Google, le principali innovazioni in 10 anni di ricerche

Estate è sempre sinonimo di bilanci e di propositi per il futuro. Google non è da meno e tramite Amit Singhal, ingegnere software della società, responsabile dello sviluppo del motore di ricerca, fa il punto delle principali inno...
Google, le principali innovazioni in 10 anni di ricerche

Estate è sempre sinonimo di bilanci e di propositi per il futuro. Google non è da meno e tramite Amit Singhal, ingegnere software della società, responsabile dello sviluppo del motore di ricerca, fa il punto delle principali innovazioni introdotte da un anno a questa parte.
La data di ieri, come ricorda Singhal in un lungo post (vedere questa pagina) rappresenta una vera e propria pietra miliare nella storia di Google. Era infatti il 19 agosto 2004 quando i due fondatori Larry Page e Sergey Brin decisero di collocare in borsa la loro azienda: dopo dieci anni, il business di Google non è più incentrato solamente sulle ricerche online ma su una vastissima schiera di servizi. Eppure, come sottolinea lo stesso Singhal, il cuore pulsante di Google è sempre – ancora oggi – la ricerca di informazioni sul web.

La home page del motore di ricerca di Google non è cambiata moltissimo rispetto ad oggi (ecco come si presentava nel 2004 (grazie alla Wayback Machine – Internet Archive): ciò che è cambiato sono i servizi aggiunti a contorno, che hanno arricchito enormemente lo strumento di ricerca.

Secondo Singhal, solamente nell’ultimo anno di attività, le modifiche apportate al motore di ricerca sarebbero state complessivamente 890, un numero nettamente superiore a quello registrato negli anni precedenti.

Nel suo post Singhal ricorda le innovazioni – relativamente al solo motore di ricerca – che in questa decade si sono rivelate maggiormente interessanti ed innovative:

Autocompletamento. Il motore di ricerca di Google consente di completare automaticamente qualuque interrogazione digitata dall’utente caricando eventualmente, in maniera istantanea, i risultati. A chi non dovesse piacere il continuo aggornamento dei risultati della ricerca, mano a mano che si digitano parole od intere frasi, può cliccare sul link Impostazioni, nella home page del motore di ricerca, quindi selezionare l’opzione Non mostrare mai i risultati di Instant.

Traduzioni. Google Translate era un servizio in semplice fase di “beta testing” nel 2004. Oggi supporta 80 lingue diverse ed è quotidianamente utilizzato, come rivela Singhal, per oltre un miliardo di traduzioni ogni giorno. Translate è poi adesso strettamente legato al motore di ricerca: si provi a digitare traduci oggi è una data importante in tedesco nella casella di ricerca. Si otterrà, in primis, la traduzione dell’intera frase nella lingua tedesca.

Ricerca universale. Diversamente dai primi anni di vita di Google, col tempo si è capito che vi sono diverse tipologie d’informazione. Oltre alle pagine web, è sembrato opportuno introdurre delle suddivisioni consentendo, ad esempio, di effettuare ricerche mirate sulle notizie fresche, sulle immagini, sui contenuti video e così via. Successivamente l’idea è stata estesa ai libri, ai prodotti, alle mappe, alle località geografiche. Così, cercando su Google un evento importante, è altamente probabile che vengano visualizzati anche dei video.

Knowledge Graph. Google ha puntato molto sulle cosiddette “risposte veloci” ossia nelle informazioni che, in risposta ad una specifica interrogazione dell’utente, vengono mostrate in capo alla pagina dei risultati. Tra le “risposte veloci”, a seconda di quanto cercato, vi possono essere i risultati di una sfida calcistica, di un torneo di tennis, le condizioni meteo, gli orari di volo di una compagnia aerea e così via. L’intento è quello di rispondere automaticamente a domande sempre più complesse: digitando “data di nascita Giorgio Napolitano”, “la capitale dell’India”, “quando morì John Lennon”, “100 euro in dollari” gli utenti debbono poter ricevere, immediatamente, come primo elemento della SERP, la risposta al quesito.
Il Knowledge Graph è una tecnologia che riesce a scoprire e tracciare relazioni tra termini, oggetti, fatti, personaggi. Il “grafico della conoscenza” rappresenta l’architettura di base sulla quale poggia il funzionamento dell’assistente digitale Google Now (Now, l’assistente digitale di Google capisce l’italiano) e che verrà sfruttata in futuro per molteplici applicazioni ancor più raffinate (Ricerche più efficaci con il Knowledge Graph italiano).
Già sin d’ora, spiega Google, grazie agli aggiornamenti via a via implementati, strumenti come Now permettono di paragonare le caratteristiche di oggetti, animali, prodotti o di restringere ed affinare le proprie ricerche effettuate in modalità vocale.

Ricerca vocale ed “azioni”. Un punto strettamente correlato con quello precedente: la ricerca vocale sarà sempre più il fulcro dei prossimi sforzi dei tecnici Google. “Ricordami di comprare il latte al supermercato“. Non appena ci si troverà nei pressi del supermercato, lo smartphone od il tablet ricorderanno automaticamente l’acquisto.
L’idea è quella di non dover rendere nemmeno più indispensabile l’interazione con il telefono: basteranno semplicemente comandi vocali per effettuare la stragrande maggioranza delle operazioni.
Esempi delle domande che già oggi è possibile porre a Google Now ed, in generale, al motore di ricerca di Google sono riportate in questa pagina. Non tutte sono ancora disponibili in italiano ma gran parte di esse risultano già utilizzabili.

Informazioni personalizzate ed indicazioni prima di effettuare una ricerca. Sulla base dello stile di vita dell’utente, dei suoi spostamenti, delle sue abitudini, delle sue preferenze e dei suoi interessi, Google si prefigge di fornire informazioni utili prima ancora che queste vengano ricercate.
L’orario del prossimo autobus, se il volo è o meno in orario, se c’è molto traffico ed è consigliabile mettersi in viaggio in anticipo per giungere puntuali ad un appuntamento, il risultato di una gara sportiva, l’indicazione del punto in cui si è parcheggiato la macchina sono solo alcune informazioni che Google è in grado di mostrare senza che sia l’utente a richiederle.

Mobile e dispositivi indossabili. La filosofia di Google, come spiega Singhal, è che le ricerche possano essere sempre effettuate da qualunque dispositivo, indipendentemente dal fattore di forma e dal sistema operativo installato. Il motore di ricerca deve “semplicemente funzionare” adattandosi ai device utilizzati dagli utenti.

Senza anticipare nulla delle novità che saranno introdotte nei mesi a seguire, Singhal invita gli utenti a salire a bordo in vista del prossimo decennio di attività.

Nella foto a lato, Larry Page (attuale CEO di Google), Eric Schmidt (ex CEO e presidente esecutivo dell’azienda) e Sergey Brin.

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