Intel abbandona l'approccio tick-tock: cosa significa

Intel chiude ufficialmente l'era dell'approccio tick-tock per la produzione di microprocessori.

Intel chiude ufficialmente l’era dell’approccio tick-tock per la produzione di microprocessori. La conferma non arriva in forza della pubblicazione di un documento tecnico ma dalla lettura dell’ultimo report finanziario dell’azienda.
Sono infatti principalmente economiche le considerazioni che hanno indotto Intel ad abbandonare l’approccio introdotto nel 2005 e battezzato tick-tock nel 2007.

Facendo riferimento allo sviluppo dei microprocessori, il termine tick-tock è stato comunemente usato per riferirsi all’introduzione di un nuovo processo litografico (tick) seguito – a distanza di un anno – dall’utilizzo di una nuova architettura a sua volta basata su tale processo produttivo (tock).

Intel abbandona l'approccio tick-tock: cosa significa
D’ora in avanti, come si spiega da Intel, l’azienda continuerà per lungo tempo ad usare le architetture a 14 e 10 nanometri (quest’ultima ancora in itinere, considerata come l’architettura “di prossima generazione”; ricordiamo che tale misura si riferisce al gate di ogni singolo transistor).
Il nuovo approccio è stato battezzato Process-Architecture-Optimization, ad indicare che lo sviluppo dei nuovi processori non si articolerà più in due fasi ma necessiterà di più tempo (tre fasi).

Gli investimenti da affrontare per restare sempre “sulla cresta dell’onda” sono imponenti, soprattutto perché le aziende che realizzano microprocessori debbono ormai fare i conti con i limiti fisici della tecnologia basata sull’impiego del silicio.

Intel abbandona l'approccio tick-tock: cosa significa
Basti pensare che i processori di generazione Broadwell, Skylake e Kaby Lake (quest’anno) utilizzano tutti un processo produttivo a 14 nm; i futuri Cannonlake, Icelake e Tigerlake, tutti i 10 nm.

Con la strategia Process-Architecture-Optimization, Intel di fatto formalizza un “rallentamento di passo” per ciò che riguarda la presentazione di nuove architetture che però implicherà inevitabilmente enormi sforzi in termini di ricerca e sviluppo (area sulla quale la società di Santa Clara è storicamente imbattibile): ne abbiamo parlato nel dettaglio nell’articolo La legge di Moore è ancora valida? Nature ne celebra la fine.

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