Chip fotonico e fibra ottica: trasferiti dati a 1,84 Petabit/s

Un team di ricercatori accademici trasferisce dati con una larghezza di banda pari a 1,84 Petabit/s su cavo in fibra ottica. Si tratta di un quantitativo di dati superiore al traffico Internet globale medio.
Chip fotonico e fibra ottica: trasferiti dati a 1,84 Petabit/s

L’uso dei processori fotonici sta progressivamente aprendo nuovi orizzonti in ambito informatico e nelle reti di telecomunicazioni.
Rispetto ai chip in silicio, le velocità di calcolo di un processore fotonico sono molto più elevate: essi utilizzano nanofili sensibili ad impulsi ottici e in grado di rispondere nell’ordine dei nanosecondi.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenaghen (Danimarca) ha compiuto ulteriori progressi rispetto agli studi fino ad oggi pubblicati riuscendo a trasmettere 1,84 Petabit/s di dati usando un chip fotonico e un collegamento basato su cavo in fibra ottica.

La larghezza di banda ottenuta, 1,84 Petabit/s, permetterebbe di scaricare 230 milioni di foto in un secondo ed equivale all’intero traffico veicolato dall’intera rete Internet sempre in un secondo.

Il team danese ha suddiviso il flusso dati in 37 sezioni, ciascuna delle quali è stata gestita lungo un nucleo separato del cavo in fibra ottica. Ciascuno di questi canali è stato poi suddiviso in 223 blocchi di dati corrispondenti a specifiche sezioni dello spettro elettromagnetico.
È stato così possibile sfruttare impulsi luminosi equidistanti tra loro nello spettro delle frequenze e distribuire la trasmissione, lungo una distanza di 7,9 chilometri, su “colori” differenti senza che vi fossero interferenze reciproche e aumentando enormemente la capacità di ciascun canale.

La nuova ricerca accademica stabilisce un record nella trasmissione dei dati su lunga distanza utilizzando un singolo chip per gestire l’intero processo. La tecnologia basata sulla fotonica consentirà di creare semplici chip in grado di inviare molti più dati rispetto ai modelli esistenti riducendo i costi energetici e aumentando la larghezza di banda.

Il chip necessita di un singolo laser che opera simultaneamente su più frequenze nonché di dispositivi separati per codificare i dati in ciascuno dei flussi di output. I ricercatori universitari affermano tuttavia che questi componenti potrebbero essere integrati nel chip stesso rendendo l’intero apparato delle dimensioni di una scatola di fiammiferi.

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