Canonical versa denaro agli sviluppatori open source

Canonical, l’azienda dietro Ubuntu, ha annunciato una collaborazione con thanks.dev per supportare economicamente i maintainer di progetti open source su GitHub. Il modello prevede donazioni mensili da 10.000 dollari distribuite automaticamente sulla base delle dipendenze analizzate nei propri repository.

L’azienda che sostiene lo sviluppo della nota distribuzione Linux Ubuntu, ha annunciato l’avvio di una nuova iniziativa per il sostegno finanziario degli sviluppatori che si occupano di progetti open source. Canonical, in collaborazione con thanks.dev, piattaforma emergente che consente la redistribuzione automatizzata di donazioni verso gli autori di dipendenze software su GitHub, vuole estendere il suo impegno nei confronti dell’ecosistema open source. Da sempre, infatti, quest’ultimo costituisce il fulcro dell’identità dell’azienda dietro lo sviluppo di Ubuntu.

Un modello sostenibile per il supporto dei progetti su GitHub

Mentre Canonical già partecipa attivamente a numerose fondazioni di spicco — come Eclipse Foundation, CNCF e GNOME Foundation — la collaborazione con thanks.dev si rivolge a un’altra fascia fondamentale ma spesso trascurata dell’ecosistema: i maintainer di piccoli progetti open source, le cosiddette “micro-dipendenze” da cui molte grandi infrastrutture software dipendono silenziosamente.

Facendo perno su thanks.dev, Canonical ha avviato un impegno economico annuale di 120.000 dollari, suddiviso in donazioni mensili da 10.000 dollari, distribuite dinamicamente in base all’analisi automatica delle dipendenze dichiarate nei propri repository GitHub.

L’algoritmo messo a disposizione da thanks.dev non si limita a mappare le dipendenze dirette, ma analizza ricorsivamente la struttura delle dipendenze fino a tre livelli di profondità. Adotta un approccio breadth-first evidenziando come esplori tutti i nodi di un certo livello prima di scendere al successivo.

Algoritmi di distribuzione e criteri di ponderazione

La distribuzione dei fondi avviene, come spiegato al precedente paragrafo, mediante un algoritmo che tiene conto della diffusione delle dipendenze all’interno dei progetti analizzati. Tuttavia, la piattaforma consente anche interventi manuali, permettendo alle aziende come Canonical di calibrare meglio la distribuzione in base al proprio stack tecnologico effettivo.

Canonical ha già cominciato a regolare questi parametri, ad esempio bilanciando il peso tra linguaggi come Python, Go e Rust, per riflettere la varietà delle tecnologie impiegate nei suoi progetti.

Nella prima tranche di donazioni (aprile 2025), sono stati raggiunti oltre 350 sviluppatori e organizzazioni.

Ricevere un sostegno anche modesto può avere un impatto psicologico e motivazionale significativo, come dimostrano le numerose reazioni positive condivise su Mastodon e altri social network.

Per molti sviluppatori indipendenti, si tratta della prima forma di riconoscimento economico per il loro lavoro in ambito open source.

Un ecosistema di aziende e individui che restituiscono valore

Canonical non è sola in questa iniziativa: grazie a thanks.dev, un numero crescente di aziende tecnologiche e singoli sviluppatori stanno adottando il modello di funding decentralizzato e trasparente, promuovendo una cultura di riconoscimento economico e sostenibilità nel mondo open source.

Thanks.dev trattiene una commissione del 5%, indicata come necessaria per sostenere l’infrastruttura, contattare i potenziali beneficiari e gestire la distribuzione dei fondi, spesso anche facilitando la creazione degli strumenti necessari per ricevere i pagamenti.

Oltre alle opportunità lavorative in aziende come Canonical — che impiega sviluppatori per lavorare full-time su progetti open — esistono ora anche canali diretti di remunerazione per chi contribuisce alla base tecnologica dei moderni software.

Un ulteriore passo avanti verso un modello etico, sostenibile e scalabile che riconosce il valore del codice aperto utilizzato nel software. In un mondo sempre più costruito su librerie e microservizi open source, iniziative come questa sono destinate a diventare non solo auspicabili, ma necessarie.

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