usare per qualunque acquisto su Amazon ed ulteriori 5 dollari di bonus ogni tre mesi di partecipazione continuativa sino ad un massimo di 25 dollari. Il programma si rivolge a tutti coloro che hanno più di 13 anni d’età.

La novità anticipata da Google ha già sollevato non poche polemiche. Alcuni analisti fanno presente che la partecipazione al programma è sì assolutamente facoltativa ma la remunerazione offerta all’utente come contropartita viene valutata troppo modesta e penalizzante. David Jacobs (Electronic Privacy Information Center) sostiene che “Screenwise” permetterebbe a Google di tracciare gli utenti con un livello di dettaglio mai visto. Aderendo al progetto, spiega Jacobs, la società di Mountain View potrebbe arrivare a redigere un “identikit” molto puntuale per ciascun utente, ancor più se questi già usa la miriade di servizi targati Google. La mole di informazioni raccolte potrebbe essere vastissima: secondo Jacobs l’estensione per il browser potrebbe monitorare anche gli spostamenti del puntatore del mouse sulle pagine web (non solo “i clic”) con lo scopo di verificare quali elementi attirano maggiormente l’attenzione degli utenti.

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