Posta elettronica certificata popolare anche fra i cittadini e non solo fra professioni e imprese

Aruba condivide i suoi dati sull'attivazione di indirizzi PEC sul territorio nazionale: il 39% di essi appartengono a cittadini, non obbligati a farne uso.

Stando ai dati resi noti da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) le caselle PEC (Posta elettronica certificata) sono ormai quasi 8,9 milioni.
L’attivazione di un indirizzo di posta PEC è infatti un obbligo di legge per professionisti e aziende mentre è un’operazione che resta “opzionale” per i cittadini.
Ogni giorno verrebbero inviate circa 4 milioni di PEC e i messaggi scambiati nel corso del 2017 sono stati oltre 1 miliardo e 454 milioni.

Secondo Aruba, provider che gestisce in proprio 5 milioni di indirizzi PEC, il 39% delle caselle attivate appartiene a privati, sintomo che comunque la posta elettronica certificata non viene utilizzata esclusivamente per “obbligo” di legge.

Nonostante la PEC sia un “unicum” italiano, uno strumento che non trova corrispondenti negli altri Paesi europei e del mondo, non interoperabile con altri strumenti, la posta elettronica certificata è sempre più radicata tra imprese, professionisti e cittadini.


Stefano Sordi, direttore marketing di Aruba osserva come la PEC italiana abbia ormai acquisito un valore determinante e rileva come oggi costituisca un servizio esclusivo nel panorama europeo. “Il suo successo, è dovuto al fatto che è un’alternativa alla raccomandata A/R – poiché ne ha lo stesso valore legale – ma per spedire un messaggio tramite PEC non serve uscire di casa o dall’ufficio, basta uno smartphone o un computer. Non meno importante per la diffusione è stato il prezzo contenuto: la PEC infatti costa annualmente quanto un paio di raccomandate A/R, ma consente l’invio di messaggi illimitati“.

Esistono numerosi casi in cui una semplice PEC è tutto ciò che serve per portare avanti attività e pratiche giornaliere: con la PEC si possono inviare documenti legali privati e di lavoro, scambiare corrispondenza dal valore legale con l’INPS, l’INAIL, con la scuola o l’università, comunicare con enti pubblici locali, partecipare a bandi e gare d’appalto. Ancora, richiedere il cambio di residenza, contestare formalmente un comportamento illecito, comunicare uno stato di malattia, iscriversi a concorsi, disdire un contratto, diffidare e mettere in mora un debitore, interrompere i termini di prescrizione, chiedere un certificato al Comune o a qualsiasi PA, comunicare un avvenuto pagamento e poterlo provare, proteggere i diritti d’autore di un testo e molto altro ancora.

Come abbiamo evidenziato nell’articolo Attivazione PEC gratuita: come fare, l’attivazione della PEC non è cosa da prendere alla leggera. L’attivazione di un indirizzo PEC equivale allo stabilire un domicilio elettronico presso il quale ricevere comunicazioni anche dalla pubblica amministrazione.
Se l’indirizzo PEC del cittadino o comunque del contribuente fosse noto alla pubblica amministrazione, esso può essere utilizzato per la notifica di atti di vario genere.

Un mancato controllo del contenuto del proprio account PEC potrebbe quindi costare molto caro allorquando, ad esempio, un atto notificato via PEC diventasse esecutivo per mancata impugnazione dell’interessato. È bene quindi riporre dunque la massima attenzione configurando l’accesso all’account PEC da desktop e dispositivi mobili.
Tutti i provider del servizio PEC offrono applicazioni per la gestione dell’account o i dati per l’accesso utilizzabili per configurare l’accesso alla casella di posta da client email tradizionale.

I possessori di uno smartphone possono controllare il contenuto degli indirizzi PEC anche da dall’app Gmail: vedere Controllare e scaricare posta elettronica certificata: i suggerimenti e Come aggiungere più account su Gmail per Android.

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