FBI e Casa Bianca si mobilitano per fermare la botnet di Volt Typhoon

Allerta Volt Typhoon, negli Stati Uniti si preparano a smantellare un'enorme botnet gestita da cybercriminali cinesi.
FBI e Casa Bianca si mobilitano per fermare la botnet di Volt Typhoon

Una sofisticata botnet, organizzata dal gruppo di cybercriminali cinese noto come Volt Typhoon, si sta diffondendo rapidamente negli Stati Uniti.

La struttura, costituita da un numero enorme di router domestici e di piccole imprese, ha assunto dimensioni preoccupanti oltreoceano, tanto che la stessa Casa Bianca è scesa in campo per bloccare i criminali informatici.

Secondo Reuters, infatti, il governo americano ha chiesto all’FBI di smantellare la botnet, mettendo fine alle sue attività. L’infrastruttura si è diffusa in vari settori americani, spaziando da quello governativo all’IT, senza risparmiare difesa e servizi di pubblica utilità.

Il principale obiettivo della botnet controllata da Volt Typhoon è di tenere sotto controllo il territorio americano di Guam, diventato strategicamente importante in conseguenza alle tensioni tra Cina e Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda Taiwan. Un attrito che, già in passato, ha visto attacchi informatici di vario tipo.

La botnet di Volt Typhoon spaventa gli Stati Uniti

Stando a Reuters, negli scorsi giorni alla Casa Bianca si sarebbero verificati diversi incontri tra governo e rappresentanti di colossi tecnologici. Il fine di questi meeting sarebbe proprio il controllo delle attività di Volt Typhoon. In questo occasioni, il governo americano avrebbe dato l’autorizzazione all’FBI di intervenire duramente per smantellare la botnet il prima possibile.

Visto che governo e FBI non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito, dunque non è dato sapere come effettivamente l’agenzia governativa stia lavorando per mettere fine alle operazioni dei cybercriminali.

D’altro canto non è la prima volta che l’FBI interviene per smantellare botnet e infrastrutture simili. Basta pensare all’operazione con cui l’agenzia (con la collaborazione della polizia di diversi altri paesi) ha identificato 700.000 computer sparsi in tutto il mondo che facevano parte della botnet Qakbot.

Nonostante il duro colpo inferto, Qakbot è in qualche modo sopravvissuta ma, la vicenda che coinvolge Volt Typhoon, potrebbe avere un finale diverso.

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