Apple 2: l'importante eredità che ci lascia a distanza di 45 anni

La società di Cupertino e il cofondatore Steve Wozniak festeggiano 45 anni dalla presentazione del fortunato sistema Apple 2.
Apple 2: l'importante eredità che ci lascia a distanza di 45 anni

Esattamente 45 anni fa, il 10 giugno 1977, cominciava la commercializzazione di uno dei sistemi che più di ogni altro ha influenzato gli home computer.
Si tratta di Apple II, colloquialmente chiamato da molti Apple 2 ma conosciuto anche come Apple ][ o Apple //.

Ideato da Steve Jobs e dal cofondatore della Mela, Steve Wozniak, Apple II voleva affinare il concetto del primo computer dell’azienda, creato in un garage nel 1976. L’idea era quella di mettere a punto un sistema che tutti potessero utilizzare, per rendere l’informatica più popolare e proporre un’interfaccia user-friendly.
I due riuscirono nell’intento se si considera che il successo commerciale fu enorme per quei tempi con più di 5 milioni di esemplari complessivamente venduti.

Il modello originale poggiava il suo funzionamento su una CPU MOS 6502 a 1 MHz, offriva una grafica a colori, con una matrice del testo pari a 40 x 24 caratteri, uscita video composita, interfaccia a cassetta per l’archiviazione e otto slot di espansione interni.
Veniva venduto in configurazioni variabili che andavano da 1.298 dollari con una dotazione di 4 KB di RAM a 2.638 dollari per 48 KB di RAM. Al cambio odierno si parla quindi di cifre comprese tra circa 6.000 e 12.000 euro.

L’anno seguente, nel 1978, Apple iniziò a commercializzare un’unità floppy da 5,25 pollici compatibile con Apple II in grado di memorizzare 143 KB di dati per disco mentre nel 1979 fu la volta della presentazione di VisiCalc, il primo foglio elettronico, creato da Dan Bricklin, un giovane studente della Harvard Business School, considerato come uno dei pilastri fondamentali per l’utilizzo in ambito business.

Nel corso del tempo Apple ha rilasciato almeno 8 modelli di computer della serie Apple II e ha continuato a supportarlo fino al 1993, per 16 anni.

Apple II integrava un “terminale” con una tastiera e un’uscita video direttamente nel computer stesso, una particolarità – alla quale si ispirarono poi molti PC – che permise di rendere molto più compatto il sistema. Era così attraente perché era piccolo, facile da programmare e, dal punto di vista del programmatore, consentiva un accesso incredibilmente semplificato alla memoria.
Apple II si avviava con un prompt BASIC ed era possibile scrivere immediatamente il codice di programmazione. I manuali documentavano tutto, anche il linguaggio macchina e la ROM, cosa che rese comprensibili a tutti i rudimenti dello sviluppo software a basso livello. Il coding alla portata di tutti, insomma, cosa che oggi manca.

La capacità dell’Apple II di generare un segnale video a colori ha avuto subito un grande impatto e ha definito la strategia di marketing dell’azienda stessa. Il primo ogo Apple era proprio a 6 colori: tutti ricordano la mela con sei strisce colorate orizzontali.
Le schede video a colori dell’epoca, ad esempio Cromemco Dazzler utilizzata sui computer Altair, costavano circa 350 dollari (più o meno 1.700 euro di oggi) e utilizzavano decine di chip. La soluzione messa a punto da Wozniak non utilizzava circuiti aggiuntivi ed è stata integrata nella macchina.

Il sistema di Apple era basato su un’architettura aperta che invitava allo sviluppo di hardware aggiuntivo sotto forma di schede plug-in. E la Mela ha permesso a chiunque di sviluppare e distribuire software per l’Apple II.

È l’esatto opposto di quanto accade oggi, anche all’interno di Apple. Si usano infatti sempre più spesso tecnologie o limitazioni legali che impediscono agli sviluppatori, ai ricercatori, ai tecnici di effettuare reverse engineering, di studiare il funzionamento di hardware e software, di applicare modifiche in libertà.
Tanti produttori, compresa Apple, hanno col tempo reso i loro prodotti sempre più difficili da aprire e riparare, almeno dal personale non autorizzato. Restrizioni che spesso danno la sensazione di non possedere realmente i prodotti acquistati dal momento che si è privati della facoltà di usarli o addirittura di ripararli come si preferisce.

Si pensi anche alle indagini che la Commissione Europea ha avviato su segnalazione di vari soggetti circa le restrizioni imposte sull’Apple App Store agli sviluppatori o alla battaglia legale che la Mela ha poi perso contro Corellium che offre la possibilità di virtualizzazione il sistema operativo iOS.

Apple II ci lascia oggi, dopo ben 45 anni, un’importante eredità: è una formidabile storia di successo a livello ingegneristico, di design, di visione a lungo termine.

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