Subnet mask, cos'è e a che cosa serve

Cos'è la subnet mask e come funziona l'assegnazione degli indirizzi IP all'interno della rete. Come capire a quale rete appartiene un sistema osservando il suo IP la subnet mask o netmask.

Tra i parametri che si utilizzano comunemente per configurare una rete o impostare l’accesso da parte dei dispositivi che vi si connettono, la subnet mask è quel valore il cui significato viene ignorato dalla maggior parte degli utenti.
Eppure compare ovunque: nelle impostazioni del pannello di configurazione del router, di uno switch, di un access point e di qualunque sistema dotato di interfaccia di rete (computer, tablet, smartphone, videocamera IP, stampanti Ethernet o WiFi, sistemi di videosorveglianza IP,…).


Per rilevare la subnet mask usata su un sistema Windows, basta aprire il prompt dei comandi (Windows+R, cmd) quindi digitare ipconfig /all.
In corrispondenza dei dati relativi alla scheda Ethernet o all’interfaccia WiFi, si leggerà la subnet mask in uso.

Analoga informazione è ottenibile (con la possibilità di modificarla) premendo la combinazione di tasti Windows+R quindi digitando ncpa.cpl.
Cliccando due volte sul nome dell’interfaccia di rete quindi sul pulsante Proprietà e, infine, su Protocollo Internet versione 4, si accederà al dato relativo alla subnet mask, se manualmente impostata.

Cos’è la subnet mask

La subnet mask o netmask consente di stabilire l’intervallo di indirizzi IP all’interno di una sottorete. Nell’esempio in figura, viene usata la subnet mask 255.255.255.0: essa sta a significare che gli IP privati utilizzabili per la rete locale sono, in questo caso, quelli compresi fra 192.168.1.1 e 192.168.1.254.

La subnet mask permette di ricavare la rete cui appartiene un dispositivo partendo dal suo indirizzo IP (nell’esempio è 192.168.1.2, indirizzo IP privato assegnato in modo statico). Essa consente di stabilire quali risorse sono da considerarsi locali e quali invece remote.

Come nel caso degli indirizzi IPv4, anche la subnet mask è formata da una sequenza di 32 bit o 4 byte: ciascuno dei quattro gruppi da 8 bit è separato con un punto.
Si dice che ogni gruppo è da 8 bit perché ciascuno di essi può assumere una numerazione compresa tra 0 e 255 (28 valori possibili) ovvero equivale a un byte (1 byte = 8 bit).

Applicando l’operatore logico AND all’indirizzo IP e alla sua subnet mask o netmask, è possibile calcolare la rete a cui l’IP appartiene.


Come si vede, impostando 192.168.1.2 come indirizzo IP e 255.255.255.0 come subnet mask si trova, banalmente, che la rete a cui appartiene l’IP è 192.168.1.0 (gli indirizzi IP utilizzabili e assegnabili ai vari dispositivi sono compresi tra 192.168.1.1 e 192.168.1.254).

È bene però tenere a mente che risalire alla rete non è possibile, semplicemente, ponendo a 0 l’ultimo byte dell’IP. Tutto infatti dipende proprio dalla struttura della subnet mask.

Supponiamo sempre che il dispositivo con cui abbiamo a che fare abbia IP 192.168.1.2 ma subnet mask 255.255.128.0.
In questo caso la rete di appartenenza sarebbe 192.168.0.0 quindi gli indirizzi IP assegnabili sarebbero addirittura 32.768 e non 256 come nel caso precedente.
Lo spazio di indirizzamento, infatti, sarebbe compreso tra 192.168.0.1 e 192.168.127.254.

Subnet mask più utilizzate

Utilizzando il servizio citato in precedenza, è possibile provare varie combinazioni di subnet mask. Alcune sono ovviamente utilizzate solamente dai grandi provider che hanno necessità di utilizzare ampie classi di indirizzi IP assegnandole in maniera statica o dinamica ai dispositivi di networking dei clienti.

Si provi ad esempio a digitare, al prompt dei comandi, nslookup www.google.it e ad annotare l’indirizzo IPv4 associato al nome a dominio di Google.


Inserendo tale indirizzo IP pubblico in questa pagina si otterrà quanto segue:


La notazione CIDR (Classless Inter-Domain Routing) indica che in questo caso vengono usati 16 bit per esprimere la subnet mask quindi essa è 255.255.0.0:


Questa rete di Google, formata da IP pubblici quindi pubblicamente raggiungibili da qualunque sistema connesso alla rete Internet, è in questo caso formata da 65.536 IP (216) e gli indirizzi utilizzabili sono compresi tra 172.217.0.0 e 172.217.255.255.

La subnet mask 255.255.255.255 è un po’ particolare perché rappresenta l’host stesso (si tratta di un “caso degenere” in cui non viene identificata una rete ma l’indirizzo del medesimo dispositivo).

La subnet mask 255.255.255.0 è detta classe C e offre complessivamente, come già visto in precedenza, 254 indirizzi assegnabili ai calcolatori e ai dispositivi di networking della rete.
La subnet 255.255.0.0 è invece chiamata classe B e dispone di indirizzi locali disponibili per 256 classi C. Infine, la netmask 255.0.0.0 è detta anche classe A ed ha indirizzi locali disponibili 256 classi B.


La subnet mask 255.255.255.252 identifica la più piccola rete utilizzabile con appena 2 indirizzi disponibili per l’assegnazione: viene spesso adoperata nelle connessioni punto-punto ove un indirizzo è l’IP di un host posto dal primo lato della connessione mentre l’altro è l’indirizzo IP del secondo e ultimo host coinvolto nella comunicazione.
Un terzo indirizzo è quello di broadcast (sempre disponibile nel caso di tutte le reti) che consente l’invio delle informazioni a tutti gli host sulla stessa sottorete invece che ad un singolo destinatario.

Nell’articolo 192.168.x.x: perché in rete locale vengono usati questi indirizzi? abbiamo spiegato quali sono le classi di indirizzi IP privati utilizzabili per allestire una rete locale.

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