/https://www.ilsoftware.it/app/uploads/2025/07/bitchat.jpeg)
Viviamo in un’epoca in cui la privacy digitale è costantemente sotto assedio, tra la pervasività delle reti, la necessità di essere sempre connessi e il rischio continuo di tracciamento. In questo scenario si inserisce una novità che promette di cambiare radicalmente il modo in cui comunichiamo: Bitchat, la nuova app di messaggistica decentralizzata ideata da Jack Dorsey, già noto per aver co-fondato Twitter e per le sue successive incursioni nel mondo delle tecnologie aperte e distribuite.
Che cos’è Bitchat
Bitchat si distingue per una filosofia di utilizzo senza precedenti: nessun bisogno di connessione internet, di Wi-Fi o di SIM telefonica. L’app sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy per costruire una rete mesh peer to peer tra dispositivi fisicamente vicini, consentendo così lo scambio di messaggi in modo diretto, senza affidarsi a server centralizzati o infrastrutture tradizionali.
Questo approccio garantisce una resilienza straordinaria: la comunicazione rimane possibile anche in situazioni di blackout, in aree prive di copertura o in contesti in cui la censura o il controllo delle reti possono rappresentare un ostacolo.
my weekend project to learn about bluetooth mesh networks, relays and store and forward models, message encryption models, and a few other things.
bitchat: bluetooth mesh chat…IRC vibes.
TestFlight: https://t.co/P5zRRX0TB3
GitHub: https://t.co/Yphb3Izm0P pic.twitter.com/yxZxiMfMH2— jack (@jack) July 6, 2025
Il punto di forza di Bitchat risiede nella sua impostazione “zero requisiti”. Non è richiesta alcuna registrazione, non viene chiesto di fornire dati personali e non esistono profili utente da creare o gestire. La trasmissione dei messaggi avviene in modo completamente anonimo, protetta da avanzati sistemi di crittografia end-to-end, e ogni comunicazione viaggia direttamente da un dispositivo all’altro, senza lasciare tracce permanenti e senza intermediari che possano accedere ai contenuti.
Questa visione radicale della comunicazione digitale si inserisce perfettamente nel percorso già intrapreso da Jack Dorsey negli ultimi anni. Dopo aver lanciato progetti come Bluesky e Damus, entrambi orientati verso protocolli aperti e architetture decentralizzate, Dorsey conferma con Bitchat la sua volontà di restituire agli utenti il controllo totale sulle proprie interazioni online.
Qualcosa di completamente diverso
Il lancio di Bitchat ha subito suscitato un enorme interesse, soprattutto tra gli appassionati di sicurezza informatica e difesa della privacy. I posti per accedere alla versione beta sono andati esauriti in pochissimo tempo, segno di una domanda crescente per soluzioni alternative alle piattaforme centralizzate. L’ulteriore apertura del progetto alla comunità open source, con la pubblicazione del codice su GitHub, ha amplificato il coinvolgimento degli sviluppatori, favorendo il contributo collettivo e la rapida evoluzione delle funzionalità.
Le potenzialità di Bitchat si estendono ben oltre il semplice scambio di messaggi. In contesti di emergenza, durante manifestazioni pubbliche, in zone remote o in situazioni in cui la libertà di comunicazione è minacciata, poter contare su una messaggistica decentralizzata indipendente da ogni infrastruttura può fare la differenza. Il modello di rete mesh peer to peer garantisce una robustezza unica: i messaggi possono “saltare” da un dispositivo all’altro, estendendo la portata della comunicazione anche in assenza di collegamenti diretti, e mantenendo sempre elevati standard di crittografia e anonimato.
Resta da capire se questa tecnologia riuscirà a uscire dalla nicchia degli esperti di privacy e degli appassionati di sicurezza digitale, per raggiungere un pubblico più ampio e influenzare realmente il modo in cui intendiamo la comunicazione mobile. Il futuro di Bitchat dipenderà dalla sua capacità di dimostrarsi non solo sicura e affidabile, ma anche semplice da usare e integrabile nelle abitudini quotidiane di chiunque.
In più, non va sottovalutato anche il fatto che un’app come Bitchat potrebbe tornare utilissima per la criminalità organizzata, sempre in cerca di nuovi strumenti di comunicazione sicuri e anonimi.