Google tiene per sé i segreti del page rank

Il giudice chiamato ad esprimersi sul tema, ha archiviato l'azione legale che era stata mossa nei confronti di Google da parte della società Kinderstart.

Il giudice chiamato ad esprimersi sul tema, ha archiviato l’azione legale che era stata mossa nei confronti di Google da parte della società Kinderstart. Quest’ultima aveva accusato il colosso di Mountain View di aver messo in atto pratiche monopolistiche atte a tagliar fuori il sito Kinderstart. Secondo i legali dell’azienda, infatti, il “page rank” associato al sito web Kinderstart era stato drasticamente ridotto da parte di Google e questo senza un fondato motivo.
Il “page rank” corrisponde ad una sorta di indice di merito che Google assegna ad ogni pagina web. Il calcolo del page rank di basa su un complesso algoritmo: il risultato è influenzato da un gran numero di variabili (uno dei principali fattori che consentono di ottenere un page rank elevato consiste nella popolarità delle proprie pagine web).
Da Kinderstart si lamentava, in seguito alla riduzione del page rank, un calo di visite del 70%.
Google, in relazione alle accuse, aveva fatto notare come la sua tecnologia di page ranking fosse assimilabile ad una forma di libera ed autonoma espressione di opinioni e, come tale, non avrebbe dovuto essere in alcun modo influenzata.
Il giudice federale Jeremy Fogel, con la sua sentenza, ha chiuso la questione parlando, tra l’altro, di mancanza di prove.
Google, in questo modo, ha evitato di dover mostrare al mondo alcuni degli aspetti più reconditi della tecnologia alla base del calcolo del page rank.
Se gestite un sito web, potete verificare rapidamente il page rank assegnatovi da Google (senza l’installazione di alcuna toolbar), facendo riferimento a questa pagina.

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