SPID, il PIN unico per la pubblica amministrazione

Nel corso di una conferenza che si terrà a Roma questa mattina, il Governo presenterà SPID, ossia il PIN unico per il cittadino.

Nel corso di una conferenza che si terrà a Roma questa mattina, il Governo presenterà SPID, ossia il PIN unico per il cittadino.
L’idea è quella di consentire un accesso immediato, utilizzando la medesima procedura di autenticazione, a tutti i servizi online della pubblica amministrazione.
SPID dovrebbe diventare una sorta di “secondo codice fiscale” per i cittadini, permettendo loro il disbrigo delle pratiche senza dover mettersi in coda agli sportelli.

Il nuovo sistema dovrebbe essere disponibile ed accessibile in tutta Italia entro il 31 dicembre 2017. Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Emilia Romagna e Toscana sono le regioni che abbracceranno subito SPID mettendolo a disposizione dei cittadini residenti.

SPID, il PIN unico per la pubblica amministrazione
Utilizzando SPID, non sarà più necessario conservare differenti credenziali d’accesso per ciascuno dei siti della pubblica amministrazione.
Ciascun sito imporrà il livello di sicurezza minimo per effettuare il login con SPID: si potrà usare ID e password; ID, password e una one time password utilizzabile per una volta sola; una smart card.

Per richiedere una identità SPID, il cittadino potrà rivolgersi ad uno dei gestori accreditati: Poste Italiane, Infocert e TIM Trust Technologies.

Ma non era già possibile accedere ai servizi della pubblica amministrazione, senza digitare alcun PIN, mediante l’utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi (CNS)?
Sì, in effetti in molte regioni italiane, effettuando l’attivazione della carta sanitaria, è già oggi possibile accedere ai servizi online della PA: Attivazione tessera sanitaria per accedere ai servizi della PA.

Come si pone, allora, il nuovo SPID?

Per il momento si assicura che sarà comunque possibile accedere ai servizi della pubblica amministrazione anche usando la Carta Nazionale dei Servizi (Autenticazione con CNS). Il rischio è quello di tenere in piedi diversi sistemi di autenticazione, talvolta non utilizzabili in tutte le regioni d’Italia.

AIIP ed Assoprovider, frattanto, sono già sul piede di guerra. L’accusa è che il Governo escluda delle attività di fornitura dei servizi PEC e SPID qualunque impresa di piccole e medie dimensioni.
Solamente le aziende con un capitale sociale da 5 a 10 milioni di euro ed in grado di presentare garanzie assicurative fino a 15 milioni di euro potrebbero divenire gestori ufficiali.

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