AI e disoccupazione: ricercatore DeepSeek lancia l'allarme

Chen Deli di DeepSeek avverte: l'AI far crollare l'occupazione. Ritardi tecnici e nuove leggi, il dibattito su regole e responsabilità.
AI e disoccupazione: ricercatore DeepSeek lancia l'allarme

Negli ultimi anni, il dibattito sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale ha raggiunto nuove vette di intensità, spinto da dichiarazioni allarmanti e sviluppi tecnologici che promettono di ridisegnare radicalmente il mercato del lavoro globale.

È stato Chen Deli, ricercatore di punta della startup cinese DeepSeek, a lanciare un monito che ha risuonato con forza durante la World Internet Conference di Wuzhen: entro i prossimi due decenni, potremmo assistere a una vera e propria ondata di disoccupazione tecnologica. Secondo Chen, ci troviamo ancora in una fase di “luna di miele” con le nuove tecnologie, una parentesi destinata a chiudersi con un impatto sociale senza precedenti.

La parabola di DeepSeek si inserisce in un contesto globale sempre più competitivo. All’inizio del 2025, la startup ha guadagnato l’attenzione internazionale grazie al lancio di un modello economico in grado di competere con i colossi americani del settore, segnando un’accelerazione nella corsa all’AI open source.

Tuttavia, la rapida ascesa non è stata priva di ostacoli: il rilascio del nuovo R2 model è stato rimandato a causa di problematiche tecniche legate ai chip Huawei Ascend, portando alla luce la vulnerabilità delle filiere produttive nazionali in ambito tecnologico. A complicare ulteriormente il quadro, alcuni senatori statunitensi hanno richiesto indagini approfondite sui potenziali rischi per la sicurezza derivanti dall’adozione dei modelli sviluppati dall’azienda cinese.

Le contromosse per evitare il boom della disoccupazione

L’emergere di queste tensioni ha accelerato il dibattito sulla necessità di una regolamentazione efficace e armonizzata. L’Unione Europea, con l’entrata in vigore dell’EU AI Act nell’agosto 2025, ha introdotto un sistema di classificazione dei rischi e nuovi obblighi di conformità, segnando un cambio di passo nella governance dell’AI.

In contrasto, gli Stati Uniti si sono mossi in modo più frammentato: la California SB 53 rappresenta un esempio emblematico, imponendo alle grandi aziende la presentazione di piani specifici per la mitigazione dei rischi considerati catastrofici.

Sul piano federale, l’amministrazione americana ha istituito un comitato consultivo che riunisce i principali CEO del settore, sotto la supervisione del segretario Mayorkas. Questa scelta evidenzia la volontà di coinvolgere direttamente i protagonisti dell’innovazione nelle scelte di policy. Tuttavia, la risposta delle aziende non si è fatta attendere: Meta, ad esempio, ha creato un super PAC per opporsi alle regolamentazioni statali ritenute eccessivamente restrittive, aprendo un nuovo fronte nel confronto tra interessi pubblici e privati.

Tra le proposte più controverse avanzate da Chen Deli spicca quella di attribuire alle aziende tecnologiche il ruolo di “guardiani dell’umanità”. Un’idea che ha suscitato un acceso dibattito etico: i critici sottolineano l’intrinseco conflitto d’interessi che si crea quando le stesse entità che traggono beneficio economico dalla diffusione dell’A  sono chiamate a definire le regole di tutela sociale. Il rischio è quello di affidare la definizione delle politiche di protezione a soggetti potenzialmente parziali, mettendo in discussione la reale efficacia delle misure adottate.

Economisti ed esperti di politiche pubbliche richiamano l’attenzione sulla necessità di un equilibrio tra innovazione e salvaguardia dei diritti sociali. Si fa strada l’ipotesi di un modello di governance inclusivo, capace di coinvolgere istituzioni pubbliche, rappresentanze sindacali e organizzazioni della società civile nella definizione delle strategie di adattamento ai cambiamenti imposti dall’automazione.

Scenari futuri: tra innovazione, sicurezza e coesione sociale

Il caso DeepSeek si configura come un microcosmo delle dinamiche globali che caratterizzano la transizione verso un’economia sempre più automatizzata. L’adozione di normative come l’EU AI Act e la California SB 53 rappresenta l’inizio di una nuova stagione regolatoria, in cui la gestione dei rischi tecnologici e la tutela della coesione sociale diventano priorità imprescindibili. Tuttavia, le profonde disparità tra le diverse giurisdizioni rischiano di generare nuove tensioni e di accentuare la frammentazione degli approcci alla governance dell’AI.

In questo scenario, la dialettica tra autorità regolatorie e giganti tecnologici – come Meta – si rivelerà determinante per il futuro dell’occupazione e per la definizione di nuovi equilibri sociali nell’era dell’automazione avanzata. La sfida sarà quella di coniugare lo slancio innovativo con la responsabilità sociale, evitando che la rivoluzione tecnologica si traduca in un impoverimento delle tutele e delle opportunità per i lavoratori.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti