Mercato dei browser e tecnologie per il web: presente e futuro secondo Mozilla

Browser web: presente e futuro della Rete. Ne abbiamo parlato con Tristan Nitot (nella foto), presidente di Mozilla Europe.

Browser web: presente e futuro della Rete. Ne abbiamo parlato con Tristan Nitot (nella foto), presidente di Mozilla Europe. Classe 1966, francese, Nitot è ai vertici di Mozilla, in ambito europeo, dal 2004: all’inizio dell’anno fondò infatti Mozilla Europe.

Abbiamo voluto interpellare Nitot, dapprima, sullo stato del mercato dei browser web cercando di conoscere la posizione di Mozilla su numerose vicende che si sono susseguite almeno da un anno a questa parte. Successivamente abbiamo parlato degli aspetti tecnici e tecnologici legati allo sviluppo dei prodotti della società partendo, ovviamente, da Firefox.
Nel corso della nostra intervista abbiamo posto qualche domanda “scomoda” sul posizionamento di Firefox rispetto agli altri “competitors” e sulle strategie che Nitot ritiene possano essere messe in campo, da un lato, per continuare a guadagnare quote di mercato, dall’altra per contrastare l’ascesa di altri moderni browser come Chrome e Safari.

Dal punto di vista tecnico, abbiamo affrontato il tema della tutela della privacy degli utenti e delle misure di sicurezza che Mozilla intende mettere in campo per salvaguardare “l’integrità” dei sistemi client. Mettendo sul piatto l’argomento “sandbox” (ved., a tal proposito questi nostri articoli) e citando quanto fatto dai tecnici di Google in Chrome sin dalla prima versione del browser, Nitot ha preferito non offrire dettagli sulle mosse future di Mozilla. Le risposte di più ampio respiro hanno riguardato le novità della versione 3.6.4 di Firefox, qualche interessante anticipazione sulla 4.0, l’estensione del servizio “Plugin Check” a tutti i browser (compresi quelli “rivali”) e gli aspetti prestazionali.

Molto utili le conferme che abbiamo avuto in tema di gestione della privacy, del rapporto di Mozilla con il mondo “mobile”, della posizione dell’azienda in merito alla veicolazione di contenuti multimediali attraverso le pagine web.

Nel caso abbiate ulteriori domande da porre, attendiamo i vostri interventi ed i vostri commenti. Cercheremo di inviarle “ai vertici” di Mozilla nel prossimo futuro. Buona lettura.

IlSoftware.it: Innanzi tutto la ringraziamo per aver accettato la nostra intervista. Può illustrarci il suo ruolo all’interno di Mozilla e spiegare come funziona il modello collaborativo dei volontari che, a livello internazionale, seguono lo sviluppo dei vostri prodotti?

Tristan Nitot, Mozilla Europe: Sono fondatore e presidente di Mozilla Europe, organizzazione “no-profit” la cui missione è “assicurarsi che la rete Internet si sviluppi in maniera tale che chiunque possa trarvi beneficio“. Maggiori dettagli sulla nostra “mission” sono consultabili facendo riferimento al “Manifesto” di Mozilla.
Per raggiungere il nostro obiettivo ci affidiamo alla comunità globale della quale disponiamo: grazie ad essa possiamo realizzare software opensource come Firefox, l’apprezzato browser web.

Il panorama attuale dei browser web ed il mercato
Partiamo proprio da Mozilla Firefox. Le ultime statistiche di Netapplications accreditano Firefox di una quota di mercato media, a livello mondiale, pari al 24,3% mentre Internet Explorer è sceso, già ad aprile, sotto la soglia del 60%. Come valuta le “performance” di Firefox e quali sono i dati in vostro possesso?

Ritengo che i dati di Net Applications siano piuttosto verosimili. Purtuttavia, debbo dire che in Europa stiamo facendo registrare dati ancora migliori. In Polonia, ad esempio, Mozilla Firefox ha superato la soglia del 50%. Lo testimoniano le statistiche pubblicate a questo indirizzo.

(Secondo le statistiche di NetApplications aggiornate a maggio 2010, Internet Explorer godrebbe di una quota di mercato complessiva pari al 59,75% perdendo lo 0,2% rispetto ad aprile e lo 0,9% rispetto a marzo; Firefox deterrebbe il 24,32% con una flessione dello 0,27% rispetto ad aprile; Chrome, invece, si sarebbe portato al 7,04% con un guadagno dello 0,31% rispetto al mese precedente; Safari pressoché stabile con il 4,77%; Opera crescerebbe dello 0,13% portandosi al 2,43%, n.d.r.).

Sempre stando ai dati diffusi da Netapplications, Internet Explorer avrebbe perso il 10% in un anno. Quali sono, secondo Lei, le principali motivazioni che stanno determinando una contrazione della quota di mercato detenuta da Internet Explorer?

E’ una combinazione di più concause. Fondamentalmente, gli utenti richiedono innovazione, estensibilità, velocità e semplicità d’uso. Firefox è stato in grado di spostarsi simultaneamente verso queste quattro direzioni sebbene ci sarebbe molto da argomentare sulle altre motivazioni che hanno decretato il successo del nostro browser, impiegato oggi da 400 milioni di persone a livello mondiale.

Quanto può avere realmente inciso l’esposizione del cosiddetto “ballot screen” (ved. anche questi nostri articoli di approfondimento), la schermata per la scelta del browser da impostare come predefinito, agli utenti europei? Un altro vostro concorrente, Opera Software, a pochi giorni dal varo del “ballot screen” dichiarò di aver triplicato i download del browser. Quali variazioni ha invece riscontrato Mozilla?

Sono gli utenti europei ed essere usciti vittoriosi dopo l’avvio del processo che ha portato all’esposizione del “ballot screen“. Molti utenti hanno avuto per la prima volta l’opportunità di scegliere realmente quale browser installare ed utilizzare. E questo può aver inciso sul numero dei download (dei prodotti alternativi ad Internet Explorer. Mozilla Europe non ha fornito delle statistiche precise informandoci che verremo avvisati non appena tali informazioni saranno rese disponibili, n.d.r.).

Restiamo sull’argomento “ballot screen”. Abbiamo seguito l’intera vicenda che ha portato la Commissione Europea ad accettare la soluzione proposta da Microsoft. Inizialmente sembrava che in ambito europeo dovesse essere commercializzata una versione di Windows 7 priva di Internet Explorer (doveva chiamarsi Windows 7 “E”). Mitchell Baker espresse forti dubbi rispetto alla soluzione “ballot screen”, che è poi stata accettata, spiegando che Internet Explorer resterebbe comunque in una posizione favorevole rispetto ai browser concorrenti. La Baker aggiunse che la scelta di un altro prodotto come browser predefinito, non implica che esso prenda pienamente il posto di Internet Explorer. Qual è la vostra posizione ad ormai parecchi mesi di distanza dalla “girandola” di dichiarazioni che accompagnò il debutto del “ballot screen”? “Detto tra noi”, non ritiene che Apple possa essere nella stessa situazione con la coppia Mac OS X – Safari?

Sebbene il meccanismo del “ballot screen” abbia ricevuto una così grande attenzione, crediamo che i principi di base che Microsoft è tenuta ad adottare per rispettare le scelte compute dall’utente restino ancor più importanti per la salvaguardia del mercato nel lungo termine.
E sebbene sia Apple che Microsoft possano trarre beneficio, in termini di distribuzione, dall’integrazione del browser web all’interno dei rispettivi sistemi operativi, c’è una differenza sostanziale, da un punto di vista legale, tra le due realtà: Microsoft gode di una posizione dominante. Cosicché le regole antitrust che si applicano nel caso di Microsoft non “interessano” Apple.

Un browser che sta entrando prepotentemente “in classifica” è Chrome. Il prodotto, sviluppato da Google, pur essendo ancora ben lontano dalle quota di utenza di Firefox ha fatto segnare, ad aprile 2010, uno “share” del 6,7% circa mentre un anno prima era poco sopra il 2%. Come valuta la “discesa in campo” di Google nell’area dei browser web e le percentuali di Chrome rispetto a Firefox?

Chrome è un prodotto interessante. Nonostante alcuni lo considerino un “concorrente” di Firefox, lo vedo come un altro software in grado di contrastare Internet Explorer che è comunque, ad oggi, il leader in termini di quote di mercato.

Aspetti tecnici e tecnologici: Firefox

Passiamo alle novità di Firefox. Al momento si parla di due nuove versioni, la 3.6.4 e la 4.0. La 3.6.4, se non sbaglio, raccoglie l’eredità della release 3.7 la cui uscita è stata cancellata preferendo implementare le modifiche direttamente nel ramo 3.6.x. Il rilascio della versione 3.6.4 è previsto per il prossimo 1° giugno: può anticiparci le principali novità con particolare riferimento all’adozione del progetto “Lorentz”?

Stiamo accelerando il passo. L’obiettivo è quello di mettere il lavoro che stiamo compiendo nello sviluppo di Firefox nelle mani degli utenti, prima possibile. Una delle novità che debutteranno più a lungo termine e sulle quali ci stiamo concentrando, consiste nel suddividere il funzionamento di Firefox in più processi separati. Il primo passo in questa direzione si avrà con il rilascio della versione 3.6.4 di Firefox all’interno della quale tutti i plugin come Flash, Quicktime e Silverlight opereranno utilizzando dei processi separati. Ciò avverrà sui sistemi Windows e Linux mentre un’analoga funzionalità sarà introdotta successivamente in Mac OS X. Si tratta di quella che abbiamo battezzato “crash protection“.
Dal momento che non saranno introdotti sull’interfaccia utente di Firefox, abbiamo pensato che non fosse il caso di ritenere la nuova versione del browser una “major version” e quindi abbiamo ritenuto di non battezzarla “3.7”.

Installando l’aggiornamento 3.6.4 di Firefox, gli utenti noteranno i maggiori benefici in termini di stabilità del prodotto.

Alcuni plugin in circolazione, infatti, non sono così stabili come ci si augurerebbe, provocando purtroppo dei crash del browser. Si tratta di situazioni gravose per gli utenti che sono però egualmente imbazzanti anche per Mozilla. E ciò perché in questi casi sono due gli aspetti che si combinano:
– Quando un plugin va in crash, in Firefox, causa il blocco dell’intero browser web. L’utente non riesce a stabilire il responsabile dello spiacevole evento e generalmente ritiene che è Firefox ad essere andato in crash sebbene, in realtà, non si tratti di un problema nel codice alla base del funzionamento di Firefox.
– Mozilla non controlla il codice runtime del plugin né il codice dell’applicazione (nel caso di Flash): noi non possiamo quindi risolvere i bug relativi a tali componenti in maniera autonoma.

Con l’arrivo della versione 3.6.4 del browser, eseguiremo i plugin in un processo separato. Ciò significa che se un plugin andrà in crash, Firefox non lo seguirà e non andrà anch’esso in crash. Il salto di qualità in termini di stabilità sarà così davvero marcato.

Quindi, con la versione 3.6.4 anche Firefox si avvicina sempre più al concetto di “sandbox”. Le novità introdotte consentiranno, allo stato attuale, di evitare che l’intero browser si blocchi o vada in crash in seguito ad un malfunzionamento dei plugin oppure ci saranno benefici anche in termini di sicurezza?

Ci saranno anche alcuni benefici in termini di sicurezza ma si tratta di innovazioni di minore entità se paragonati agli enormi progressi compiuti sul versante della stabilità del prodotto.

Quando inizierà Firefox ad “isolare” ogni finestra ed ogni scheda (“tab”) aperta durante la navigazione in un processo a sé stante evitando così che un malware possa utilizzare i privilegi dell’account utente che ha inizialmente lanciato il browser? Secondo le indiscrezioni, Mozilla starebbe già lavorando sul tema (progetto “Electrolysis”): il meccanismo di “sandboxing” vero e proprio debutterà in Firefox 4.0?

Il progetto “Electrolysis” è incentrato proprio sulla separazione dei processi utilizzati da Firefox. E’ tuttavia troppo presto per discutere su ciò che è destinato ad essere “separato” (ad esempio, un processo per scheda/finestra oppure un processo per l’interfaccia utente, un altro per il rendering e così via).

A proposito di Firefox 4.0, quali sono le principali novità delle quali si farà portatore la nuova versione del vostro browser? Qual è la data di lancio del prodotto, così come attualmente programmata? E che probabilità ci sono che tale data venga rispettata?

Il rilascio di Firefox 4 è pianificato per la fine dell’anno ma, come sempre, i rilasci sono condizionati dal rispetto degli standard di qualità; non si può semplicemente parlare “di date”. Per questo motivo, Firefox 4 verrà rilasciato… non appena sarà pronto.

Firefox 4 porterà molte novità a beneficio di semplici utenti e sviluppatori web. L’aspetto prestazionale è la priorità numero uno, con particolare riguardo al tempo di avvio del browser, alla velocità generale nel rispondere alle richieste dell’utente, all’esecuzione di codice JavaScript, alle performance DOM sino all’utilizzo delle GPU per il rendering di fonti di carattere e pagine web.

La prossima versione del browser farà uso di una nuova interfaccia utente: il nostro obiettivo consiste nel fare in modo che le persone possano effettuare operazioni sul web in modo più rapido rispetto a quanto accade adesso ed, allo stesso tempo, che si abbia un maggior controllo su ciò che si sta facendo.

Tra le novità appannaggio degli utenti, ricordo la nuova interfaccia, il nuovo gestore delle estensioni, le nuove funzionalità per la gestione delle schede. Per quanto concerne gli sviluppatori, invece, posso citare il parser HTML5, le transizioni CSS3, il supporto per WebM, WebSockets, PushState, per le “gestures“, il “multi touching” e così via.

Aspetti prestazionali. Il web è evoluto moltissimo rispetto a ciò che era appena qualche anno fa. Sono sempre più comuni le applicazioni Web 2.0 che offrono uno spiccato livello di interazione con gli utenti. Ecco che quindi è sempre più comune imbattersi in siti web che fanno ampio utilizzo di AJAX o comunque di larghe porzioni di codice JavaScript. La sfida, per i browser web, è divenuta quella di eseguire quanto più rapidamente possibile il codice JavaScript in modo da garantire le prestazioni migliori. Test effettuati con il famoso benchmark “SunSpider” hanno evidenziato “score” più ridotti, per Firefox 3.6.3, rispetto ai rivali Opera, Chrome e Safari, rispettivamente in prima, seconda e terza posizione. Conferma questi risultati e quali novità saranno introdotte in Firefox per colmare il divario?

Sunspider è uno dei benchmark oggi disponibili ed è certamente piuttosto affidabile per la misurazione delle performance dei browser web nell’esecuzione di codice JavaScript. Stiamo lavorando alacremente per sopravanzare gli altri browser in questo campo. Ad ogni modo, vorrei rimarcare come, fondamentalmente, si abbiano due classi di browser: quelli moderni, incluso Firefox e gli altri che avete nominato, che sono davvero veloci ed il vecchio Internet Explorer (nelle versioni 6, 7 e 8), assolutamente lento se comparato con gli altri prodotti.
Ora, è certamente cosa buona misurarsi per guadagnare la vetta della classifica e guadagnare tempi dell’ordine dei millisecondi nell’esecuzione di codice JavaScript, tuttavia ritengo che l’aspetto più importante sia, per il momento, incoraggiare gli utenti ad utilizzare un browser web moderno. In questo modo si renderà più facile la vita agli sviluppatori che cercano di mettere a punto siti web innovativi fidando sulla compatibilità con i browser web più veloci, potenti e che supportano gli standard.

Abbiamo particolarmente apprezzato la decisione di Mozilla di estendere il funzionamento del servizio “Plugin Check” (accessibile, da Firefox, cliccando sul menù “Strumenti, Componenti aggiuntivi” quindi cliccando il pulsante “Cerca aggiornamenti” in basso) a tutti i principali browser web. E’ cosa nota, infatti, che l’utilizzo di plugin ormai superati comporta enormi rischi esponendo a numerose tipologie d’infezione durante la “navigazione” sul web. Vuole parlarci dell’iniziativa indicando quanti e quali differenti plugin il vostro servizio è capace di rilevare?

Penso che la nostra decisione di estendere l’utilizzo del servizio “Plugin Check” agli altri più comuni browser ben evidenzi come l’atteggiamento tenuto da Mozilla sia diverso da quello di altri vendor. Siamo l’unica organizzazione “no profit” nel mercato dei browser e la nostra missione è quella di rendere il web migliore, a beneficio di tutti.
Firefox è certamente lo strumento più ovvio sul quale stiamo cercando di fare leva per raggiungere il nostro obiettivo. Anche “Plugin Check“, tuttavia, ha la stessa ambizione: contribuire a rendere il web più sicuro coinvolgendo le persone che non usano Firefox.

Una ricerca di Trusteer aveva concluso che addirittura l’80% di coloro che “navigano” sul web utilizzano una versione obsoleta (e quindi potenzialmente pericolosa) dell’Adobe Flash Player. Adobe si è recentemente attivata inserendo, ad esempio, in Adobe Reader un nuovo meccanismo di aggiornamento automatico che ha come obiettivo quello di mettere in sicurezza, mediante l’installazione dell’ultima versione del software, quanti più sistemi possibile. Pensa che meccanismi come “Plugin Check” rappresentino la soluzione definitiva oppure sarebbe auspicabile che fosse Windows a controllare lo stato di aggiornamento dei vari software e dei componenti aggiuntivi (un po’ come è stato fatto con l’introduzione dei controlli sulla presenza di un software antivirus e sul relativo stato)?

Ritengo che sia responsabilità di tutti fare in modo che il sistema dell’utente sia il più possibile sicuro. Noi stiamo facendo la nostra parte con Firefox (che integra “Plugin Check” sin dalla versione 3.6) e stiamo cercando di andare ancor più in profondità offrendo il servizio anche agli utenti degli altri browser.
C’è però un limite a quello che possiamo fare in questo campo: ci auguriamo comunque di dare l’esempio e di aumentare la consapevolezza sull’argomento.

Privacy, video sul web e mondo “mobile”

Il tema della privacy: la posizione di Mozilla
Vorremmo avere qualche aggiornamento sul cosiddetto “cascading style sheets history attack”. Un sito come “WhatTheInternetKnowsAboutYou” mostra come, impiegando semplice codice JavaScript, sia possibile stabilire se l’utente collegato abbia o meno visitato un insieme di pagine web. Mozilla avrebbe dichiarato di essere al lavoro per individuare una possibile soluzione. Si tratta di una seccatura non da poco per i vari vendor che si sono rapportati in maniera differente al problema. Come pensa Mozilla di trattare la problematica?

Per molti anni è stato possibile, per un sito web “maligno”, di verificare se l’utente avesse o meno visitato una specifica pagina Internet utilizzando proprio i CSS (Cascading Style Sheets).
Come sapete, i link facenti riferimento ai siti web già visitati vengono visualizzati con una colorazione differente (blu per i link già visitati, violetto per quelli non ancora consultati).
Se un sito web malevolo desidera stabilire, ad esempio, se l’utente abbia o meno visitato google.com, tutto ciò che deve fare è inserire nella pagina un link verso il motore di ricerca di Google e verificare, mediante l’utilizzo di JavaScript e dei CSS (ricorrendo alla proprietà “:visited“), se il link è stato prodotto con il colore blu o viola.
Maggiori dettagli sul problema sono reperibili in questo articolo ed in questa pagina (IlSoftware.it ha più volte affrontato la tematica in questi articoli, n.d.r.).

In breve, noi abbiamo previsto di modificare il comportamento di Firefox in modo tale che “menta” ogniqualvolta una pagina web richieda se un link sia stato o meno visitato. Grazie a questo approccio, la privacy dell’utente sarà così protetta.

Agli inizi di aprile, Microsoft è andata all’attacco di Google Chrome affermando che il browser di Mountain View non rispetterebbe la privacy degli utenti. Microsoft, con le parole di Pete LePage, puntò il dito sulla barra degli indirizzi di Chrome che, come già emerso in occasione del lancio del prodotto, non funge solo da casella per la digitazione degli URL ma anche da punto di partenza per le ricerche sul web. La barra mette infatti in atto uno scambio di dati con i server di Google ogniqualvolta l’utente digita un tasto, ad esempio, per scrivere un URL od un termine di ricerca. Su Internet Explorer una simile funzionalità (“Suggested pages”) non è attivata di default.
La pagina di critica nei confronti di Google fu poi rimossa (restituisce il classico errore 404). In quell’occasione, si fece comunque osservare che il destinatario del traffico in uscita può essere Google od un altro motore di ricerca (Microsoft Bing, ad esempio), a seconda delle scelte operate dall’utente. Qual è la posizione di Mozilla rispetto alla questione? Firefox si limiterà sempre a segnalare siti web attingendo a cronologia e segnalibri oppure si interfaccerà con i motori di ricerca?

Mozilla è estremamente attenta quando si parla di privacy. Incoraggio i lettori a leggere la nostra “Privacy Policyin questa pagina. Riassumendo, alla base del nostro modello di business non c’è la monetizzazione dei dati raccolti sui sistemi client degli utenti: questo asserto è confermato dalla tecnologia che produciamo. Ad esempio, Mozilla mette a disposizione un servizio che consente di memorizzare sui server dell’azienda i dati relativi alla cronologia ed all’elenco dei siti web preferiti (“bookmark”) degli utenti. Il nome di questo servizio è “Firefox Sync“. Sync è molto diverso dai servizi concorrenti per due motivi:
– I dati degli utenti vengono crittografati localmente (sulla macchina client) in modo tale che Mozilla non possa mai avere visibilità alcuna su tali informazioni cifrate. Ne consegue che la nostra azienda non condivide tali dati con altri soggetti.
– Il codice alla base del funzionamento del servizio Sync è opensource, così come qualunque altro software da noi sviluppato. In questo modo, il servizio può essere installato dagli utenti sui propri server, localmente, siano essi sistemi di un’azienda, di una scuola o di una qualunque altra organizzazione.

Flash, HTML5, codec video e standard aperti
Un tema ultimamente molto scottante è la decisione, da parte di Apple, di non supportare la tecnologia Adobe Flash all’interno dei propri dispositivi mobili (ad esempio iPhone ed iPad). Può chiarirci la posizione di Mozilla rispetto a questa vicenda? Si tratta forse di una decisione prematura dal momento che HTML5 non è stato ancora ufficialmente approvato e che non c’è accordo per l’uso di un codec video da parte dei vari produttori di browser web?

Solo il tempo potrà fornire delle risposte. Mozilla è certamente dalla parte degli “standard aperti” ma è altrettanto vero che moltissimi siti web poggiano su Flash (non sempre per delle buone ragioni, comunque). Il fatto che la nostra società abbia portato a 400 milioni di persone, grazie al supporto di HTML5 a parteire dalla versione 3.5 di Firefox, circa un anno fa, la possibilità di riprodurre video sul web in modo nativo è sicuramente qualcosa di significativo. Si avrà meno bisogno di Flash i cui principali campi di applicazione sono la distribuzione di contenuti video e l’advertising. Ritengo che ci vorrà comunque del tempo perché Flash venga sostituito dagli standard aperti per il web.

Ritiene che il progetto WebM, lanciato da Google, che tra l’altro poggia sull’impiego del codec royalty-free VP8, possa “mettere tutti d’accordo”? Ben conoscendo la posizione di Mozilla nei confronti di H.264, quali codec video supporterà Firefox ed a partire da quale versione?

Di sicuro confidiamo che WebM possa essere accettato dal mercato e da parte dell’utenza.
Per quello che ci riguarda, noi già integriamo il codec Ogg Theora sin dallo scorso anno (versione 3.1 beta di Firefox del mese di marzo 2009) e le versioni “pre-alpha” di Firefox 4 già includono WebM e Theora. Gli interessati possono trovare maggiori informazioni sull’argomento in questa pagina.

Recentemente è arrivata la notizia della decisione, da parte di Microsoft, di affiancare Mozilla ed Opera sostenendo il formato WOFF presso il W3C. Ci può parlare dell’iniziativa e di quali benefici porterà per gli utenti?

WOFF è l’acronimo di “Web Open Font Format“. Il suo obiettivo consiste nel permettere agli autori di pagine web di produrre migliori contenuti utilizzando le fonti di carattere. La bellezza di WOFF è che si tratta di un formato compresso (il download delle informazioni, quindi, è più veloce) ed è direttamente supportato dai designer di fonts.
Supportando questo standard, miriamo a consentire agli sviluppatori di produrre contenuti esteticamente più piacevoli (abbiamo pubblicato alcuni dettagli in questa pagina; altre informazioni sono disponibili in questo articolo su IlSoftware.it, n.d.r.).

Le finestre di Mozilla sul mondo “mobile”
Parliamo di dispositivi mobili. Firefox Mobile, conosciuto anche con il nome in codice di “Fennec” ha recentemente abbandonato il supporto di Windows Mobile. Potrebbe confermarci i motivi che hanno portato Mozilla alla decisione e qual è il futuro del vostro browser per telefonini e smartphone? Al momento l’unica piattaforma supportata ci risulta essere Maemo. A quando una versione per Android? Su quali aspetti si concentrerà Mozilla e quali innovazioni apporterà rispetto ad Opera Mini (sbarcato recentemente anche su piattaforma Apple)?

Windows Phone 7 è una piattaforma interessante ed ha il potenziale per far bene sul mercato. Sfortunatamente, però, Microsoft ha deciso di impedire lo sviluppo di applicazioni “native”. In forza di ciò non siamo al momento in grado di fornire una versione di Firefox per Windows Phone 7.
Posto il fatto che Microsoft sta puntando, per il suo futuro in campo “mobile”, su Windows Mobile 7 (e non sulla versione 6.5) e dal momento che non sappiamo se Microsoft rilascerà un kit di sviluppo per applicazioni “native”, siamo stati costretti a sospendere lo sviluppo del nostro browser per Windows Mobile.

Stiamo invece facendo grandi passi in avanti per quanto riguarda il supporto di Android. Il nostro obiettivo è rilasciare una versione di Firefox per tale piattaforma più avanti, nel corso di quest’anno. Al momento ci troviamo agli inizi della fase di sviluppo (pre-alpha).
Il nostro intento è quello di fare in modo che le versioni di Firefox Mobile per le varie piattaforme abbiano in comune un consistente insieme di funzionalità pur non tralasciando le specificità di ciascun sistema operativo e le caratteristiche uniche che ciascuno di essi può offrire.

La posta elettronica targata Mozilla e le iniziative in cantiere

Mozilla non è attiva solo sullo sviluppo di Firefox ma sta anche lavorando sul miglioramento del client di posta elettronica Thunderbird. Abbiamo già avuto modo di recensire e presentare ai nostri lettori le novità della terza versione del prodotto. Su quali funzionalità “inedite” sta lavorando il vostro team di sviluppo? A quale segmento di utenza vuole rivolgersi Thunderbird: solamente consumer od anche business?
Quali funzionalità pensa vengano aggiunte per favorire l’adozione di Thunderbird da parte di professionisti ed aziende? Saranno introdotte nuove caratteristiche volte a facilitare la sincronizzazione degli archivi di posta e l’interazione, ad esempio, con server Exchange?

Thunderbird è una soluzione per la gestione della posta elettronica che si rivolge a tutti i possibili segmenti di utenza: per coloro che ne fanno un impiego “casalingo”, per i professionisti e le piccole imprese, per gli impiegati presso società di grandi dimensioni.

Gli aspetti “funzionali” come la nuova funzionalità di ricerca e la “navigazione a schede” tra i vari messaggi di posta elettronica ben si coniugano con le esigenze degli utenti di poter confidare su un prodotto valido e sicuro, sia per le comunicazioni personali che per quelle relative al proprio business.

Thunderbird è già ampiamente utilizzato presso aziende, università ed agenzie governative che apprezzano la filosofia opensource seguita dal nostro client di posta, l’aderenza agli standard, il supporto di molti linguaggi e di molteplici sistemi operativi.

Verranno introdotte funzionalità PIM (i.e. Lightning) in Thunderbird?

Ligthning è già disponibile sotto forma di add-on per Thunderbird. Anche nel caso di Thunderbird, rendiamo il programma più flessibile grazie al supporto per gli add-on ed all’abilità del client di posta di visualizzare contenuti web. In questo modo gli utenti possono scegliere la loro soluzione PIM preferita.

Thunderbird non ha goduto del medesimo successo che ha contraddistinto Firefox sin dalle sue primissime versioni. Con quali strumenti Thunderbird mira ad affermarsi in un mondo che sembra guardare sempre più al cloud ed al tutto fruibile sul web. Si pensi, ad esempio, all’elevatissima integrazione (Gmail compreso) dei servizi online di Google.

Thunderbird usa le medesima piattaforma tecnica impiegata da Firefox: in questo modo possiamo trarre vantaggio delle stesse tecnologie che sono supportate da parte del nostro browser. Un buon esempio è “Personas“: il gestore dei temi è stato convertito in un add-on per Thunderbird ed è fruibile anche dal client di posta come avviene nel caso di Firefox.
Siamo anche al lavoro su un add-on che trae ispirazione dal progetto “Weave” e che permetterà agli utenti di Thunderbird di sincronizzare le proprie preferenze “in-the-cloud“.
Relativamente al supporto di “Weave” in Thunderbird forniremo maggiori dettagli non appena l’add-on sarà pronto.

Qualche anticipazione sulle prossime iniziative di Mozilla?

Certamente. Firefox 4 è il progetto che ci impegna maggiormente e sul quale stiamo riponendo gran parte dei nostri sforzi. Altre iniziative, comunque, “bollono in pentola”.
Per quanto riguarda i servizi, è importante “Firefox Sync” (conosciuto anche con il nome di “Weave“) che, tra l’altro, si propone come un’innovazione nel rispetto della privacy degli utenti (ne abbiamo parlato in precedenza).

I Mozilla Labs hanno poi in cantiene dei progetti piuttosto stimolanti: cito, ad esempio, JetPack. Si tratta di una soluzione che permetterà agli sviluppatori web di divenire sviluppatori di estensioni: in questo modo essi saranno più coinvolti ed apporteranno più innovazione nell'”ecosistema” degli add-on.

Parlando di qualcosa meno spiccatamente “technology-oriented“, ma sicuramente per noi importante, ricordo il progetto Drumbeat. Un’iniziativa con la quale ci proponiamo di rivolgerci ad una più ampia platea. Obiettivo: mantenere il web aperto.

Un sentito ringraziamento da parte della redazione a Tristan Nitot per il tempo che ci ha dedicato.

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