Periodicamente ci sono alcune testate online che continuano a celebrare l’imminente morte di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), soluzione che permette ai cittadini e alle imprese di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e dei privati aderenti, utilizzando un’unica identità digitale. Abbiamo visto come funziona SPID e a cosa serve, spiegando come dal 2015 abbia davvero reso più semplice usare le piattaforme online degli enti pubblici e dialogare da casa o dall’ufficio con la PA, superando l’atavico problema delle molteplici credenziali d’accesso.
Numerosi titoli online continuano ad annunciare la “fine dello SPID”, creando allarme e confusione. La realtà, come annunciato da Assocertificatori il 7 ottobre 2025, è ben diversa: lo Stato italiano ha rinnovato la convenzione con i provider SPID almeno fino al 2030. Questo significa che per almeno ulteriori 5 anni, gli utenti che già posseggono un’identità digitale SPID possono continuare a usarla. Non solo, le attivazioni delle identità SPID continuano e possono essere avanzate da tutti gli interessati rivolgendosi ai gestori SPID accreditati.
Nessun addio a SPID: anzi, il sistema subirà una serie di migliorie
Nessuna scadenza imminente, quindi, e nessun “addio” in vista per SPID come erroneamente titolato da alcune testate. È vero che il Governo ha ripetutamente espresso l’intenzione di privilegiare l’uso della CIE (Carta d’Identità Elettronica) ma disporre un ritiro forzato di SPID sarebbe stato prematuro, un autogol di proporzioni bibliche. Lo spieghiamo nell’articolo sul perché l’Italia vorrebbe sostituire SPID con la CIE (ma non può farlo…).
I numeri parlano chiaro. In Italia, ad oggi ci sono circa 41 milioni di cittadini che utilizzano SPID (dato 2025). SPID ha raggiunto una penetrazione dell’89% tra gli utenti Internet italiani, con oltre 1,2 miliardi di accessi nel 2024 e 630 milioni nel primo semestre 2025.
Per quanto riguarda la CIE, circa 40 milioni di cittadini ne sono in possesso ma solo circa 4 milioni di utenti utilizzano la CIE in forma digitale (abilitata ad esempio tramite l’app CieID) per accedere ai servizi online. L’utilizzo digitale della CIE è quindi largamente meno diffuso rispetto al possesso fisico della carta.
Come cambia SPID per diventare ancora più sicuro
Il rinnovo della convenzione con AgID e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale prevede un tavolo di lavoro permanente dedicato al miglioramento continuo delle misure di sicurezza di SPID.
Prossimamente, come confermato da Assocertificatori, saranno messi a disposizione degli utenti possessori di una o più identità digitali SPID strumenti per monitorare e verificare in tempo reale e in modo semplice gli SPID attivi associati al proprio codice fiscale.
L’obiettivo è evitare che utenti malintenzionati e veri e propri criminali informatici, venuti in possesso di documenti di identità degli utenti e di altre informazioni personali, possano richiedere un’identità SPID a loro nome ponendo in essere un vero e proprio furto d’identità.
La collaborazione con le istituzioni mira a consolidare il controllo sui dati, riducendo i rischi legati alla gestione frammentata da parte dei provider privati.
Lo SPID evolverà in un’infrastruttura digitale nazionale non solo per i cittadini, ma sempre più al servizio di ordini professionali, aziende e associazioni, ampliando le modalità di accesso ai servizi.
L’adozione dei wallet digitali migliorerà la sicurezza, consentendo di conservare e utilizzare identità e documenti digitali in modo sicuro e centralizzato, con protocolli conformi agli standard europei. L’obiettivo è garantire uno SPID sempre aggiornato, compatibile con l’ecosistema digitale europeo, più inclusivo e interoperabile con altre identità digitali europee.
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