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La crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale ha aperto nuove possibilità, ma anche preoccupazioni legate alla privacy. Un recente studio condotto da ricercatori dell’Università della Florida e dell’Università di Elettro-Comunicazioni in Giappone ha evidenziato come l’uso di attrezzature economiche, abbinate a tecnologie avanzate, possa portare a intercettazioni attraverso pareti, con un’accuratezza sorprendente del 94,2% nel riconoscimento vocale.
Questa vulnerabilità sfrutta le emissioni elettromagnetiche dei microfoni MEMS, ampiamente utilizzati in dispositivi come smartphone, tablet e laptop. Il costo delle attrezzature necessarie per tali operazioni si aggira sotto i 100 dollari, rendendo la tecnica accessibile a malintenzionati con conoscenze tecniche di base. I ricercatori hanno testato microfoni di produttori leader come STMicroelectronics, Synaptics, TDK InvenSense e Qualcomm, confermando che il problema risiede nel design intrinseco dei microfoni digitali PDM MEMS.
I laptop sono il bersaglio più vulnerabile
Tra i dispositivi testati, i laptop emergono come i più suscettibili a questo tipo di attacco. La loro vulnerabilità è attribuita ai cavi non schermati che collegano i microfoni alla scheda madre, trasformandoli involontariamente in antenne. Come spiegato dalla professoressa Sara Rampazzi dell’Università della Florida, un semplice ricevitore FM e un’antenna in rame sono sufficienti per captare conversazioni.
Gli esperti suggeriscono modifiche progettuali come accorciare i cavi, aggiungere schermature e adottare tecniche come lo “spread spectrum clocking” per ridurre l’intelligibilità delle emissioni elettromagnetiche. Tuttavia, queste soluzioni si applicano principalmente ai nuovi dispositivi. Per i milioni di dispositivi già in uso, le opzioni sono limitate. Gli strumenti di sicurezza tradizionali, come antivirus, non possono rilevare questi attacchi passivi, poiché non lasciano tracce digitali.
La possibilità di intercettazioni attraverso pareti solleva interrogativi critici sulla sicurezza delle comunicazioni private. Anche conversazioni svolte in ambienti apparentemente sicuri potrebbero essere esposte a malintenzionati. Questa scoperta evidenzia l’urgenza di rivedere gli standard di progettazione hardware per affrontare le sfide poste da tecnologie avanzate come l’AI.