Il Decreto Fare punta su Wi-Fi libero, Agenda Digitale e PEC

Si chiama "Decreto Fare": ottanta articoli approvati sabato scorso dal Governo che hanno come obiettivo quello di rilanciare l'economia ed aiutare il Paese ad "invertire la rotta".

Si chiama “Decreto Fare“: ottanta articoli approvati sabato scorso dal Governo che hanno come obiettivo quello di rilanciare l’economia ed aiutare il Paese ad “invertire la rotta”. In attesa di conoscere il testo definitivo del provvedimento, è possibile analizzarne le principali novità consultando il comunicato emanato dalla Presidenza del Consiglio.

Per quanto riguarda il mondo dell’IT non c’è moltissimo. La novità più importante è di tipo organizzativo e riguarda la gestione della cosiddetta Agenda Digitale (vedere questi nostri articoli). La “cabina di regia” delle innovazioni sui settori dell’identità digitale, della pubblica amministrazione digitale/Open data, dell’istruzione digitale, della sanità digitale, del divario digitale, dei pagamenti elettronici e della giustizia digitale viene ora accentrata sul Presidente del Consiglio o sui suoi delegati.
È infatti necessario fare il punto della situazione uscendo dalle secche in cui sembra essersi arenata l’Agenda Digitale: spetterà quindi al Governo presentare “un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento, nonché delle risorse disponibili che costituiscono nel loro insieme l’agenda digitale medesima“.
Francesco Caio, recentemente nominato commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, sarà a capo del “tavolo permanente” che seguirà da vicino l’applicazione dei punti prefissati.

Il nuovo decreto contiene alcune novità per quanto riguarda gli accessi Wi-Fi. L’obiettivo è quello di rendere davvero libera la connettività wireless liberandola da quei vincoli a cui era stata costretta a soggiacere per anni dopo l’approvazione del decreto Pisanu.
Sebbene il testo del decreto debba ancora essere esaminato, sembra che il Governo abbia voluto semplificare il quadro normativo eliminando la necessità di accertare l’identità dell’utilizzatore della connessione Wi-Fi. Il fornitore dell’accesso wireless dovrà però garantire la tracciabilità dell’utente mediante l’identificazione del dispositivo da questi impiegato. Il decreto conferma quindi la validità dei meccanismi di autenticazione semplificata che prevedono, ad esempio, l’invio di un SMS sul cellulare dell’utente che richiede l’uso del servizio Wi-Fi. Il codice trasmesso via SMS consentirà di sbloccare l’accesso (suggeriamo la lettura dell’articolo pubblicato alcuni mesi fa: Wi-Fi libero o non libero? Facciamo un po´ di chiarezza).

In tema di domicilio digitale, il Governo spinge ancora sulla posta elettronica certificata: all’atto della richiesta della carta d’identità elettronica o del documento unificato, il cittadino potrà chiedere l’attivazione di una casella PEC personale. Tale casella di posta potrà essere utilizzata dalla pubblica amministrazione per l’invio di comunicazioni che riguardano il cittadino stesso evitando in toto la trasmissione di raccomandate ed altri atti in formato cartaceo.
È comunque importante informare in modo adeguato il cittadino sull’importanza di questo passaggio: attivare un domicilio digitale porta con sé l’obbligo di verificare costantemente il contenuto della casella PEC. I messaggi di posta elettronica certificata hanno lo stesso valore di una raccomdata: è bene quindi controllare l’arrivo di comunicazioni importanti sugli account PEC per evitare, ad esempio, di lasciare scadere i termini specificati nella documentazione ricevuta.

Si torna infine a parlare di Fascicolo sanitario elettronico (FSE): le regioni e le province autonome dovranno presentare il piano di progetto del FSE all’Agenzia per l’Italia digitale entro il 31 dicembre 2013. “Entro il 31 dicembre 2014 questo sarà istituito. L’Agenzia per l’Italia digitale e il ministro della Salute dovranno valutare e approvare i progetti“, si legge nella nota del Governo.

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