Buona parte di noi utilizza i servizi Google vuoi perché possiede un dispositivo mobile Android vuoi perché si serve del motore di ricerca dell’azienda di Mountain View e dispone per esempio di un indirizzo email Gmail o, ancora, perché a livello professionale si usa Google Workspace o Meet.
Semplicemente effettuando il login al proprio account utente dalla home page del motore di ricerca di Google (sui sistemi desktop e notebook così come sui dispositivi mobili), l’azienda di Mountain View registrerà tutte le ricerche effettuate nel corso del tempo.
Le mie attività Google servono proprio a questo ovvero a controllare quali informazioni personali vengono memorizzate nell’account Google e quindi sui server dell’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin.
Non serve che la sincronizzazione di Chrome sia abilitata (Password salvate: come e dove trovarle): perché le attività di ricerca vengano conservate da parte di Google è sufficiente, come indicato in precedenza, aver effettuato il login al proprio account utente. La presenza di un circoletto nell’angolo superiore destro del motore di ricerca Google (spostandovi il puntatore del mouse o cliccandovi su dispositivo mobile si leggerà il nome dell’account in uso) conferma che il login è stato effettuato.
Esaminando quanto riportato nella parte superiore della pagina, si può notare che le attività web e app ovvero le ricerche sul motore di ricerca, i siti aperti a partire da quest’ultimo e le applicazioni usate sui dispositivi mobili saranno automaticamente memorizzati. Lo stesso avviene per la cronologia delle posizioni (Google memorizza gli spostamenti dell’utente registrando le informazioni sulla posizione geografica dello smartphone; vedere la pagina che riporta la cronologia degli spostamenti) e per le attività svolte su YouTube.
Cliccando su ciascuna voce si possono personalizzare gli aspetti de Le mie attività Google che vengono memorizzati. Consigliamo comunque di fare riferimento a questa pagina per controllare tutte le possibili configurazioni.
Nel caso delle attività web e app si può eventualmente escludere la registrazione dei comandi vocali e delle richieste avanzate all’assistente digitale che di norma sono trasformate in testo.
Per tutte le informazioni memorizzate da Google sui suoi server è possibile specificare eventualmente dopo quanto tempo debbano essere automaticamente cancellate (Eliminazione automatica): ad esempio una volta trascorsi 3, 18 o 36 mesi.
Nella pagina Le mie attività Google si possono quindi verificare i siti web visitati, le applicazioni via a via avviate, le destinazioni raggiunte, i video guardati e cercati su YouTube.
Il motivo di tutto questo? Da un lato Google ha l’obbligo di usare un comportamento trasparente con i suoi utenti indicando quali dati vengono memorizzati sui suoi server e offrendo la possibilità di rimuoverli semplicemente.
Dall’altro la pagine Le mie attività Google mette in evidenza dove verso quale direzione sta guardando l’azienda di Mountain View: la registrazione delle attività svolte dagli utenti sul Web o su alcuni servizi e applicazioni consente di migliorare il comportamento del servizio Google Discover e dello stesso Google Assistant permettendo di offrire informazioni sempre pertinenti e selezionate sulla base degli specifici interessi dei singoli individui (“ricerca predittiva“): Posizionare un sito su Google: cosa cambierà nel 2021.
Usando la pagina Le mie attività Google non soltanto è possibile esaminare quanto memorizzato sui server dell’azienda ma anche risalire a una pagina web che si era visitata quando si era cercato qualcosa di proprio interesse.
Basta scrivere uno o più termini nella casella Cerca nelle tue attività e premere Invio.
Con un clic sul pulsante Elimina si può eventualmente chiedere di cancellare per sempre le attività memorizzate nell’account Google. Si possono rimuovere tutte le informazioni o quelle raccolte durante una specifica finestra temporale.
Quanto descritto mette bene in evidenza quanto sia importante proteggere gli account Google con l’autenticazione a due fattori: Autenticazione a due fattori attiva dal 7 luglio su tutti gli account Google. Viceversa utenti non autorizzati potrebbero avere gioco facile per stabilire quali informazioni vengono cercate in rete da parte dell’utente.