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Cloudflare sta testando un sistema innovativo che potrebbe ridefinire il panorama digitale: il modello pay per crawl, progettato per monetizzare l’accesso ai dati online da parte delle aziende di intelligenza artificiale. Questa iniziativa, descritta come un passo verso un ecosistema AI sostenibile, mira a stabilire un equilibrio economico tra creatori di contenuti e big dell’AI.
Come funziona il pay-per-crawl
Il nuovo approccio consente alle aziende AI di negoziare direttamente con i publisher, attraverso un’interfaccia user-friendly, per acquistare l’accesso ai loro dati. Questo non solo garantisce una compensazione economica per i creatori, ma promette anche di migliorare la qualità dei dati utilizzati nei modelli di AI.
Cloudflare sottolinea che senza un flusso costante di contenuti originali, i sistemi di intelligenza artificiale rischiano di perdere rilevanza o affidabilità, una preoccupazione centrale per l’azienda.
Uno degli aspetti più complessi del sistema è la determinazione del prezzo. Durante le fasi iniziali, sarà cruciale creare un mercato trasparente che rifletta il valore reale dei contenuti, evitando al contempo dinamiche di svalutazione che potrebbero scoraggiare i creatori. Per affrontare questa sfida, Cloudflare sta lavorando a stretto contatto con publisher e sviluppatori per stabilire parametri equi e sostenibili.
Un altro ostacolo è rappresentato dall’identificazione dei bot AI, che devono essere bloccati se l’azienda non paga per i contenuti. Attualmente, Cloudflare utilizza una combinazione di segnalazioni degli utenti e analisi dei modelli di traffico per rilevare tali attività. Tuttavia, si prevede che saranno necessari ulteriori sviluppi tecnologici per rendere il monitoraggio più efficace e affidabile.
Il futuro del web ai tempi dell’AI
Guardando al futuro, Cloudflare ha in programma di espandere le funzionalità del sistema. I publisher potrebbero avere la possibilità di applicare tariffe variabili in base al tipo di contenuto o percorso di accesso, con l’introduzione di prezzi dinamici. Questo potrebbe incentivare le aziende AI a sviluppare agenti intelligenti capaci di navigare autonomamente nel web alla ricerca delle migliori offerte di contenuti.
Nonostante le sfide, questa iniziativa rappresenta un tentativo pionieristico di bilanciare le esigenze dei creatori di contenuti con quelle delle aziende tecnologiche. Se implementato con successo, il modello pay per crawl potrebbe ridefinire il modo in cui i dati vengono condivisi e utilizzati nell’era dell’intelligenza artificiale, promuovendo un ecosistema digitale più equo e collaborativo.