La presenza di Linux sui dispositivi ARM sta per ricevere una spinta significativa grazie a un progetto di Qualcomm guidato dall’ingegner Hans de Goede, noto per i suoi contributi storici incentrati sull’uso del pinguino su laptop con chip Intel e AMD. Dopo aver lasciato Red Hat, de Goede ha portato la sua esperienza in Qualcomm, concentrandosi sul miglioramento della compatibilità di Fedora Linux con i laptop Windows powered by Snapdragon.
La prima versione a godere di un balzo in avanti tangibile potrebbe essere Fedora 44, con l’obiettivo di offrire un’esperienza più immediata e “out-of-the-box” per gli utenti possessori di sistemi ARM.
Il cuore del miglioramento: Stubble Boot Stub e DTB automatici
Il fulcro del progetto consiste nell’introduzione di una selezione automatica dei Device Tree Blob (DTB) sui sistemi AArch64 con firmware EFI. La proposta di modifica, ancora in attesa di approvazione da parte del Fedora Engineering Steering Committee (FESCo), mira a rendere le immagini live di Fedora immediatamente funzionanti su laptop Windows ARM, eliminando la necessità per l’utente di modificare manualmente l’immagine ISO.
Nei sistemi ARM, il kernel Linux non “indovina” l’hardware presente, ma si affida a DTB che descrivono dettagliatamente la piattaforma hardware: CPU, GPU, periferiche, memoria, interfacce PCIe, USB e altro.
Sui notebook Windows ARM, ogni modello di dispositivo Snapdragon può avere differenze hardware anche minime. Questo significa che, prima della modifica proposta da de Goede, gli utenti Fedora dovevano individuare il DTB corretto per il proprio laptop; modificare manualmente l’immagine ISO della Live Fedora; inserire il DTB corretto all’interno dell’ISO o caricarlo a mano all’avvio.
Stubble boot stub è un piccolo programma incluso all’interno del kernel stesso. Non è un componente initrd completo ma, al momento del boot, legge l’hardware-id rilevato dalla piattaforma e cerca nella mappa il DTB corrispondente. Se trova una corrispondenza, carica automaticamente il DTB corretto. Se non lo trova, il boot fallisce, ma questo scenario è raro poiché la Live ISO contiene già i DTB per tutti i modelli principali.
Grazie a questo sistema, l’utente non deve più modificare manualmente l’ISO: basta inserire la Live Fedora su una chiavetta o un’unità esterna e avviare il laptop.
Implicazioni per gli utenti e il mercato
Finora, le migliori esperienze Linux sui laptop dotati di SoC Snapdragon X Elite sono state assicurate dalle immagini Ubuntu X1E Concept. Tuttavia, anche con queste immagini, il risultato appare spesso difforme rispetto all’avvio sui sistemi basati su AMD Ryzen o Intel Core Ultra.
La modifica proposta da de Goede potrebbe rappresentare un punto di svolta, offrendo agli utenti Fedora una compatibilità “out-of-the-box” stabile e prestazioni più prevedibili.
L’iniziativa riflette inoltre un trend più ampio: il crescente interesse di Qualcomm verso il mondo Linux desktop e la volontà di rendere i dispositivi Windows ARM più accessibili agli sviluppatori e agli appassionati di open source.
Il kernel Fedora modificato non rappresenta una Unified Kernel Image (UKI) completa, ma include – come spiegato in precedenza – solo lo stub di boot e i DTB. La generazione dell’initrd e la riga di comando del kernel rimangono gestite da GRUB, mantenendo massima flessibilità. L’approccio incrementa la dimensione del file vmlinuz di circa 3 MB, passando da circa 16 MB a 19 MB, un aumento minimo rispetto al vantaggio in termini di compatibilità e facilità d’uso.
Conclusioni
Se approvata e implementata, la modifica permetterà a Fedora 44 di offrire un’esperienza quasi senza ostacoli su laptop ARM, avvicinando il sistema operativo open source a una realtà mobile e ARM-first che fino a oggi ha sofferto di limitazioni hardware e software.
Con Hans de Goede ora in Qualcomm, l’ottimizzazione di Fedora per dispositivi ARM sembra destinata a diventare più solida e user-friendly, segnando un passo avanti importante nella diffusione di Linux sui laptop Windows ARM.