I big dell'IT a colloquio con il presidente USA Trump

È il momento di iniziare a fare business ed ecco che, con pochissime eccezioni, CEO e presidenti delle più grandi aziende dell'IT si sono ritrovati a consesso alla Casa Bianca.
I big dell'IT a colloquio con il presidente USA Trump

Non è un segreto: gran parte delle più grandi aziende del settore IT hanno strenuamente osteggiato l’elezione di Donald Trump e presidente degli Stati Uniti d’America.
Eppure, bisogna fare buon viso a cattivo gioco perché Trump è seduto su una vera e propria gallina dalle uova d’oro.
Ecco perché durante all’incontro alla Casa Bianca svoltosi un paio di giorni fa c’erano quasi tutti i big. Si sono seduti allo stesso tavolo, insieme con Trump, tra gli altri, il CEO di Apple Tim Cook, quello di Microsoft Satya Nadella, di Amazon Jeff Bezos, di Intel Brian Krzanich, di IBM Ginni Rometty, di Adobe Shantanu Narayen, di Qualcomm Steve Mollenkopf, di SAP Bill McDermott, di VMware Pat Gelsinger, di Oracle Safra Catz e il presidente esecutivo di Google Eric Schmidt.


Non hanno partecipato all’incontro Elon Musk, che ha declinato l’invito; Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg (Facebook) adducendo problemi “di agenda”; Twitter, i cui vertici sembrano non essere stati neppure invitati.

La presidenza statunitense ha pubblicato 20 minuti di video relativi alle presentazioni, durante le quali i vari “numeri uno” hanno spiegato in poche parole la loro visione in tema di progresso tecnologico e offerto alcuni consigli per l’amministrazione Trump.

Va detto che gran parte degli incontri sono stati poi svolti “a porte chiuse”: non è dato sapere, quindi, il contenuto dei vari colloqui.

Durante il consesso pubblico, però, si è parlato soprattutto di innovazione e degli strumenti che il governo e gli enti governativi possono utilizzare per semplificare e velocizzare i processi (anche grazie al machine learning e all’intelligenza artificiale).

Si sono citate – seppur in termini molti generici – soluzioni tecnologiche che consentano di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e, sul versante politico, è stato chiesto a Trump di rivedere le sue intransigenti posizioni sull’immigrazione.

Si è parlato anche del valore intrinseco dei database governativi (valutati intorno ai 3 miliardi di dollari): contengono dati che possono essere utilizzati per fornire servizi migliori ai cittadini, soprattutto in campo sanitario. Quel settore dell’assistenza sanitaria ove Trump ha usato il martello cancellando buona parte dell’impianto voluto dall’amministrazione Obama.

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