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A partire dal 2026, Google introdurrà cambiamenti fondamentali nella distribuzione delle app Android, con un’implementazione globale prevista entro il 2027. In particolare, per poter installare applicazioni sui dispositivi Android certificati — quelli che includono Google Play Store, Google Play Services e Google Mobile Services — sarà obbligatoria la verifica dell’identità degli sviluppatori, anche per le app distribuite al di fuori del Play Store, quindi installabili tramite sideloading o store alternativi.
Il famoso store alternativo per le app Android, F-Droid, ha protestato contro le nuove misure Google spiegando che di fatto porteranno alla chiusura del negozio online che accetta soltanto applicazioni aperte, esenti da pubblicità e qualsiasi forma di tracciamento.
Per Google il sideloading non sparirà, ma non è una risposta esauriente
In una nota apparsa di recente sull’Android Developers Blog, Matthew Forsythe, Director, Product Management, Android App Safety, sostiene che il meccanismo di sideloading risulta essenziale nell’ecosistema Android e che non sarà rimosso:
Il sideloading è fondamentale per Android e non scomparirà. I nostri nuovi requisiti di identità per gli sviluppatori sono pensati per proteggere utenti e sviluppatori da malintenzionati, non per limitare la scelta. Vogliamo assicurarci che, quando scarichiamo un’app, essa provenga effettivamente dallo sviluppatore che dichiara di averla realizzata, indipendentemente da dove è scaricata. Gli sviluppatori verificati avranno la stessa libertà di distribuire le loro app direttamente agli utenti tramite sideloading o tramite qualsiasi app store preferiscano.
Il fatto che Google abbia pubblicato il suo intervento sull’Android Developers Blog dovrebbe di per sé rappresentare un’indicazione chiara. Il sideloading non muore ma resta possibile tramite il tool adb
, per gli sviluppatori o per coloro che si dichiarano tali attraverso le Opzioni per gli sviluppatori nelle impostazioni di Android. Lo abbiamo spiegato nell’articolo sull’installazione di app da sviluppatori non verificati tramite adb.
Il sideloading sopravvive solo sulla carta
Nonostante le rassicurazioni, la risposta di Google lascia più domande che certezze. In pratica, per installare app su dispositivi certificati a partire dal 2026 (in Italia e in Europa dal 2027), sarà obbligatoria la verifica dell’identità dello sviluppatore, anche per APK distribuiti tramite sideloading o store alternativi. Questo significa che, se un’app proviene da uno sviluppatore non verificato, il sistema bloccherà l’installazione, riducendo drasticamente la libertà storica di Android e introducendo un filtro che prima non esisteva.
In pratica, sideloading esiste ancora, ma non sarà più “libero” come oggi: c’è un filtro aggiuntivo sulla fonte e sull’identità. Continua essere fruibile via adb
collegando lo smartphone con un PC, possibilità che non può essere ovviamente sottratta agli sviluppatori interessati a controllare il funzionamento delle loro app.
Verifica dell’identità degli sviluppatori come leva di controllo
Google insiste sul requisito di verifica del developer come misura di sicurezza. Ed è certamente vero, perché con quest’accortezza si evita il proliferare di app anonime, provenienti da fonti inaffidabili.
Il rovescio della medaglia è che aggiunge un collo di bottiglia burocratico: l’identità è verificata tramite la condivisione di un documento di riconoscimento per la maggior parte degli sviluppatori.
L’azienda di Mountain View può inoltre tracciare e censurare indirettamente chi distribuisce app al di fuori del Play Store. La misura può di fatto scoraggiare sviluppatori indipendenti o piccoli team, cambiando la dinamica storica di Android come piattaforma aperta.
Quindi, anche se la verifica è opzionale per lo sviluppo in Android Studio, diventa necessaria per qualsiasi distribuzione significativa, il che equivale a una forma di controllo sul sideloading “non ufficiale”.
Ambiguità sulle eccezioni
Google menziona la possibilità di ottenere account gratuiti per studenti, insegnanti e hobbisti interessati a procedere con una distribuzione limitata delle loro app. Tuttavia, non è ancora chiaro quali siano i limiti precisi (quanti dispositivi? quali funzionalità si possono usare?).
Rimane l’impressione che il sideloading su larga scala richieda comunque la verifica. Non è spiegato se account verificati possano essere revocati o limitati senza un motivo trasparente e condiviso, aprendo possibili problemi di “lock-out” degli sviluppatori.