Omarchy Linux è una distribuzione nata attorno ad Arch Linux e al compositor Hyprland, promossa da David Heinemeier Hansson (DHH) che è anche l’autore di Ruby on Rails. In molti la considerano un setup opinionated perché sfrutta le possibilità di personalizzazione di Arch (già lo script di installazione semi automatica di Arch è considerato un sovrappiù rispetto all’impostazione originale…) per consegnare agli utenti, sviluppatori in primis, un ambiente ben congegnato, già pre-configurato, dotato di scorciatoie, temi e una selezione di applicazioni già pronte.
Fin dal lancio, Omarchy ha generato reazioni molto polarizzate: entusiasti che ne lodano l’estetica e la praticità, e critici che ne contestano la filosofia, la trasparenza e le scelte progettuali. Viene quindi da chiedersi perché mai Omarchy Linux piaccia così tanto a qualcuno e perché invece sia inviso ad altri altri.

Che cos’è davvero Omarchy Linux
Omarchy (download) si presenta come un sistema Linux moderno e fortemente opinionated. Questo termine si può tradurre in italiano come “fortemente orientato da precise scelte progettuali”. Un software o un sistema “opinionated” non è neutro: include già delle decisioni tecniche, estetiche o di flusso di lavoro prese dallo sviluppatore, in questo caso DHH, per te.
La filosofia che ha guidato lo sviluppo di Omarchy è quella di offrire un’esperienza operativa focalizzata sull’efficienza e sulla velocità, ottenuta attraverso un Tiling Window Manager (TWM) che privilegia nettamente l’interazione da tastiera rispetto al mouse o al trackpad. Non tenta di emulare l’ergonomia tradizionale di sistemi come Windows o macOS, ma propone un metodo di lavoro distinto, destinato agli utenti che desiderano padroneggiare in modo più efficiente il proprio ambiente.

Grazie al suo TWM, le finestre dell’interfaccia grafica sono automaticamente affiancate (tiled) in posizioni predeterminate. Il sistema sfrutta ampiamente il tasto Super (equivalente al tasto Windows, quello con la bandierina, o Command su Mac) per tutte le operazioni cruciali.
In termini di pacchetti software, Omarchy si basa sul vasto ecosistema di Arch Linux. Il sistema offre accesso a oltre 15.000 pacchetti ufficiali di Arch e circa 100.000 pacchetti dell’Arch User Repository (AUR). Su quest’ultimo, va usata sempre la massima attenzione.
Le operazioni da tastiera
- Apertura e Chiusura: Una nuova finestra del terminale si apre tipicamente con
Super + Invio, mentre le finestre si chiudono conSuper + W. - Scambio e Focus: Le finestre possono essere scambiate di posizione utilizzando
Super + MAIUSCe i tasti freccia. Lo spostamento del focus (il bordo evidenziato) tra le finestre attive avviene tramite Super e i tasti freccia. - Allineamento: È possibile alternare l’allineamento delle finestre tra orizzontale e verticale premendo
Super + J. - Workspaces: Il concetto di workspace è fondamentale. È possibile spostare una finestra su un altro workspace (ad esempio, il numero 2) utilizzando
Super + MAIUSC + 2, e tornare al workspace 1 conSuper + 1.

Modalità avanzate: Floating, Pop e Grouping
Oltre al tiling automatico, Omarchy offre modalità di visualizzazione specifiche per esigenze diverse, tutte gestite tramite combinazioni da tastiera:
- Finestre Fluttuanti (Floating): La modalità fluttuante, simile a quella di un desktop tradizionale, si attiva con
Super + T. Le finestre fluttuanti possono essere trascinate (tenendo premutoSupere il pulsante sinistro del mouse) e ridimensionate (tenendo premutoSupere il pulsante destro del mouse). La pressione diSuper + Tle riporta in modalità tiling. - Finestre Sticky (Pop): Attivabile con
Super + O, questa modalità crea una finestra fluttuante che è anche sticky, ovvero persiste e rimane visibile quando l’utente si sposta tra i diversi workspaces (es. da 2 a 3). È utile per video o riunioni. - Raggruppamento (Grouping): Una tecnica avanzata (utile specialmente su schermi piccoli) è il window grouping, attivabile con
Super + G. È possibile creare una struttura a schede all’interno di un workspace. La navigazione tra i gruppi avviene tramiteSuper + ALT + TABo digitando il numero del gruppo (es.Super + 2). Una finestra può essere inserita o estratta dal gruppo tramiteSuper + ALT + GoSuper + ALTe le frecce.
Un dettaglio tecnico di Hyperland è la gestione del mouse: quando il focus di una finestra cambia tramite tastiera, il puntatore del mouse salta automaticamente nella nuova finestra focalizzata, rafforzando l’approccio keyboard-first.
Temi e personalizzazione dell’interfaccia
Il sistema offre 12 temi predefiniti, con la possibilità di installarne di aggiuntivi.
Un aspetto cruciale è la sincronizzazione del tema: quando un tema viene modificato (ad esempio, passando da Tokyo Night a Catppuccin o Osaka Jade), i colori si aggiornano automaticamente su tutte le applicazioni principali, inclusi Neovim (LazyVim, vedere più avanti), il browser e utilità come btop (il monitoraggio attività, accessibile con Super + MAIUSC + T). Questa stretta integrazione si estende anche a editor installabili come Visual Studio Code o Cursor. Tramite il menu Style, l’utente può modificare parametri tecnici dell’interfaccia.

Configurazione del sistema e strumenti di sviluppo
Omarchy è altamente preconfigurato, ma la sua flessibilità deriva dalla possibilità di modificare ogni aspetto tramite file di testo. L’accesso alle impostazioni e alle applicazioni avviene primariamente tramite il menu principale di Omarchy che si attiva toccando sulla prima icona in alto a sinistra oppure usando Super + ALT + Barra spaziatrice. In alternativa, si può ricorrere anche all’app launcher (Super + Barra spaziatrice).
All’avvio, Umachi introduce l’utente al concetto di TUI (Text User Interface). Le TUI offrono un’interfaccia testuale avanzata per gestire comandi e configurazioni essenziali.
La configurazione delle key bindings (Super K) e di altri elementi di sistema, come i monitor (risoluzione e frequenza di refresh), il profilo energetico (Performance/Balanced) o la Waybar (la barra superiore), avviene modificando i rispettivi file di configurazione testuali. La modifica e il salvataggio di questi dot files porta a modifiche immediatamente efficaci per la maggior parte dei sottosistemi.
Per quanto riguarda il terminale, la configurazione del prompt è gestita da Starship, componente evoluto che assicura un’esperienza di lavoro senza pari.
Ecosistema di sviluppo in Omarchy Linux
La distribuzione di DHH, il setup opinionated oppure il “moderno sistema Linux”, come lo definisce il suo stesso autore, contiene tutto ciò che serve per lo sviluppo software.
Neovim, nella “declinazione” LazyVim, offre un ambiente di editing potente, con centinaia di key bindings. Sebbene appaia inizialmente complesso come editor, DHH propone un’interfaccia che include strumenti come LazyGit per la gestione diretta dei repository Git.
L’installazione di ambienti di sviluppo e linguaggi (come Ruby on Rails, Python con il package manager UV, Go, PHP/Laravel/Symphony, runtime JavaScript) avviene tramite un apposito wrapper che permette di gestire e alternare diverse versioni di un linguaggio (es. Ruby 3.17 e 2.7) su progetti differenti.
Omarchy supporta l’installazione di Docker e database come MySQL o PostgreSQL come database. Gli utenti possono accedere all’interfaccia LazyDocker per monitorare e gestire container, immagini e processi attivi.
Strumenti come Dropbox e Tailscale (VPN mesh) sono disponibili per garantire la sincronizzazione dei dati e la connettività sicura tra sistemi.

Perché Omarchy piace: i punti di forza concreti
Omarchy Linux restituisce all’utente un ambiente di lavoro meticolosamente ingegnerizzato, che fornisce una configurazione subito utilizzabile per scopi produttivi. Certo è una distro opinionated e per questo può non venire incontro alle aspettative e alle esigenze di tutti ma Omarchy espone l’intero strato configurabile (tramite file di testo). Gli utenti più esperti possono così personalizzare ogni singolo dettaglio del sistema, trasformandolo in un setup cucito su misura.
Per chi proviene da macOS e Windows o per chi non vuole investire ore in attività di learning-by-doing, Omarchy è una scelta vincente. “Semplicemente funziona” ed è un ponte stabile e sicuro verso un mondo (Arch + Hyprland) che altrimenti intimidisce.
Il progetto cura temi, icone, layout e flussi: l’utente trova un’esperienza coerente e ottimizzata per il lavoro da tastiera. Per chi già ama il paradigma “tiling + hotkeys”, le scelta di DHH aumentano la produttività e diminuiscono l’impegno iniziale (non bisogna decidere ogni dettaglio da zero).
Alcuni utenti sfruttano Omarchy come “base di partenza”: prendono ciò che piace e poi personalizzano o smontano il resto. Da questo punto di vista il progetto è un acceleratore di esperienze: fa risparmiare tempo e propone schemi già efficaci, rendendo possibile imparare da un sistema funzionante.
Perché Omarchy NON piace: le critiche principali, spiegate una per una
Definire un progetto “opinionated” significa implicitamente indurre gli utenti ad accettare scelte forti: pacchetti preinstallati, keybindings fissi, workflow imposti. Per molti utenti Arch il bello è costruire e sapere dove viene usato ogni singolo componente; Omarchy invece fornisce un’esperienza preconfezionata che alcuni vedono come contraria allo spirito di Arch. Il timore è che “opinionated” finisca per significare “imposto senza scelta”. In realtà, come abbiamo visto al paragrafo precedente, è possibile anche effettuare un’installazione di Omarchy “ridotta all’osso”.
Fra le lamentele più nette c’è la presenza, di default, di applicazioni giudicate non essenziali (client multimediali, Web browser pesanti, tool proprietari), senza un processo di opt-in chiaro durante l’installazione. Chi desidera un sistema minimale lo percepisce come “bloatware“.
Omarchy è fortemente associata alla figura pubblica di DHH. La sua notorietà, il suo stile comunicativo e alcune posizioni pubbliche hanno generato opinioni contrastanti; per qualcuno questa associazione rende il progetto meno appetibile, perché software e “personalità” non sono percepiti come distinti.
Installare Omarchy in modalità base
Con un minimo di lavoro un più si può avviare un’installazione in modalità base (è chiamata Bare Mode). Come molte derivate di Arch Linux, Omarchy fornisce uno script di installazione che permette di scegliere tra più profili di setup. Il sistema usa pacman (il gestore pacchetti ufficiale di Arch) e yay (un AUR helper, cioè un gestore che permette di installare pacchetti anche dall’AUR).
Nella documentazione di Omarchy è spiegato che qualora si preferisse non mantenere applicazioni preinstallate come Spotify, Obsidian o altri programmi inclusi di default, rimuoverli è estremamente semplice. Dal menu principale di Omarchy, si deve selezionare Remove, Package: viene mostrato l’elenco completo di tutti i pacchetti installati nel sistema. A questo punto è possibile selezionare i pacchetti da eliminare premendo il tasto TAB, quindi confermare la rimozione di tutti gli elementi scelti con Invio.
Allo stesso modo, per eliminare le Web app che non si utilizzano, è sufficiente accedere a Remove, Web App: qui si trova un elenco delle applicazioni Web integrate nel sistema, eliminabili con la medesima procedura.
Infine, nel file ~/.config/hypr/bindings.conf si trovano le scorciatoie da tastiera, liberamente personalizzabili; con l’istruzione xdg-settings set default-web-browser brave.desktop si può definire un browser predefinito in Hyprland (nell’esempio si imposta Brave).
Omarchy e Hyper-V
La distro di DHH funziona molto bene anche in una macchina virtuale creata con Hyper-V. Per chi proviene da Windows, potrebbe essere un buon modo per provarla senza modificare la configurazione del sistema in uso.
Suggeriamo di impartire il comando seguente da una finestra PowerShell in modo da impostare la risoluzione delle macchina virtuale contenente Omarchy:
Set-VMVideo -VMName OMARCHY -HorizontalResolution 1920 -VerticalResolution 1024 -ResolutionType Single
Al posto di OMARCHY va indicato il nome della macchina virtuale Hyper-V mentre i valori 1920 e 1024 vanno sostituiti con i pixel sull’asse X e Y.
Belle le foto delle Omarchy workstations pubblicate sul sito ufficiale del progetto.