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Il Congresso degli Stati Uniti è al centro di un acceso dibattito riguardo al disegno di legge noto come “One Big Beautiful Bill”, che (tra tantissime altre cose) propone anche una moratoria decennale sulle regolamentazioni AI a livello dei singoli stati USA. Questa misura, fortemente sostenuta dal presidente Donald Trump, punta a impedire agli stati di regolamentare autonomamente i sistemi di intelligenza artificiale per un periodo di dieci anni. I promotori sostengono che tale iniziativa sia cruciale per preservare la leadership tecnologica americana e affrontare la crescente competizione USA-Cina nel settore dell’AI.
Big Tech alza il tiro
Secondo indiscrezioni pubblicate dal Financial Times, da diverse settimane Amazon, Google, Microsoft e Meta starebbero facendo pesantissime attività di lobbying al fine di far passare il ban decennale alle regolamentazioni statali dell’AI. E’ facile immaginare come e quanto Elon Musk abbia fatto lo stesso, direttamente da dentro l’ufficio del POTUS.
Il senatore repubblicano, nonché trumpiano di ferro, Ted Cruz ha sottolineato che un mosaico di regolamentazioni statali potrebbe spingere lo sviluppo dell’AI fuori dagli Stati Uniti, favorendo rivali come la Cina. Questa prospettiva è rafforzata dai recenti progressi cinesi, come il lancio del modello DeepSeek R1 nel 2025, che ha aumentato la pressione per un approccio normativo uniforme. Anche Sam Altman, CEO di OpenAI, ha evidenziato le difficoltà operative derivanti dalla gestione di regolamentazioni frammentate in 50 stati diversi.
Non tutti sono d’accordo
Tuttavia, la proposta ha incontrato una forte opposizione bipartisan. Più di 260 legislatori statali hanno firmato una lettera di protesta, denunciando il rischio che la moratoria invalidi leggi fondamentali sulla trasparenza dei contenuti generati dall’AI, sulla protezione dei pazienti e sulla tutela dei creator (tutti temi che, in USA, vengono gestiti a livello dei singoli Stati).
Secondo un sondaggio condotto da Common Sense Media, il 73% degli elettori americani preferisce un modello di regolamentazione congiunto tra stati e governo federale, piuttosto che una sospensione totale delle normative statali.
Uno degli aspetti più controversi del disegno di legge è la clausola che lega l’accettazione della moratoria all’accesso ai finanziamenti del programma BEAD, un’iniziativa da 42 miliardi di dollari per migliorare l’accesso alla banda larga nelle aree rurali. Gli stati che rifiutano la moratoria rischiano di essere esclusi da questi fondi essenziali, creando un “dilemma scomodo” per molti legislatori, come evidenziato da Amba Kak dell’AI Now Institute.
Nonostante le pressioni per un approccio unificato, alcuni esperti avvertono dei rischi legati a una regolamentazione troppo permissiva. Pete Furlong del Center for Humane Technology ha dichiarato che sicurezza dati e innovazione non devono necessariamente essere in contrasto.