PayPal arricchisce un utente americano: colpa di un bug

PayPal, società che offre servizi di pagamento online e strumenti di trasferimento di denaro tramite Internet, dal 2002 di proprietà di eBay, è stata protagonista di un curioso quanto "scomodo" malfunzionamento.

PayPal, società che offre servizi di pagamento online e strumenti di trasferimento di denaro tramite Internet, dal 2002 di proprietà di eBay, è stata protagonista di un curioso quanto “scomodo” malfunzionamento. Un cittadino statunitense, responsabile di una società di pubbliche relazioni, ha trovato nella sua casella di posta elettronica un messaggio col quale PayPal lo informava circa l’avvenuto accredito di un importo a ben diciassette cifre: oltre 92.233.720 miliardi di dollari.
Una cifra inimmaginabile, 1,26 milioni di volte superiore al patrimonio di Carlos Slim Helu, magnate messicano delle telecomunicazioni, l’uomo più ricco del mondo secondo Forbes (in seconda posizione dopo Bill Gates per Bloomberg: Bill Gates torna ad essere l’uomo più ricco al mondo).

Chris Reynolds – questo il nome dell’americano coinvolto nello “scivolone” di PayPal – ha immediatamente segnalato “la stranezza” al supporto tecnico della società. Dopo alcune ore la situazione è tornata alla normalità ripristinando il saldo precedente all’errore.

Se l’accredito fosse stato reale avrei potuto saldare l’intero debito pubblico nazionale“, ha ironizzato Reynolds definendosi un tipo “estremamente responsabile”. L’americano ha poi puntualizzato di aver successivamente ricevuto, dopo la sua segnalazione, un’e-mail di reffifica da parte di PayPal: “non una parola, però, sulla carta di credito che PayPal deve ancora rinnovarmi“, ha aggiunto rivolgendo un’esplicita critica alla società di Palo Alto, California.

PayPal ha preferito non esprimersi sull’accaduto evitando di chiarire che cosa ha ingenerato il bug che, per poche ore, ha arricchito Reynolds. Sebbene la notizia sia certamente simpatica, l’accaduto non può non far suonare qualche campanello d’allarme in casa PayPal. Un’azienda solida, di caratura internazionale, che ogni hanno è responsabile della gestione di transazioni per un controvalore di centinaia di miliardi di dollari, è incappata in un bug sicuramente “scomodo”.
Possibile che la transazione anomala non sia stata in qualche modo segnalata internamente all’azienda? E se Reynolds avesse comunque richiesto il trasferimento anche di una piccola parte del denaro su un conto corrente bancario di tipo tradizionale, magari all’estero? Una condizione pericolosissima sulla quale PayPal non potrà non fare chiarezza, almeno in seno alla struttura societaria.

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