AMD porta il vibe coding sul PC: Ryzen AI e GPU Radeon senza cloud

AMD illustra come portare il vibe coding – sviluppo software con agenti AI basati su LLM – direttamente in locale su PC con hardware Ryzen AI e GPU Radeon. La guida copre vantaggi rispetto al cloud, configurazione dell’ambiente con LM Studio, Cline e Visual Studio Code, gestione memoria e driver.

AMD fornisce regolarmente indicazioni pratiche per sfruttare al meglio le sue GPU al fine di supportare i modelli di intelligenza artificiale generativa. A gennaio 2025, ad esempio, aveva spiegato come eseguire DeepSeek-R1 su Radeon AI e Radeon. Adesso, la società guidata da Lisa Su descrive nel dettaglio come avviare un flusso di vibe coding interamente in locale su piattaforma Ryzen AI e GPU Radeon, quali vantaggi apporta rispetto all’inferenza sul cloud, si sofferma sui requisiti software e hardware, introduce i passaggi pratici per l’installazione di un ambiente di lavoro basato su LM Studio, Cline e Visual Studio Code. L’azienda propone anche suggerimenti per ottimizzare prestazioni e memoria, considerazioni su sicurezza, compliance e scalabilità.

Cos’è il vibe coding locale

L’abbiamo già spiegato nell’articolo citato in precedenza: con l’espressione vibe coding si intende una forma di sviluppo software in cui un agente AI specializzato, basato su LLM (Large Language Model), pianifica, scrive e modifica codice in modo autonomo o semiautonomo, collaborando con lo sviluppatore tramite intenti e prompt.

Lo spostamento di questi agenti dal cloud al dispositivo (on-device) consente l’esecuzione di modelli di coding di elevato profilo direttamente sul PC, riducendo latenza, costi ricorrenti ed esposizione di dati personali e riservati.

Noi non siamo contrari al vibe coding: il coding con AI non sostituisce la leadership tecnica, ma richiede nuovi approcci e nuove competenze di gestione. Il ruolo dello sviluppatore senior diventa quello di tech lead per l’AI, garantendo che velocità e automazione si traducano in software reale, sicuro e manutenibile.

Solo così, integrando LLM e pratiche consolidate dello sviluppo software, è possibile sfruttare appieno il potenziale dell’AI senza cadere nella trappola della “produttività apparente“. Sì, perché il vibe coding è certamente una cosa positiva: generare codice a partire da descrizioni in linguaggio naturale è certamente positivo. Ma non si può perdere gran parte del tempo a comprendere a posteriori il codice prodotto dall’AI.

Perché scegliere l’esecuzione locale su AMD: vantaggi concreti

Il vantaggio di utilizzare il vibe coding in locale ha un duplice vantaggio: da un lato la riduzione dei costi e delle latenze tipiche dei servizi in cloud, dall’altro il pieno controllo sui dati, che non lasciano mai la macchina dell’utente. Un aspetto cruciale per chi lavora su codice proprietario o in contesti regolamentati, dove la confidenzialità rappresenta un requisito imprescindibile.

LM Studio, che funge da runtime locale per modelli linguistici complessi abbiano a Cline, sono la chiave di volta per sfruttare al massimo le potenzialità dell’hardware AMD. Cline è un agente open source che si innesta in Visual Studio Code e permette all’AI di interagire con file, cartelle e terminali. L’IDE di Microsoft, perché alla fine Visual Studio Code è ormai mooolto di più che un editor per sviluppatori, diventa il teatro operativo del dialogo creativo.

È in questa triade che prende forma il vibe coding in salsa locale: l’utente propone un’intenzione (descrive ciò che desidera ottenere), il modello la elabora, Cline traduce le decisioni in azioni concrete e il codice prende vita direttamente nello spazio di lavoro.

L’agente AI, attraverso Cline, non si limita a suggerire porzioni di codice, bensì gestisce flussi di lavoro completi: crea cartelle, scrive e modifica file, esegue comandi nel terminale e interagisce con repository Git. In pratica, diventa un collega digitale capace di muoversi all’interno dell’ecosistema di sviluppo con una certa autonomia. Da qui l’importanza di stabilire confini chiari: ambienti isolati, branch dedicati e test automatici diventano strumenti essenziali per garantire che le azioni dell’AI non compromettano la stabilità dei progetti.

Esempio vibe coding simulazione AMD

Come si vede in questo video YouTube, lo sviluppatore indica ciò che desidera ottenere e il modello generativo realizza il progetto in pochi istanti, salvando tutti i file nella cartella indicata.

N-body simulation AMD

Come configurare il vibe coding in locale con AMD, Cline, LM Studio e Visual Studio Code

Il setup richiede in media una decina di minuti, escluso il tempo di download dei modelli. La logica di fondo è semplice: bisogna aggiornare i driver AMD per avere il supporto alle librerie più recenti, configurare LM Studio come server LLM locale, integrare Cline in Visual Studio Code e collegare il tutto.

Per iniziare, assicurarsi di aver già installato Visual Studio Code e Git per Windows, necessario per avere un terminale coerente e compatibile con Cline.

Installare i driver AMD aggiornati

  • Adrenalin Edition 25.9.1 o successivi per utenti consumer.
  • PRO Edition 25.Q3 o successivi per clienti enterprise (es. HP ZBook Ultra G1a, HP Z2 Mini G1a).

I driver sono fondamentali: versioni più vecchie potrebbero non caricare correttamente i modelli o comprometterne le prestazioni.

Tabella AMD supporto modelli AI locali su hardware Radeon

Configurare la memoria grafica (solo per Ryzen AI)

Gli utenti con Radeon / Radeon PRO possono saltare questo passaggio.

Sulle piattaforme Ryzen AI consumer si deve invece avviare il software AMD Software, scegliere Adrenalin Edition, Performance, Tuning e impostare la Variable Graphics Memory (VGM) attenendosi ai suggerimenti in tabella.

Su Ryzen AI PRO si deve accedere al BIOS e regolare la Dedicated Graphics Memory, per poi riavviare il sistema.

Queste accortezze fanno sì che anche i modelli generativi più pesanti abbiano memoria sufficiente per essere caricati.

Installare LM Studio e configurare il server

Dopo aver scaricato e installato LM Studio, bisogna usare la scheda Search per trovare il modello, scegliendo come vendor “LM Studio Community models”.

Dal menu Download Options, si deve selezionare la quantizzazione desiderata (utile se le risorse sono limitate). La quantizzazione riduce il consumo di RAM/VRAM, con un impatto variabile sulla qualità del modello.

Avvalendosi della scheda Server, è necessario attivare “manually select parameters” quindi portarsi in Advanced Settings. Qui, va impostata la lunghezza del contesto secondo la tabella di compatibilità AMD. Bisogna quindi abilitare Flash Attention, fondamentale per i modelli a contesto lungo. Dopo aver spuntato Remember settings, si dà il via al caricamento del modello.

LM Studio va lasciato in esecuzione in background.

Installare Cline su Visual Studio Code

Dal sito ufficiale di Cline, si deve indicare la volontà di installare il software all’interno di Visual Studio Code. Nelle impostazioni di Cline, quindi, si può selezionare LM Studio come provider LLM, impostare il modello scaricato (es. Qwen3-Coder 30B, GLM 4.5 Air) quindi valutare l’attivazione di Compact Prompts secondo lo specchietto fornito da AMD e riprodotto poco sopra.

Sempre nelle impostazioni di Cline, si deve quindi aprire la sezione Terminal settings per poi impostare Git Bash come Default Terminal Profile. In questo modo i comandi eseguiti dall’AI saranno compatibili con l’ambiente Windows.

Avviare la prima attività

Una volta conclusa la configurazione dell’ambiente di lavoro, si può finalmente creare un nuovo Plan in Cline inserendo un prompt di test.

Passando alla cosiddetta Act Mode, l’agente AI inizia a eseguire il codice e interagire con i file del progetto.

L’AI rende la programmazione davvero accessibile a tutti?

Con il suo documento tecnico, AMD ribadisce che lo sviluppo software assistito dall’intelligenza artificiale non è più un orizzonte remoto, né un servizio da affittare a caro prezzo nel cloud. È una realtà concreta, accessibile e democratizzata, che la società californiana ha reso praticabile in modo nativo sulle sue piattaforme hardware.

Va comunque tenuto presente che questa modalità di lavoro è in evoluzione: i modelli di coding diventano più efficienti, le tecniche di quantizzazione riducono l’impatto sulla memoria e l’ecosistema open source amplia costantemente gli strumenti disponibili.

In prospettiva, significa che chiunque potrà sperimentare, prototipare e costruire software avanzato con la stessa facilità con cui oggi si avvia un editor di testo. E se fino a ieri l’idea di avere un “collega digitale” in grado di comprendere e tradurre intenzioni in codice sembrava futuristica, oggi il vibe coding dimostra che la programmazione informatica è davvero per tutti. Sempre che ci si muova con cognizione di causa.

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