Battaglia sul peer-to-peer: fioccano le dichiarazioni illustri

Nei giorni scorsi BayTSP, società californiana da tempo attiva nei sistemi di tracking online, ha comunicato di aver sviluppato una tecnologia in grado di stabilire l'utente che ha per primo posto in condivisione un qualsiasi file all'interno ...
Battaglia sul peer-to-peer: fioccano le dichiarazioni illustri

Nei giorni scorsi BayTSP, società californiana da tempo attiva nei sistemi di tracking online, ha comunicato di aver sviluppato una tecnologia in grado di stabilire l’utente che ha per primo posto in condivisione un qualsiasi file all’interno delle reti eDonkey e BitTorrent, oggi ampiamente utilizzate per lo scambio di qualunque genere di contenuti.
Il software, battezzato FirstSource, invia richieste multiple di un file in modo estremamente rapido, controlla se i vari file identificati (anche con nomi completamente differenti) corrispondano al contenuto che ci si prefigge di monitorare quindi cerca di stabilire tutti coloro che stanno effettuando una condivisione.
Nel mirino ci del software, quindi, che potrebbe essere adottato dalle varie major per la difesa dei contenuti di propria produzione, ci sarebbero i condivisori di materiale soggetto a copyright.
Adam Langley, programmatore P2P inglese ha comunque sottolineato come sia assai probabile che gli sviluppatori di software peer-to-peer reagiscano modificando opportunamente i loro prodotti per aggirare questo tipo di monitoraggio. Ian Clarke, uno degli ideatori del sistema di file sharing anominimo “Freenet”, ha aggiunto che alcune semplici modifiche possono rendere questi sistemi di tracking assolutamente inefficaci. Freenet, ad esempio, rende impossibile determinare chi ha richiesto un file e ciò codificando dati e comunicazioni.
Jim Graham, rappresentante di BayTSP ha confermato come la tecnologia sviluppata dall’azienda non sia infallibile ma crede comunque che possa essere considerata come un’utile arma per la protezione del copyright. “Se un’azienda può essere in grado di identificare il primo utente o gruppi di utenti che hanno violato i diritti intellettuali, queste persone possono essere citate in giudizio per danni”, ha dichiarato Graham.

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