Western Digital utilizzerà la tecnologia ePMR per i nuovi hard disk: cos'è

ePMR è la tecnologia che Western Digital ha scelto per la transizione in vista della migrazione a MAMR e HAMR. La sfida è quella di portare all'estremo la densità di bit a parità di area.

La rivelazione era stata già fatta prima di Natale ma oggi sappiamo qualcosa di più rispetto al funzionamento di ePMR (energy-enhanced perpendicular magnetic recording), tecnologia che sarà utilizzata per i prossimi hard disk di punta a marchio Western Digital.

Già a dicembre l’annuncio fu bollato come piuttosto sorprendente: Western Digital aveva infatti più volte confermato, per tutto l’arco di un biennio, l’impegno sulla tecnologia MAMR (Microwave Assisted Magnetic Recording). Ne avevamo parlato nel dettaglio nell’articolo Western Digital e Seagate: MAMR o HAMR per gli hard disk del futuro. Scommessa da miliardi di euro.

L’obiettivo è infatti quello di aumentare la densità dei dati contenendo, allo stesso tempo, i costi produttivi. Così, per gli hard disk Ultrastar DC HC550 da 16 e 18 TB e per l’Ultrastar DC HC640 da ben 20 TB, Western Digital ha scelto ePMR.
Ciò che è emerso è che l’utilizzo di ePMR rappresenta un passaggio transitorio verso l’utilizzo di MAMR e HAMR: si tratta di un’evoluzione di SMR (shingled magnetic recording (ne abbiamo parlato nell’articolo Hard disk: cosa cambia con la tecnologia SMR) che ha permesso la sovrapposizione di una traccia magnetica su una parte di quella precedentemente scritta così da aumentare la densità dell’area.

La tecnologia ePMR è risultata particolarmente facile da usare negli hard disk soprattutto per il fatto che non utilizza un oscillatore spin-torque, elemento chiave della tecnologia MAMR di Western Digital. È quindi confermato che gli hard disk top di gamma dell’azienda useranno ePMR già nel corso del 2020 mentre la transizione verso MAMR e HAMR è prevista per i prossimi anni. L’azienda ha comunque confermato che la roadmap verso il rilascio di modelli di hard disk da 50 TB è ormai segnata.

Seagate dovrebbe essere invece la prima azienda in assoluto a utilizzare la tecnologia HAMR in un hard disk commerciale da 20 TB che sarà immesso sul mercato nel corso del 2020.
HAMR, soluzione sulla quale Seagate ha investito sin dall’inizio, consente di registrare dati magneticamente con un’alta stabilità usando un laser termico. Il laser modifica lo stato fisico delle celle di memoria e diventa possibile memorizzare gruppi di bit in un’area più piccola senza esporsi agli effetti del superparamagnetismo che affliggono gli hard disk tradizionali.
La tecnologia richiede l’utilizzo di nuove testine e piatti che saranno per il momento progettati e prodotti dalla stessa Seagate.

Toshiba, dal canto suo, dovrebbe presentare il primo hard disk MAMR da 18 TB più avanti, sempre nel corso di quest’anno anche se l’obiettivo è migrare successivamente alla tecnologia HAMR (non ci sono però indicazioni temporali) anche perché quest’ultima, nel lungo termine, dovrebbe consentire di ottenere le massime performance in termini di densità di bit a parità di area sul supporto di memorizzazione.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti