Anniversary Update, precedentemente conosciuto con l’appellativo di Redstone, è l’aggiornamento che Microsoft rilascerà il prossimo 29 luglio e che porterà in Windows 10 molteplici novità soprattutto in termini di funzionalità del tutto “inedite”:
– Novità Windows 10 in anteprima, vediamole da vicino – Prima puntata
– Novità Windows 10 Anniversary Update – Seconda puntata
Windows 10 Anniversary Update, tuttavia, porrà una importante pietra miliare per ciò che riguarda il fine ultimo di Microsoft ovvero quello di creare un ecosistema di prodotti basati su Windows 10 capace di eseguire, senza la necessità di apportare modifiche, le stesse applicazioni e gli stessi servizi.
Windows 10, quindi, che funzionerà “allo stesso modo” sui PC desktop e noteboook, sui dispositivi mobili e sulla Xbox One.
OneCore, lo “zoccolo duro” di Windows 10 che sarà condiviso tra tutti i dispositivi sul quale potrà essere utilizzato il sistema operativo, permetterà di eseguire il sistema operativo – sfruttando la medesima architettura di base – su Windows 10, Windows Server, Xbox 10, Windows 10 Mobile, Windows 10 IoT e su HoloLens.
L’idea di OneCore nasce anni fa, almeno nelle sue precedenti “incarnazioni”. Di recente è divenuto un componente che integra il kernel, il networking, la gestione energetica, la sicurezza, l’autenticazione, la crittografia, lo storage, la gestione dei dispositivi hardware ed altre componenti essenziali.
OneCore UAP (“Universal App Platform”), poi, integra tutto il necessario per supportare le applicazioni e i driver “universali” di Windows, capaci di funzionare allo stesso modo indipendentemente dalla tipologia del dispositivo e del suo fattore di forma.
Sul versante applicativo, OneCore UAP include il motrore Edge HTML, Cortana, le librerie grafiche DirectX e CoreCLR; per quanto riguarda i driver USB, NFC, Bluetooth nonché i vari sensori per smartphone e tablet.
Il nuovo approccio consente di realizzare quella visione “Windows everywhere“, “Windows ovunque” che i vertici Microsoft preconizzavano già anni fa.
Un’unica “base” consente di evitare di concentrarsi su aspetti come il funzionamento della Wi-Fi, la condivisione della connessione, lo stack Bluetooth e così via su ogni singola piattaforma; permette l’impiego delle DirectX usando le stesse identiche metodologie sia su PC che su Xbox; consente ai produttori hardware di realizzare un unico driver che funzionerà sia su Raspberry Pi che su potenti macchine server.