Oracle "prende nota" del lancio di LibreOffice

Nei giorni scorsi avevamo dato notizia dell'iniziativa avviata dalle più importanti realtà internazionali che hanno contribuito allo sviluppo ed alla crescita della suite per l'ufficio opensource OpenOffice.

Nei giorni scorsi avevamo dato notizia dell’iniziativa avviata dalle più importanti realtà internazionali che hanno contribuito allo sviluppo ed alla crescita della suite per l’ufficio opensource OpenOffice.org. I membri della neonata “Document Foundation” hanno voluto svincolarsi dal progetto OpenOffice.org allontandandosi da Oracle. La società guidata da Larry Ellison aveva messo nel proprio portafoglio anche OpenOffice.org, in seguito all’acquisizione di Sun Microsystems, portata a termine ad aprile 2009.
Con l’intento di svincolare la suite opensource dagli interessi di qualsivoglia realtà commerciale, la “Document Foundation” ha subito pubblicato LibreOffice (ved. queste pagine). Il codice dell’applicazione è stato fatto derivare da quello della versione più aggiornata di OpenOffice.org anche se, come ci ha spiegato Italo Vignoli – il presidente di PLIO, associazione che raggruppa la comunità italiana dei volontari che hanno sino a poco tempo fa contribuito allo sviluppo, al supporto ed alla promozione di OpenOffice.org -, LibreOffice non va considerato come una semplice ricompilazione. “D’ora in poi lo scenario potrebbe mutare e LibreOffice iniziare a distaccarsi da OpenOffice.org in termini di funzionalità“, aveva puntualizzato Vignoli.

A distanza di alcuni giorni dal lancio di LibreOffice (ancora in versione beta) e dalla presentazione della “foundation“, Oracle ha chiarito la sua posizione sulla vicenda. L’azienda di Ellison sembra accettare la situazione ed augura “ogni bene” alla “Document Foundation“. “La bellezza della filosofia opensource è che qualunque progetto può essere avviato sotto forma di “fork” di un altro, come è accaduto (nel caso di LibreOffice). Ci auguriamo che OpenOffice possa guadagnare ancora più utenti“, ha dichiarato un portavoce di Oracle che comunque auspica nuovi contributi da parte della Document Foundation.

In altre parole, Oracle non collaborerà con la “fondazione” che ha lanciato quello che viene considerato il successore di OpenOffice.org ma tende comunque la mano alle collaborazioni da parte della comunità.

In risposta ad un nostro quesito, Italo Vignoli aveva dichiarato che “The Document Foundation può già contare su Europa ed Asia con Germania, Francia, Italia e Brasile che da sole rappresentano il 40% dei download della suite“.

E con una nota da poco diramata, Vignoli ha aggiunto: “La Fondazione prende atto del fatto che Oracle non ha intenzione di sostenerla in tempi brevi, o di trasferire asset della comunità come il marchio OpenOffice.org. In ogni caso, la Fondazione spera che questa posizione possa evolvere nel tempo quando sarà chiaro che la comunità dei volontari – un componente essenziale del successo di OpenOffice.org – sostiene compatta la Fondazione stessa. Nel frattempo, la Fondazione porterà avanti lo sviluppo del software con il nuovo marchio LibreOffice (abbreviato, per comodità, con l’acronimo Libò)“.

Le ragioni che hanno portato alla nascita di LibreOffice ed alla “separazione” da Oracle sono illustrate in questo nostro articolo.

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