Fino a quando Windows 11 sarà gratuito?

Windows 11 è disponibile come aggiornamento gratuito per i possessori di una licenza valida di Windows 10, senza una data di scadenza ufficiale comunicata da Microsoft. Gli aspetti che meritano attenzione.

Come già avvenuto per Windows 10, sin dalla presentazione di Windows 11 (ottobre 2021), il sistema operativo è stato offerto da Microsoft come aggiornamento gratuito per gli utenti in possesso di una licenza valida della precedente piattaforma. In altre parole, i possessori di una licenza “genuina” di Windows 10 possono aggiornare gratis a Windows 11, passando alla medesima edizione (ad esempio da Windows 10 Pro a Windows 11 Pro) su tutti i PC che soddisfano i requisiti minimi (diventati più severi da Windows 10 a Windows 11).

Una domanda ricorrente, nelle discussioni tra utenti privati e professionisti IT è, allora, fino a quando Windows 11 resterà disponibile gratuitamente?

Il modello di distribuzione gratuito di Windows 10 e Windows 11: dal 2015 a oggi

Se facciamo un balzo all’indietro di un decennio, tutti noi ricordiamo che Microsoft aveva inizialmente posto la scadenza di un anno per il passaggio gratuito a Windows 10 per gli utenti di Windows 7 e Windows 8.x. In realtà, il meccanismo di upgrade gratuito tramite lo strumento di accessibilità rimase attivo per anni e, anche senza ricorrere a quel sistema, i server di attivazione di Windows 10 accettavano senza problemi i Product Key di Windows 7 e Windows 8.x. Solo a partire da ottobre 2023, Microsoft ha ufficialmente disattivato i meccanismi di attivazione legati a quelle licenze. Addirittura, prima di allora, i Product Key di Windows 7 e Windows 8.x portavano anche all’attivazione delle installazioni di Windows 11.

Microsoft non ha insomma mai imposto rigidamente la scadenza dichiarata, ma ha lasciato aperti canali di aggiornamento non pubblicizzati.

Con Windows 11, Microsoft non ha fissato una data ufficiale di scadenza per l’offerta gratuita. Le FAQ e la documentazione ufficiale parlano solo di “aggiornamento gratuito per i dispositivi idonei”, senza specificare limiti temporali.

Questa scelta può avere diverse spiegazioni. Microsoft vuole senza dubbio accelerare l’adozione del suo sistema operativo più recente: un’ampia base di utenti che scelgono Windows 11 è l’obiettivo a cui sta guardando la società di Redmond (i requisiti più severi sembrano voler puntare al rinnovo del parco macchine a livello mondiale).

D’altra parte, meno versioni di Windows attive significa meno costi di supporto e più controllo sugli standard tecnologici (ad esempio DirectStorage, Pluton Security Processor, ecc.), preparando allo stesso tempo il terreno per Windows 12 che spingerà tantissimo sul cloud, sull’ecosistema Microsoft nel suo complesso, sulle soluzioni basate sull’AI.

Fine dell’aggiornamento gratuito a Windows 11?

Microsoft potrebbe, in linea teorica, bloccare in qualsiasi momento la gratuità del processo di aggiornamento da Windows 10 a Windows 11, richiedendo l’acquisto di una licenza standalone.  È un’evenienza davvero poco probabile, però, perché andrebbe contro la logica di adozione massiva di Windows 11 che l’azienda persegue. Al netto della discutibile scelta sui requisiti minimi, che non sarebbe mai troppo tardi per rivedere.

D’altra parte, è emerso che proprio a ridosso del lancio di Windows 11, Microsoft aveva in programma di consentire due differenti programmi di aggiornamento a Windows 11Soft FloorHard Floor.

Come spieghiamo nell’articolo sul perché Microsoft sbaglia nella gestione dell’aggiornamento a Windows 11, Redmond aveva previsto due livelli di requisiti per Windows 11:

  • Soft Floor, più restrittivo, con controlli su CPU e obbligo di TPM 2.0, che sconsigliava ma non bloccava l’aggiornamento se non rispettato.
  • Hard Floor, minimo indispensabile, che avrebbe permesso a tutti i PC compatibili con Windows 10 (anche del 2015-2018) di aggiornare a Windows 11, pur con un avviso di non conformità.

Per quanto riguarda la possibilità di passare gratis a Windows 11 sfruttando una licenza valida di Windows 10 (anche con provenienza da Windows 7 e Windows 8.1) rimarrà attiva a lungo, soprattutto considerando il fatto che Microsoft ad oggi non ha comunicato alcuna data di scadenza.

Windows 11 non è gratuito, con buona pace di tanti youtuber

Ci è capitato di imbatterci nei video di tanti youtuber che affermano come Windows 11 sia di fatto diventato gratuito. E raccontano che Windows 11 funziona perfettamente senza attivazione, quindi senza acquistare una licenza e inserire un Product Key legittimo.

È certamente vero che Microsoft consente di installare e usare Windows 11 senza attivazione: era possibile con Windows 10, lo è ancora oggi con Windows 11. Le limitazioni di un sistema Windows 11 non attivato sono essenzialmente le seguenti:

  • Watermark permanente sul desktop: “Attiva Windows”.
  • Impossibilità di personalizzare alcune impostazioni (es. sfondo, colori, temi, schermata di blocco).
  • Alcuni aggiornamenti opzionali potrebbero non essere disponibili, ma gli aggiornamenti di sicurezza fondamentali continuano a funzionare.
  • Visualizzazione di promemoria per l’attivazione.

Queste restrizioni possono anch’esse essere superate, anche piuttosto agevolmente senza applicare patch che modifichino alcuna libreria o componente di sistema. Ma non è questo il punto.

Il punto è che per usare legalmente Windows, è necessario possedere una licenza valida e attivare il software con un Product Key originale o un metodo approvato. Se si decidesse di non attivare Windows 11, il software continua a funzionare, ma non si sarà in regola con la licenza. In altre parole, l’utilizzo non attivato è tecnicamente possibile, ma non conforme al contratto.

Per verificarlo, basta premere Windows+R, digitare %systemroot%\system32\it-IT\Licenses e controllare il contenuto delle condizioni di licenza (file license.rtf). Ma questo gli arrembanti youtuber non lo dicono. Il rischio, soprattutto negli ambienti professionali e in azienda, è trovarsi esposti a conseguenze legali in caso di accertamenti.

Il consiglio: acquistare sempre una licenza valida (anche da rivenditori terzi che possano garantire la legittimità delle licenze) e conservare copia della fattura.

Il caso di Windows To Go e dei file VHDX avviati da un supporto di boot: Windows 11 gratuito?

La possibilità di eseguire Windows 10 o 11 da dispositivi esterni come chiavette USB o SSD tramite Windows To Go o file VHDX è diventata una pratica sempre più apprezzata.

Un aspetto sorprendente di questa configurazione è che, in molti casi, il sistema operativo risulta automaticamente attivato, anche quando l’installazione originaria non lo era. Questo fenomeno solleva interrogativi sul funzionamento dell’attivazione di Windows e sulla possibilità di utilizzare Windows 11 gratuitamente in questi scenari.

Cos’è Windows To Go e come funziona

Windows To Go è una funzionalità introdotta da Microsoft che consente di installare e avviare Windows da un dispositivo USB esterno. Sebbene Microsoft abbia interrotto ufficialmente il supporto per Windows To Go a partire da Windows 10 versione 2004, molti utenti continuano a utilizzarla per installare Windows su dispositivi esterni e far funzionare il sistema operativo da tali supporti. È possibile farlo con lo stesso Rufus che supporta Windows To Go e permette di configurare unità USB con Windows 11 o Windows 10 installati al loro interno (e perfettamente funzionanti, a patto di usare un supporto veloce: USB Gen 1, Gen 2, Gen 2×2 o successivo).

La tecnologia Windows To Go permetteva ufficialmente di avviare Windows (oggi anche lo stesso Windows 11!…), con il sistema operativo che funzionava su più PC, dotati di differente configurazione hardware, senza richiedere l’attivazione.

Ciò complicava il controllo delle licenze e non era coerente con il modello moderno di licenze digitali legate a hardware/account Microsoft. È probabilmente questo, insieme ad altri fattori, uno dei motivi che ha indotto Microsoft ad accantonare Windows To Go (anche se funziona senza problemi ancora oggi).

Il mistero dell’attivazione automatica con i file VHDX caricati da unità USB

Nell’articolo citato in precedenza, abbiamo presentato una procedura che permette di usare una macchina virtuale Windows 11 creata con Hyper-V (non attivata) ed avviarla da un supporto USB su una macchina fisica. L’aspetto curioso è che al primo avvio di Windows 11 dal supporto esterno, il sistema operativo risulta automaticamente attivato, anche se l’installazione originaria non lo era.  Perché?

Quando Windows è eseguito in ambienti virtualizzati, come una macchina virtuale Hyper-V, l’hardware virtuale non corrisponde a quello di un PC fisico. Di conseguenza, Windows non rileva una licenza digitale associata e non si attiva automaticamente. Le condizioni di licenza Microsoft prevedono quanto segue: “la presente licenza consente al licenziatario di installare una sola istanza del software da utilizzare su un dispositivo, sia che si tratti di un dispositivo fisico che virtuale“.

Le licenze digitali Retail di Windows non sono legate a un singolo dispositivo, ma possono essere trasferite da un PC all’altro. Quando un’installazione di Windows 11 è avviata su un nuovo hardware, il sistema verifica se esiste una licenza digitale associata a quell’hardware (e non è neppure necessario usare un account Microsoft…). Se viene trovata una corrispondenza, Windows si attiva automaticamente, anche se l’installazione originaria non era attivata.

Per verificare il tipo di licenza, basta premere Windows+R quindi digitare il comando slmgr.vbs /dlv e verificare quanto riportato a destra di Canale codice Product Key.

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