Si parla del futuro di OpenSUSE

OpenSUSE, tra tutte le distribuzioni Linux gestite dalla comunità degli sviluppatori, è probabilmente quella, ad oggi, meno apprezzata.
Si parla del futuro di OpenSUSE

OpenSUSE, tra tutte le distribuzioni Linux gestite dalla comunità degli sviluppatori, è probabilmente quella, ad oggi, meno apprezzata. Secondo molti osservatori, OpenSUSE vivrebbe troppo, ancora tutt’oggi, all’ombra di Novell mentre Fedora ha da tempo rotto il cordone ombelicale che la collegava con Red Hat.

Con l’imminente rilascio di OpenSUSE 11.0, il “community manager” Joe Brockmeier spiega che la distribuzione sta finalmente ottenendo il riconoscimento che merita ed illustra le priorità alle quali gli sviluppatori stanno guardando.

Tra gli obiettivi principali vi è una riorganizzazione ed una ottimizzazione della struttura e del modo di lavorare della comunità. Verrà anche modificato il processo che porterà al rilascio di versioni aggiornate di OpenSUSE.

Brockmeier intende poi porre l’accento nel migliorare le relazioni di OpenSUSE con altri software e progetti opensource. Un tentativo, questo, che potrebbe essere frenato dalla pessima impressione che l’accordo tra Novell e Microsoft, siglato nel mese di Novembre 2006, continua ancora oggi ad ingenerare tra i sostenitori del software opensource.
“Ritengo che vi sia una percentuale di persone che si dichiara insoddisfatta dell’accordo”, ha affermato Brockmeier, “ma credo che la più ampia fetta degli utenti e dei collaboratori del progetto OpenSUSE abbiano compreso come l’accordo non sia così dannoso come inizialmente fu ipotizzato. Sarebbe più utile che coloro che non gradiscono l’intesa, investano il tempo a loro disposizione in altri progetti”.

Intento di Brockmeier è anche quello di rendere OpenSUSE sempre più visibile, soprattutto agli occhi della comunità.

Mark Shuttleworth, finanziatore di Ubuntu, rivolgendosi ai vari produttori di distribuzioni Linux, aveva richiesto se fosse possibile coordinare gli sforzi per rilasciare pressoché contemporaneamente nuove versioni dei rispettivi prodotti. Alla domanda con cui gli si chiedeva se fosse d’accordo nel rispondere alla “chiamata” dell’imprenditore sudafricano, Brockmeier ha risposto semplicemente spiegando che non si tratta probabilmente dell’idea migliore ma comunque di una tematica sicuramente degna di discussione. “Ad ogni modo non vedo competizione tra Fedora, Debian o Ubuntu così come, invece, nei confronti di Windows e Mac OS X”, ha dichiarato Brockmeier. “Il mio obiettivo resta quello di portare un numero sempre maggiore di utenti su piattaforma Linux. Ovviamente, sarebbe meglio che questi migrassero ad OpenSUSE ma ritengo più importante che complessivamente siano tutte le varie distribuzioni Linux a guadagnare quote di mercato”.

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