Intel presenta le prime memorie Optane in formato M.2: serviranno da cache

Intel continua a investire sulla tecnologia Optane, figlia della tecnologia 3D Xpoint - partorita insieme con Micron -. Le prime memorie Intel Optane M.2 saranno moduli cache da 16 e 32 GB. Ecco a che cosa servono.

Intel e Micron hanno collaborato sullo sviluppo delle memorie 3D Xpoint. Mentre Intel, per la loro commercializzazione, ha scelto il nome Optane; Micron si è orientata su QuantX: I primi SSD basati sulla tecnologia QuantX (3D Xpoint) di Micron da giugno.

Da parte sua, appena qualche giorno fa, Intel ha presentato la sua prima unità SSD basata su Optane (Primo SSD Intel Optane con memoria 3D Xpoint: DC P4800X) e oggi ha tolto il velo dalla sua prima memoria Optane in formato M.2.


Difficile chiamarla però, almeno per il momento, “unità SSD”: la memoria M.2 appena presentata da Intel è infatti una memoria cache, disponibile nei tagli da 16 e 32 GB, dotata di interfaccia PCIe 3.0 x2 e con supporto per il protocollo NVMe.

I consumi energetici si aggirano intorno ai 3,5W in fase di utilizzo e 1,2W negli altri casi (quindi in idle), una specifica tecnica che per ora ne esclude l’impiego dei notebook (un SSD in stand-by non consuma più di 50 mW).

Il “fiore all’occhiello” della nuova memoria Optane è la latenza contenutissima sia in lettura che in scrittura: in questo caso si attesta a 6 microsecondi in lettura e 16 microsecondi in scrittura.
Le informazioni in lettura e scrittura sequenziale vengono trasferite fino a 1.200 MB/s e 280 MB/s mentre in lettura e scrittura random 4K si possono raggiungere, rispettivamente, 300.000 IOPS e 700.000 IOPS.
I tecnici di Intel sostengono che ciascuna memoria può scrivere 100 GB al giorno, quotidianamente, per cinque anni, senza presentare il benché minimo problema.

L’utilizzo di una memoria come quella proposta da Intel nel ruolo di cache non è una novità ed è pensato per sveltire le prestazioni del sistema nell’impiego delle applicazioni e nello svolgimento delle attività di ogni giorno.
Basti pensare che gli hard disk ibridi (SSHD) includono un SSD di piccole dimensioni che viene sfruttato per velocizzare il caricamento dei file più frequentemente utilizzati: sono il sistema operativo e il disco stesso a decidere quali elementi conservare nella cache.

Il concetto, nel caso delle unità M.2 di Intel, è sostanzialmente identico: le memorie cache Optane possono essere affiancate a supporti di memorizzazione SATA, siano essi hard disk tradizionali o SSD e soltanto sulle schede madri della serie Intel 200.

La società di Santa Clara assicura che il balzo in avanti in termini di performance sarà davvero notevole.
La commercializzazione delle unità cache Optane M.2 inizierà il prossimo 24 aprile. I prezzi? 44 dollari per la versione da 16 GB e 77 dollari per quella da 32 GB.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti