WhatsApp: chiamate VoIP dal 2015. Bilanci e perdite

Il supporto per le chiamate VoIP ci sarà. Lo ha confermato il CEO di WhatsApp, Jan Koum, spiegando però che gli utenti della popolarissima applicazione potranno effettuare le prime chiamate solo all'inizio del 2015.

Il supporto per le chiamate VoIP ci sarà. Lo ha confermato il CEO di WhatsApp, Jan Koum, spiegando però che gli utenti della popolarissima applicazione potranno effettuare le prime chiamate solo all’inizio del 2015.
Diversi problemi riscontrati in fase di sviluppo hanno infatti portato l’azienda, acquisita da Facebook per la somma di 21,8 miliardi di dollari (questo l’effettivo valore dell’accordo al momento della sua chiusura), a posticipare l’integrazione delle funzionalità VoIP.

Stando a quanto dichiaratod a Koum, su alcuni dispositivi mobili l’accesso al microfono non è cosa scontata e, di conseguenza, risulta al momento difficoltoso provvede ad un’efficace cancellazione del rumore di fondo durante le chiamate.
L’obiettivo dei programmatori di WhatsApp, inoltre, è quello di rendere possibile l’effettuazione di chiamate VoIP anche quando la copertura dati è scarsa. In diversi “mercati emergenti”, ha aggiunto Koum, la copertura è tutt’oggi garantita essenzialmente in modalità 2G/EDGE (Cosa significano le icone GPRS, E, 3G, H, H+, LTE sugli smartphone).

140 milioni di perdite per WhatsApp, solo 10 milioni di profitti

Obbligata a rendere pubblici i bilanci di WhatsApp, Facebook ha comunicato che – nel 2013 – la società fondata da Koum ha fatto segnare una perdita importante, pari a 138,5 milioni di dollari ed anche se la maggior parte della cifra è collegata alla remunerazione dei dipendenti sotto forma di pacchetti azionari (98,8 milioni), il segno negativo è molto più marcato rispetto al 2012 (allora le perdite furono pari a 55,6 milioni).
Per WhatsApp i profitti sono cresciuti nel 2013 fino a 10,2 milioni di dollari facendo registrare un passo in avanti rispetto al 2012 (3,8 milioni).

Nonostante il bilancio sia fortemente negativo, né Facebook né WhatsApp sembrano voler intervenire sugli strumenti utilizzati per monetizzare l’utilizzo del servizio da parte di circa 600 milioni di utenti ogni mese. “Non riteniamo di dover utilizzare la pubblicità come forma di sovvenzionamento di WhatsApp“, ha nuovamente puntualizzato Koum.

Eppure, il modello di business su cui si basa WhatsApp sembra essere molto fragile, allo stato attuale. La rivale LINE, ad esempio, il cui client di messaggistica è utilizzato ogni mese da circa 170 milioni di utenti e che, tra l’altro, integra già funzionalità per avviare conversazioni VoIP ed effettuare videochiamate, ha dichiarato di aver ottenuto profitti per una somma pari a 192 milioni di dollari nell’ultimo trimestre, il 17,7% in più rispetto al precedente periodo di osservazione.
LINE, infatti, monetizza la sua attività proponendosi come piattaforma per il download digitale di contenuti a pagamento, un approccio pioneristico che, certamente, pone in ombra WhatsApp.

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