Page hijacking in Google: richiesta una soluzione

Da più parti stanno pervenendo a Google esortazioni volte a spronare i tecnici del celeberrimo motore di ricerca alla risoluzione di un problema legato all'algoritmo con cui i siti web vengono indicizzati.
Page hijacking in Google: richiesta una soluzione

Da più parti stanno pervenendo a Google esortazioni volte a spronare i tecnici del celeberrimo motore di ricerca alla risoluzione di un problema legato all’algoritmo con cui i siti web vengono indicizzati.
Una premessa: come fa Google a stabilire quali pagine devono essere visualizzate ai primi posti di una specifica ricerca? Alla base del funzionamento del motorone di ricerca c’è l’algoritmo di PageRank che assegna ad ogni pagina web un punteggio e che esprime il relativo grado di popolarità. Più una pagina è “linkata” dall’esterno, più alto sarà il suo PageRank.
Quando Google visita le pagine web è possibile che il server che ospita tali pagine restituisca degli errori. Il più conosciuto è il 404 che indica l’indisponibilità di una pagina (non esiste più sul server); il 301 indica una pagina spostata in modo permanente; il 302 un reindirizzamento.
Il problema riguarda proprio la maniera con cui Google tratta gli errori 302.
Molti webmaster, nel tentativo di alzare il PageRank associato alle proprie pagine web, stanno sfruttando il problema a danno dei siti web più conosciuti. Alcuni siti web inseriscono, nelle pagine html, link ad uno script CGI che risiede sul server del sito e che, a sua volta, effettua un reindirizzamento ad un sito esterno – ben più famoso e trafficato (quindi con un alto PageRank) -. Poiché Google non esegue lo script CGI per verificare la reale destinazione del reindirizzamento, analizzando l’URL il motore di ricerca “pensa” di trovarsi all’interno del sito web più famoso quando in realtà ciò non è vero.
A questo punto, per come è realizzato l’algoritmo di indicizzazione di Google, il motore di ricerca potrebbe cancellare dal suo archivio la pagina web relativa al sito web più famoso lasciando invece quella realizzata dal webmaster del sito web “maligno”.
Tutto questo (procedura chiamata “Page Hijacking”) consente a webmaster senza scrupoli di aumentare il proprio PageRank a danno di altri siti e quindi la propria visibilità in Rete.
Si attende una presa di posizione da parte di Google. Si auspica la risoluzione del problema e possibilmente anche una penalizzazione in termini di PageRank per i siti web che hanno sfruttato il bug.

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