Facebook potrebbe voler acquistare Opera

Facebook sarebbe in procinto di lanciare un'offerta per l'acquisto di Opera Software, la società norvegese che sviluppa l'omonimo browser (Opera) destinato ai sistemi desktop ed Opera Mini, prodotto concepito per i dispositivi mobili.

Facebook sarebbe in procinto di lanciare un’offerta per l’acquisto di Opera Software, la società norvegese che sviluppa l’omonimo browser (Opera) destinato ai sistemi desktop ed Opera Mini, prodotto concepito per i dispositivi mobili. Se le indiscrezioni trovassero conferma, Facebook potrebbe accedere direttamente nel mercato dei browser web facendo sentire subito la sua voce. La tecnologia alla base di Opera garantirebbe al social network di Mark Zuckerberg un prodotto completo ed affidabile: è facile prevedere come, dall’alto dei suoi 900 milioni di utenti registrati, Facebook possa fungere dal volano per un’ampia diffusione de browser norvegese.

Gli analisti osservano come Opera sia l’unico browser web di fascia alta che, al momento, potrebbe essere oggetto di un’acquisizione da parte di un’altra società. Tralasciando, ovviamente, Microsoft Internet Explorer, Google Chrome ed Apple Safari, restano due nomi: Mozilla Firefox ed Opera. È del tutto improbabile che Mozilla Foundation, organizzazione no-profit da sempre vocata all’opensource, al software libero, all’uso di standard “aperti”, possa prendere in considerazione una possibile vendita di Firefox. Il nome che resta tra i primi cinque browser è proprio Opera.

Sul versante desktop, secondo le ultime stime di NetApplications, Opera viene oggi utilizzato – a livello mondiale – dall’1,6% degli utenti. Lato “mobile”, invece, le cose paiono andare decisamente meglio: Opera Mini è accreditato del 12% del mercato con Opera che ha dichiarato circa 210 milioni di utenti su scala globale.

Facendo propria Opera, Facebook potrebbe “aggredire” in modo più efficace anche il mercato iOS offrendo un browser web – derivato ad esempio da Opera Mini – già preconfigurato per interagire al meglio con le funzionalità del social network. Come noto, Apple non permette a terzi di pubblicare sul suo “App Store” browser che non siano costruiti usando lo stesso motore sfruttato da Safari. La politica imposta dalla Mela prevede che gli sviluppatori non possano adoperare, sugli iPhone così come sugli altri dispositivi mobili prodotti e commercializzati dall’azienda oggi guidata da Tim Cook, motori alternativi per la gestione di codice JavaScript e per il rendering delle pagine web. Ecco quindi che, fatta eccezione per semplici “skin” concepite per il browser Apple Safari, software sviluppato e supportato dalla “società della mela”, nessun prodotto alternativo è sinora mai sbarcato su iOS.
Grazie ad Opera Mini, Facebook avrebbe invece immediatamente il benestare di Apple: il browser per i dispositivi mobili sviluppato da Opera è una di quelle applicazioni che su Apple iOS, infatti, ha avuto subito vita facile.
Sebbene Opera Mini consenta, di fatto, la “navigazione” sul web, Apple ha dovuto riconoscere come non si tratti di un vero e proprio browser e, per tale motivo, ne ha permesso la pubblicazione del prodotto sul suo store. L’ok nei confronti di Opera Mini è arrivato sulla base del particolare comportamento tenuto del browser della software house norvegese: le pagine web richieste dall’utente di Opera Mini vengono infatti prima elaborate dai server di Opera e compresse al massimo in modo da ridurre nettamente (sino al 90%) il quantitativo di dati scaricati attraverso la connessione “mobile”. Un approccio, questo, che tra l’altro fa risparmiare davvero molto a coloro che pagano la connessione dati (GPRS/EDGE/UMTS/HSDPA) con un profilo a consumo, in base al quantitativo di informazioni scambiate.

Va precisato che le voci di una possibile acquisizione di Opera da parte di Facebook potrebbero anche essere infondate. Va detto, tuttavia, che indiscrezioni sulla realizzazione di un browser web marcato Facebook si sono frequentemente susseguite nel corso del tempo. Si è sempre ritenuto che Facebook avrebbe sviluppato autonomamente il suo browser; a questo punto, però, un’intesa con Opera rappresenterebbe per la società di Zuckerberg una validissima scorciatoia.

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